Compagni avanti, a destra, no, più a destra ancora, ecco lì, ad Arcore.

Luogo: il salone del libro a Torino. Scenario: la realtà. Voi: gli stronzoni. E facciamoci due bei conticini della serva. Prima il direttore del saloon Ernesto Ferrero che rimprovera Cordero, non si parla di Berlusconi, e comunque non se ne parla male, perché si sa, semo intellettuali, parlamo de incunabboli e prime edizzioni rilegate. Poi i precari dell’editoria che si materializzano e urlano ci stanno affamando, ci pagano poco e male, non ci fanno manco i contratti. E fin qui vabbe’. Poi Fedele Confalonieri che annuncia la bomba: Saviano lascia Mondadori! Per Einaudi, però. Ah. Vabbe’. Fin qui, tutto normale: in fin dei conti lo sapevamo già.
Però.
Stabilito che il saloon è frequentato da una percentuale di intellettuali de sinistra prossima al cento per cento, mi chiedo: compagni, ma non è che qualcuno di voi, fra un appello in favore di generiche libertà individuali (nel senso della vostra libertà di fare come cazzo vi pare) e un reading in qualche stage a niente a niente tenesse qualcosa da dire a proposito di tutto questo?

Su, coraggio, mandate giù il boccone de tramezzino e fateci sentire. Noi stiamo qui. Aspettiamo.



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