Il Diavolo e miss Factor.

Non è vero che certe cose sono innocenti. Non è vero no. Quello che contrabbandate come divertimento, che giustificate con amlè nurrompe er cazzo, sarà, molto presto, la causa della rovina del pensiero occidentale come lo conosciamo (noi, non voi: voi non avete idea di cosa sia il pensiero, figuriamoci poi quello occidentale). Prendete una cazzatella qualunque: x factor, per esempio. Dite che cazzo vai trovando, io la sera torno stanco me vojo vede’ du’ cazzate, famme du’ risate. A parte che vi potrei rispondere come quel proprietario di videoteca che a un cliente che gli chiedeva film pedofili, ma così, pe’ ride, rispose ao’, e si voi ride te do’ Alberto Sordi, aggiungo che il diavolo, oltre che nei dettagli, si nasconde nella cazzatelle. Voi dite ma che vuoi, è una gara tra cantanti. Non è vero: è l’imposizione di un concetto. Il concetto di uniformità. Quello è un posto dove ti dicono come cantare, come suonare, come vestirti per avere successo in tv. E intanto di dicono come e cosa cantare, come cantarlo e suonarlo.

E, tanto per capirci, non te lo dicono Steve Winwood e Paul Simonon, ma Elio e Morgan.

Intendiamoci, non cambierebbe un cazzo se al posto di questi due ci fossero, che so, Bono Vox e Jennifer Lopez (se non che almeno vedremmo un culo come si deve): è il concetto che puzza: significa che da oggi si fa così e cosà. E questo, signori miei, significa la morte del progresso culturale. Stabilito che il successo è quello che conta, siamo nella merda fino al collo. Pensiamo a Van Gogh, se avesse seguito i consigli del primo imbrattatele di scarsa fama: ma che devi fare co ste cazzate, vieni a Rotterdam con me, ci mettiamo a fare i ritratti al sindaco e alla sua famiglia, basta che la smetti co ste pennelate da punk. O se Miles Davis e Charlie Parker, stanchi di combattere per il loro sound, si fossero messi ad accompagnare Paul Anka. La cultura è esattamente questo: progresso tramite rottura. Liberi di non crederci, ma perfino Manzoni si tagliò il codino in segno di ribellione. Perfino uno come lui capiva che non si può fare un cazzo di buono se ricopi come uno stronzo le cazzate che fanno quelli prima di te. E non c’entra che quelli prima di te siano stati dei giganti: se ti metti a rifare uguale uguale Jimi Hendrix non diventerai mai Jimi Hendrix: al massimo puoi aspirare a diventare uno stronzo che copia un chitarrista morto decenni fa, e che se fosse vivo adesso farebbe tutt’altro.

Per questo, guardando questa infame boiata, voi non vi state rilassando. State facendo quello che alla chiesa cattolica non era riuscito in migliaia di anni: istituire dei canoni innocui e immutabili, che escludono ogni forma di cultura che non sia quella che fa soldi e audience. Poi, certo, l’esagerato sono io, il pazzo sono io. Ricordatevelo, quando, la prossima volta che andrete a cena con qualcuno, quello vi dirà eh però Morgan e Elio sono due ottimi musicisti.

Chissà se vi sfuggirà una lacrimuccia pensando a Charlie Parker.



10 Commenti

  1. se avessi un cappello, adesso me lo toglierei.

  2. Da quando il povero Feiez e’ morto, Elio e le storie tese si sono come “commissariati” dal tentativo di mantenere un certo standard d’immagine e fanno quasi solo schifezze commerciali, ma soprattutto non fanno piu’ assolutamente, minimamente ridere. Invece Morgan e’ sempre stato un nano incapace pieno di se’ stesso. E come tu m’insegni, se sei un pezzo di merda e sei pieno di te stesso, sei pieno di merda… per fortuna che esistono ancora i libri, tant’e’ che non ho mai, dico MAI guardato una sola puntata di X-fucktor, non mi attira proprio.

  3. …ma d’altronde Morgan ha costruito la sua immagine spingendosi nell’area del fastidio gia’ ai tempi dei Bluvertigo (che non sono mai riuscito a sopportare) e con questo ha conquistato il suo posto nel mondo discografico pseudo-underground, che in realta’ e’ tipo un’organizzazione piramidale. X-fucktor e’ solo il proseguimento logico di questo takeover: il filtro per eccellenza, per intercettare ed eliminare ogni possibile concorrenza sul nascere.

  4. sento di condividere fino all’ultimo pelo…

  5. io non condivido e ti dico perché:

    a causa di una mia ex fidanzata, ho guardato circa una mezza stagione di qualche anno fa, credo la seconda.

    durante le puntate veniva spesso détto quel che dici tu stesso, ovvero cose tipo “sì sì ma per carità sei bravo però non venderai, noi cerchiamo quell’x-factor che non si puo’ spiegare cosa sia”, e la mia fidanzata di allora, cantante fallita a sua volta, si incazzava perché diceva che non capivano un cazzo.

    il problema è che invece il cazzo lo capivano eccome: al contrario di ciò che tu dici, l’x-factor che questi cercano è proprio un segno distintivo, che però di solito ha poco o nulla a che fare con il talento, e cioè la *riconoscibilità*: a me Ligabue fa schifo al cazzo, ma intanto se passa mezzo secondo per radio io riconosco che è Ligabue quella specie di stitico che non riesce ad espellere un peperone intero dal culo mentre canta.

    Loro questo vogliono, né più né meno, anche a costo di proporre gente che è la brutta copia di, che so, ad una cantante blues degli anni ’60 (c’è ad esempio quella tizia brutta coi capelli castani o rossi ed il nome d’arte uguale al suo nome che ora non ricordo), ma dato che nessuno più ascolta blues degli anni ’60 va bene uguale; al massimo passa per la Emi Uainaus de no’ antri.

    Morgan è il classico gallo sulla munnezza. Elio lo adoro musicalmente ma X-Factor con lui non l’ho mai visto quindi non mi esprimo.

  6. Vuoi che ti dica coma la penso io????
    NO!
    Bé fa lo stesso.

    Se avete bimbi teneteli il più lontano possibile dalla TV (molto meglio il computer se usato bene).

    Piuttosto che spendere per un abbonamento a sky 39 euriii li utilizzo per il gasolio prendo il camper e me ne vado sulla spiaggia di Diamante o al castello di Gropparello tra fate e folletti e cavalieri…. voglio essere una folle che segue le orme di Don Chiscotte ( e vaffanculo alla passeggiata sul Lungomare con trucco perfetto…).

    Questo è quello che fa la differenza. Voglio tornare a casa, posso vedere 10 minuti di X factor su cielo…ma devo sapere che è una boiata, come tante altre cose che vedo in tv. La chiudo mi addormento e la mattina sono contenta preparo un panino in più per la merenda e lo do al tizio davanti all’asilo che aspetta l’ora di pranzo per andare a mangiare alla mensa dei poveri.

    Realtà o fantasia???

  7. mp

    ah ma esiste davvero questo castello di gropparello! pensavo fosse un modo di dire vostro… “me ne vado a gropparello”. che bel posto.

  8. Il freddo per cuollo.
    Brancamenta.

  9. aaa

    Tutto giusto…. ma scusa paragoni x-factor a Van Gog, Manzoni, ecc.. il tuo concetto può pure essere giusto e iscritto nel filone “la tv è solo un magna cervello” che in parte condivido e in parte no (ci sono programmi di informazione degni del nome che portano), ma non mi puoi dire che da programmi come x factor dovrebbe derivare il progresso culturale, LA TV E’ UN MEZZO DI COMUNICAZIONE DI MASSA e difficilmente alla parola massa si può accostare la parola singolarità o distintivo, figuriamoci progresso… il progresso, culturale o sociale che sia, di solito nasce in aree o canali ristretti e in contrapposizione allo status quo regnante, e per me è soprattutto un momento soggettivo e individuale. Non so se in questo periodo storico c’è “meno fame” di progresso culturale, e se così fosse, non so quanto ciò sia da imputare alla tv, sicuramente la tv aumenta la visibilità della “normalità culturale” che penso sia esistita in ogni epoca.