Montecchi, Capuleti e cape di cazzo.

E così Nello Liberti, il cantante di ‘O capoclan, è sotto inchiesta per istigazione ai reati di camorra. Non conosco la legge, ma quello che so per certo è che a Napoli, dove lo stato ha sempre fatto il suo dovere, dove i politici non hanno mai rubato, dove gli industriali nordisti non hanno mai mangiato, dove il lavoro c’è sempre stato, e così le case, le fogne, gli ospedali, se c’è la camorra la colpa sarà anche del signor Liberti, di professione marittimo. Che con la sua canzone travia le menti dei giovani partenopei altrimenti dediti a cambiare lavoro ogni due mesi, che sennò s’annoiano e il presidente del consiglio li scherza in tv. Già Giuliano Amato si era autorevolmente espresso contro Tommy Riccio, l’autore di ‘O latitante: e non scrivo autorevolmente per caso, visto che Amato, braccio destro di Craxi, di latitanti se ne intendeva.

Ma vabbe’, non si può inneggiare impunemente a un capoclan: quello è reato: se però ci metti pure duecento carabinieri buoni e una bella storia d’amore vai in prima serata e ti pagano pure. Dice, ma allora Gomorra? Nel film ci hanno lavorato più pregiudicati che attori veri. E che c’entra. Quella mica era la canzone di un marittimo. Era una produzione. Gli attori di Gomorra, anche quando venivano giustamente bocciati a scuola perché non studiavano un cazzo, si beccavano la difesa d’ufficio del gotha della cultura italiana perché aho’, se hai recitato in Gomorra mica devi studiare come gli altri stronzi eh.

Che cosa credeva questo signore, di poter cantare il mondo della malavita? E non lo sa che Mario Puzo e Francis Ford Coppola sono andati in galera per questo? E Brian De Palma?

E’ giusto, bisogna finirla con questi dilettanti che improvvisano canzuncelle. Di camorra e di mafia ne possono parlare solo quelli con la patente: non sia mai che i pezzenti alzino la voce. Gentaccia nascosta nelle saittelle, che vive nei ghetti, magari ha anche lo spacciatore come vicino di casa e poi lo incontra e lo saluta pure. Zitti tutti, parli solo chi è autorizzato. E zitti voi nascosti nei blog, che fate tanta paura agli editorialisti, che vigliaccamente tirate fuori le loro magagne e le loro complicità. Da oggi in poi potrà parlare solo chi ci guadagna, perché la cosa che conta non è quello che dici, ma quanti soldi ci tiri fuori.

E se non ci tiri fuori dei soldi sei una merda, e cuccia là. Stronzo tu, che non hai capito che la camorra non bisogna capirla: bisogna sfuttarla, magari con una bella storia d’amore tra un giovane carabiniere la figlia onesta di un capoclan.

La camorra, cari i miei cazzoni morti di fame, si sconfigge col copyright.



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