Vuvuvù vo’ piglia ncu’.

L’anno prossimo questo blog compie dieci anni, quindi posso dire di essere un vecchio blogger. Mi ricordo quando c’erano le blogstars, e posso provare di aver detto sempre che la cosa era ridicola e patetica. Un gruppo di cretini che scrivevano cose idiote e se la tiravano in rete non avendo la capacità di tirarsela nei bar. Poi è arrivato il web 2.0, che vuol dire sostanzialmente che i cretini non avevano neanche bisogno di aprirsi un blog: bastava iscriversi in coppa a un social network e mettere mi piace a una petizione contro l’infibulazione delle crape del madagascar per sentirsi attivi: il popolo della rete.

Una banda di sciemi, altro che il popolo della rete.

L’ho detto dieci anni fa, e lo dico adesso. Però. Sto notando che scrittori e giornalisti vari, gente che sta nel mazzo di carte, hanno cominciato a fare gli spiritosi contro il popolo della rete, e siccome che io sono stronzo, ho cominciato a sentire puzza. Lo sapete di che? Di paura, ecco di che. Cioè, che il popolo della rete è pieno di sciemi lo posso dire io, loro no. Come i diplomati cepponi che ti dicono che la tua laurea non vale un cazzo: buono tu, che ti sei fatto tre volte la seconda ragioneria eh? Anche perché poi loro la rete la usano: fanno i video appelli contro le leggi bavaglio, s’inalberano e chiedono agli internauti di sostenerli quando qualcuno gli vuole togliere le sovvenzioni statali (perché loro fanno cultura, voi, se siete disoccupati dovete morire), si fanno aprire le pagine su facebook dai fan nerd e poi non sanno che cazzo vuol dire tag. E anzi, come gli intellettuali di una volta, quelli che non guardavano la tv perché passavano le serate consultando incunaboli a lume di candela, loro non frequentano internet. Però querelano, copiano come i disgraziati, si incazzano se qualcuno, invece di mettere mi piace alla loro ennesima banalità fascistoide, stronca i loro libracci o sputtana i loro articoletti. Io li conosco, sono dei canielli chiusi in un recinto, e sento la puzza di merda del chiachiello che si sta cacando sotto. Sfottono sfottono, ma intanto, per esempio, non possono controllare le recensioni su Anobii. Il sito mi fa schifo, ma lì un sacco di gente scrive belle recensioni, sputtana libracci che recensori compiacenti e complici hanno spacciato per capolavori. E questo, questo non lo possono controllare. Così come non possono controllare i video che li sputtanano quando copiano, e neanche il pubblico ludibrio che gli sta sui coppini. Perché hanno capito che in questa mappata di sciemi che è il popolo di internet, non tutti aspirano a entrare nel loro mazzo di carte.

Magari, e dico magari, c’è anche gente che li vuole semplicemente prendere a calci in culo, vivaddio.



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