Goodnews.

Recentemente, spulciando in rete, ho sgamato che una persona abbastanza in vista, che passa per uno stinco di santo, molto probabilmente è un furfantello. Ho letto, pesato, analizzato e sono arrivato a una mia conclusione, che non sto qui a dirvi. Il fatto è che ci sono riuscito ignorando i media tradizionali, anzi tappandomi le orecchie e urlando lalalallalalalalalala. Questo, pochi giorni fa: poi ho letto ciò, e tutto è stato chiaro. Si tratta, per chi non ha voglia di leggere l’articolo, della famosa legge antiblogger, che continua il suo iter. Ora, che la maggioranza dei blogger italiani sia una mappata di buffoni leccaculo è cosa nota: ma allora perché cercare di bloccare i blog? C’è una sola risposta, e cioè che quell’uno per cento che non aspira a una rubrica su Vanity Fair stia rompendo i coglioni. Stia effettivamente riuscendo a fornire quella dose di pensiero laterale che vedono come fumo negli occhi. E questa, orsù, è una bella notizia, bella bella bella. Le cose significano, e io resto ancora convinto che se questa gente coopta alcuni e cerca di bloccare altri, il motivo è che alcuni sono servi dentro, e altri no. Per quanto mi riguarda, a breve sostuituisco gli adsense di Google con banner del tipo La pescia di mammeta e Lo sapevi che papà tuo era ricchione?, poi vediamo se  mr. Franco Ricardo Levi trova pace.



5 Commenti

  1. La Sposa

    Guru, sei il mio guru.

  2. Io consiglio anche “Tozzabancone fresco di giornata”.
    Amlo per te diventerei quasi ricchione (“migliorando” la mia condizione di ricchione dentro)

  3. Gentile sig. Amlo,

    Volevo chiederLe il permesso di linkare due suoi post, espressione zen del disagio(cacamento do cazzo) che avverto, citandoli sul mio blog, di cui trova il link cliccando sul mio username.
    In attesa di Sue, La sauto

  4. amlo

    ma le pare. onorato.

  5. alè patane

    quelli che sono servi dentro generalmente leccano il culo non per tornaconto, ma perchè gli piace il sapore