Equa Italia.

Un giornalista che non voglio nominare, in un suo recente corsivo, difendendo la figura del politico de professione, che è l’ ideale per una nuova classe dirigente, dice “che non può nascere al di fuori di un percorso solidamente e direi duramente professionale (equo stipendio compreso)”. Ora, lasciamo perdere il fatto del percorso che fanno i politici de professione, che non è fatto di studi, letture, seminari, corsi d’aggiornamento, ma è invece, nella stragrande maggioranza dei casi, un misto tra pubbliche relazioni, mafiette e pastoie clientelari varie. Lasciamo perdere, che questo non è il blog di Grillo.

Quello che che mi fa incazzare è l’equo compenso. Perché io non ho capito bene, sebbene l’autore del corsivo, quando vuole, sia capacissimo di farsi intendere, se lui auspica un equo compenso per i politici (nuovo, tutto da stabilire), oppure se ritenga che il compenso dei politici italiani (parliamo dei parlamentari e dei consiglieri regionali, ovviamente), sia effettivamente equo.

Perché equo, di per sé, non è un concetto fisso, come sapete. Dipende, va storicizzato e contestualizzato. Sono sicuro che gli americani e i loro cani da cancello ritengano equo il trattamento che riservano ai loro ospiti di Guantanamo; e sono altrettanto sicuro che quelli che lapidano le adultere siano sinceramente convinti che prendere a pietrate la gente sia una punizione equa. Così come non ho dubbi che i giornali italiani ritengano equa, se non addirittura misera, la fetta dei soldi pubblici che sottraggono ogni giorno, non si sa bene a che titolo, trattandosi di imprese private, al denaro pubblico.

Però, se parliamo dello stipendio dei politici, voglio credere che il giornalista pensasse di stabilire ex novo, un compenso finalmente equo. Vedete, questi si sono imparati il mestiere da Berlusconi, che come gli toccavi i cazzi suoi si metteva a alluccare al complotto comunista; loro, invece, essendo de sinistra, urlano al demagogo, all’avventurista, al populista, al qualunquista.

E a me, come succede da più di trent’anni, mi passa allegramente per l’anticamera del cazzo, da quando me lo dicevano i virgulti della FGCI. Perché io non considererò mai equo uno stipendio, che, benefit compreso, è VENTI volte (mi ripeto, lo so, ma ve lo devo far entrare in quelle testoline di cazzo), dico VENTI VOLTE quello dell’infermiere che cambia il caterere a vostra madre malata, VENTI VOLTE quello dell’insegnante che si sbatte perché i vostri figli imparino qualcosa, VENTI VOLTE quello dell’autista dell’autobus che si prende le bestemmie dei passeggeri infuriati perché i politici si sono bevuti i soldi per gli autobus, VENTI VOLTE quello dell’impiegato comunale che si fa il mazzo per offrire un servizio a gente che poi vota quelli che il servizio lo distruggono quotidianamente.

Non è un generico populismo desiderare che gente che va al lavoro massimo tre giorni alla settimana, e per una manciata d’ore, venga pagata come un autista del tram: è EQUITA’. E non è avventurismo sperare che questi moralizzatori del cazzo estendano alla gente comune quelli che ora sono i loro privilegi: vogliamo riparlare del fatto che per i politici, e solo per loro, la convivenza ha i benefici legali del matrimonio?

Se poi c’è qualcuno che questa cosa la considera equa, allora abbiamo un problema serio. Perché non è che non siamo d’accordo, è che siamo nemici. Perché una cosa sia equa, lo dobbiamo decidere insieme, non lo deve decidere il più forte o il più ricco, come succede adesso. Siete dei privilegiati, l’abbiamo capito, ma non vi potete azzardare a chiamarvi professionisti. Un privilegio è un privilegio, e può fare di un delinquente un barone a prescindere dai suoi meriti, ma questo è appunto il significato di privilegio.

Equità significa un’altra cosa, e noi lo sappiamo cosa vuol dire. Solo che ne gradiremmo un pezzetto ogni tanto.



2 Commenti

  1. Io di polirici “per professione” ne ho conosciuto qualcuno. Gente che davvero campa facendo l’assessore alle capocchie varie, il consigliere regionale/provinciale… E se ne vantano di essere “politici puri, senza un secondo fine se non serivre la comunità e il partito”. Visto che stiamo morendo come i topi nelle fogne a quest punto istituzionalizziamoli davvero, tanto che teniamo più da perdere. Ovviamere daiamogli pure “l’equo compenso” perchè a mettercelo in culo ogni santo giorno pure è stancate…

  2. Questo blog mi sta piacendo sempre di più. Quasi meglio di gangbangtrash, pienz nu poc.

    Zì ‘Ntonio.