Addavenì Buffone.

Quando, molto spesso, non capisco qualcosa nelle dinamiche di un gruppo di persone, provo a metterla sul piano umano. E’ una cosa che imparato a botta di cazzi in culo; se un avvocato, un commercialista, un barbiere, un meccanico, nella vita è un perfetto idiota ( o anche se soltanto si comporta da idiota, è uguale: una persona intelligente non sembra mai idiota), farete bene a non affidargli una causa, una contabilità, un taglio di capelli, una marmitta di un motorino. Per questo non mi girano i coglioni quando i mass media attaccano i grillini da ogni lato, sfottendoli pure per come sono vestiti: molti di loro sembrano dei cretini da competizione, quindi, con ogni probabilità, lo sono.

Il problema, però, non è questo: perché a me sembrano dei cretini, è vero, ma mi sembrano cretini pure gli altri.

Se guardate bene, dicono le stesse, identiche cazzate. Per dire, uno che mi dice che si devono buttare nel cesso tot miliardi di euro nel Tav perché se no siamo fuori dall’Europa, mi sembra altrettanto cretino di uno che farnetica sulle scie chimiche, solo che lo sciachimista non è ancora nelle condizioni di mettermelo in culo, mentre l’idiota pro Tav leva i soldi dall’istruzione (continuando imperterrito a pagare lo stipendio ai preti) e li mette in un treno inutile per far viaggiare più velocemente dei prodotti che nessuno produce più verso qualcuno che, anche se esistessero, non avrebbe soldi e voglia di acquistarli.

Però il cialtrone pro Tav, pur sembrando, ed essendo, un perfetto idiota, e per di più un idiota in condizioni di nuocere, per gli italiani è perfettamente legittimato a parlare, concionare, giudicare, e soprattutto, a governare. Perché il sistema è organizzato proprio così, secondo il metodo Marzullo: metti uno qualsiasi in tv per un po’ e ti sembrerà normale che stia lì, e anzi troverà anche qualcuno che lo apprezza (senza offesa per Marzullo, che al confronto delle bestie di cui parlo è un titano). Così vengono fuori i Pippo Baudo è un grande professionista, Almirante è un grande oratore, Giannino è un fine economista, D’Alema è un eccellente statista, Giuliano Ferrara è intelligentissimo, Giuliano Amato è il dottor sottile, Monti è uno che ne capisce. Perché è vero che Crimi come lo vedi ti metti a ridere, ma a me mi fate più ridere voi che non vi accorgete che quelli che lo sfottono con aria supponente sono anche peggio: molto peggio. Perché c’è un rincoglionimento generale che in Italia ha un solo precedente, per quanto possa ricordare: il Fascismo.

Pensateci: durante il ventennio, gerarchi obesi e fuori forma si vestivano da supereroi e cantando Giovinezza ballonzolavano con le loro trippe tra gli applausi della folla che li vedeva addirittura prestanti e atletici. Una gran parte di loro si umiliava appresso alle puttane che il bunga bunga non è niente (il durissimo Farinacci costrinse addirittura una nave a ritardare l’imbarco perché una delle sue mignotte ancora non era comoda, così, per fargli un dispetto), eppure passavano per gran consumatori di ballerine. Molti di loro erano corrotti al punto da costringere Mussolini a mettergli l’Ovra alle calcagna eppure ancora passano per irreprensibili amministratori, nonostante il loro stile di vita da califfi depravati. E l’Italia marciò compatta verso la seconda guerra mondiale, soltanto vent’anni dopo la prima, uno degli eventi più sanguinari della storia dell’umanità, perché, embè, aho’, il duce era il Duce. Anzi, il DUCE, perché era obbligatorio scriverlo in maiuscolo, e la ggente quello stava aspettando, anzi se fosse esistito qualcosa più grande del maiuscolo, che so, il Titanico, avrebbero volontariamente usato quello. Eppure che si stesse andando verso la sciagura era chiaro, però il metodo Marzullo funzionava già allora. Vedete, la propaganda funziona solo se è a doppio senso. Serve uno che dica una cazzata, e uno stronzo che se la beva; anzi, è più importante lo stronzo pronto ad ammoccarsi la qualunque, e per fortuna quelli non mancano. Una volta Amendola venne aggredito a Roma da quattro valenti squadristi: siccome li vedeva per quello che realmente erano, non si lasciò intimorire, e li cacciò via ad ombrellate; il fatto è che nulla poteva Amendola contro il resto degli italiani che vedevano, negli squadristi che li avrebbero poi mandati a combattere in Russia vestiti di cotone e armati di pistolette, degli eroi nerovestiti.

Il fatto è che, a differenza dei commentatori da talk show, dei satiri da salotto, degli intellettuali da appello, io comincio a vedere il fascismo non quando un gruppo di cretini comincia ad agitarsi, ma quando la maggioranza della gente comincia a dare credito a degli idioti pericolosi; perché se è vero che il fascismo è cominciato così, con un gruppo di scemi urlanti, è diventato la catastrofe che è stata solo quando sono scesi in campo gli intellettuali appellanti al duce e gli italiani plaudenti le trippe gerarchiche.

Per questo a me non mi fanno paura quattro grillini vestiti Upim: a me mi fate paura voi.



14 Commenti

  1. mp

    “a me mi fate paura voi”

    riassume tutta la poetica amliana. 

  2. Giordamas

    Splendido! Questo è da leggere ai ragazzi nelle scuole! Lo condivido sui scioscial net-uorc! E ‘sti cazzi per il banner di kataweb.

  3. sì ma mo’ il libro ce lo siamo accattato, lo vuoi togliere questo bannèr!?

  4. Buffone addavenì ancora?
    splendido post

  5. Giovanni

    complimenti, di vero cuore, e pur buona pasqua amlè

  6. Bernardo Cap

    Ottimo come sempre. Buona Pasqua Amlè…e che Dio ce la mandi buona per Pasquetta.

  7. ROSSELLA

    questo è il diario del samurai.
    Lucido e magnifico come sempre.
    Ce la metto anche: ” io buona Pasqu…etta.”

  8. anduoglio

    Ih che Napul’e fuoco.
    Ih che piazzale Dunant di fuoco.