10 Consigli Non Richiesti Agli Aspiranti Scrittori E Ai Piccoli Editori.

Siccome molti mi scrivono chiedendomi il perché e il percome del mio lavoro, prendo la pala al balzo per elargire alcuni consigli non richiesti a quelli che vogliono fare gli scrittori e gli editori. Dice ma che consigli dai, tu, che sei uno che naviga ai margini, che si ciba delle briciole? Appunto. Non vi potete fidare delle solite quattro chiacchiere che vi rifilano, anche perché i consigli che vi danno loro non funzionano, i miei sì. Provate e vedrete.

1) Sono più bravo io. E allora? Va bene, hai letto gli ultimi premi sdrega e sei fermamente convinto di essere più bravo tu. Perfetto, adesso cacaci il cazzo. E’ fondamentale che tu pensi che le cose che scrivi siano bellissime, ma se vuoi vendere i tuoi libri la cosa che serve è piacere a un certo numero di persone, che per comodità chiameremo lettori, anche se la gran parte di loro dovrebbe essere chiamata in altro modo. Il mondo dell’arte è così, puoi essere bravo quanto vuoi ma se non svolti, semplicemente non svolti, hai voglia a pittimiare.

2) C’è un gomblotto per non farmi pubblicare. Non è vero. Non c’è nessun gomblotto, semplicemente gli editori non ti si inculano. E hanno ragione; le case editrici sono imprese private, pubblicano, giustamente, il cazzo che pare a loro. Vogliono lanciare un libro schifoso scritto dall’amante del potente editor? Ne hanno facoltà: sono cazzacci loro. Non c’è nessuna legge che obblighi un editore a pubblicare le cose degli autori sconosciuti, ed è giusto così.

3) Pubblicano solo i raccomandati. Non è vero. Pubblicano anche i raccomandati, semmai. Molti autori pubblicano semplicemente perché sono in sintonia con la linea della casa editrice; che è fatta di persone normali, come voi, e sono sensibili alle vostre stesse cose. Se vi scrivono: il libro dovrebbe essere così e cosà, sono nel loro diritto (non lo ripeterò MAI ABBASTANZA). Allora, fate una cosa, cioè adattatevi, se volete pubblicare con loro a  tutti i costi. fate come dicono loro. Tentate, ritentate, dieci, cento volte: conosco persone che facendo così hanno pubblicato con grandi case editrici; semplicemente li hanno convinti che i loro lavori erano adatti. Non potete farvi assumere dalla Coca Cola se vi presentate bevendo una Pepsi. Spesso il dirigente assume al nipote, ma molto spesso anche quello che, semplicemente, adora la Coca Cola.

4) Non regalate i diritti. Se vi presentate col fazzoletto sul braccio, è ovvio che vi pigliano per camerieri. I contratti standard con gli editori spesso prevedono una cessione dei diritti sulla vostra opera. Se li regalate, se non chiedete soldi, siete fessi. Vuoi i diritti? Pagameli. In contanti o garantendomi qualcosa in cambio: la televisione, la stampa, le recensioni giuste. Se non vi vogliono dare niente di tutto questo, sentite a  me, cambiate editore e mestiere, non è cosa per voi.

5) Scrivete, cazzo. Lo so che le scuole di scrittura vi hanno insegnato che scrivere vuol dire togliere e non mettere, ma non è vero. Dicono solo cazzate per coprire il fatto che la maggior parte degli scrittori di oggi non ha un’dea manco a  pagarla, e quando ne ha una non è capace di svilupparla. la palla del levigare la scrittura, ridurla all’osso, è una cosa cui ormai credono solo quelli del Pd. La maggior parte degli scrittori che conosco scrive al massimo due o tre ore alla settimana, e passa il resto del tempo a  fare pubbliche relazioni. fa bene, perché sono indispensabili, ma il punto è che se ancora non lo avete capito, non lo capirete mai, quindi lasciate perdere.

6) Attenti agli agenti. In rete gira ogni genere di imbecilli, ma questi sono parecchio pericolosi. La regola è: si presentano come agenti letterari? Bene, guardate chi rappresenta, e  con chi hanno pubblicato i loro autori. Mettetevi in testa che se pubblicano tutti con editori sgrausi, sono sgrausi gli agenti e sono sgrausi gli autori. Non faranno eccezioni per voi, non è che siccome rappresentano settanta scrittori della Celardo Editori a voi vi mandano da Mondadori.

7) I soldi. Si tratta di quello, alla fine, quindi fidatevi SOLO di chi parla di soldi: anche di chi ve li chiede subito. Chi domanda non fa errore, si dice dalle parti mie. Vi chiedono soldi? Non vi scandalizzate, che sarà mai, è solo una proposta commerciale: se non li volete cacciare dite di no e basta, non fate gli offesi del cazzo. Chi parla chiaro è sempre apprezzabile, non vi fa perdere tempo e non vi illude. Stessa cosa per chi ve li offre ma in modo misterioso, vedremo, faremo ti daremo. I soldi hanno questo di bello, che se uno li vuole cacciare li caccia, e se non li caccia subito non li caccia più.

8 ) Non chiaverete. Se volete fare gli scrittori per darvi delle arie, e magari chiavare, state veramente messi bene. Nell’ambiente girano solo cessi, tutte le sfumature di cessi, dall’obesa ridanciana all’anoressica nevrotica, ma sempre e soltanto cessi, perdippiù cessi ODIOSI e PRESUNTUOSI. La regola è quella che vale in tutti gli altri campi: se non chiavavate prima, non chiaverete dopo, anzi. Mettiamo che siate quasi famosi e portate a cena una vostra fan. Cosa credete che preferirà raccontare alle amiche il giorno dopo: quello mi ha scassato il mazzo, oppure quello quasi famoso mi voleva scassare il mazzo ma io ci ho detto di no?

9) Una soluzione. Se non siete capaci di entrare nel giro grosso, nel quale, vi ripeto, si entra anche senza essere Marina Berlusconi, non vi mettete a piangere. Significa solo che non è cazzo per il culo vostro. rassegnatevi. Non andrete nemmeno alle Olimpiadi, se è per questo, e manco vincerete l’Oscar. Avete (abbiamo) fallito tutta la vita, non mi dite che un calcio in culo in più vi cambia qualcosa. Come dice uno bravo, smettete di correre dietro ai treni, una volta che sono partiti non si fermano, e rischiate solo l’infarto senza concludere un cazzo. E’ come per le femmine: state fermi e aspettate. Se Belzebù vorrà, verranno da voi, se no, vi siete sparagnati un sacco di tempo che potrete impegnare facendo quello che vi piace. Tipo youpuork.

10) Cari piccoli editori. Due consigli non richiesti ve li ammollo: non è che perché siete piccoli dovete per forza pubblicare solo roba che scassa la minchia a prescindere. Il fatto di fare quelli intelligenti funziona solo se siete veramente intelligenti, come coi playboy. Ti puoi mettere il vestito nicchiniello, cacciare un sacco di soldi offrendo roba a tutti a ma poi se la sera torni a casa con me e Luciano Vitiello, playboy sto cazzo. E poi, è inutile che scimmiottate Mondadori, quello che vale per il capodoglio non vale per i cecenielli. E’ per questo che siete e resterete cecenielli.



10 Commenti

  1. anduoglio

    concordo sul punto “non chiaverete”. Le donne se lo fanno passare per il cazzo. Si.chiavano a chi vogliono loro (soprattutto salumai, scafessi, gentaglia dei centri sociali, ecc.) e se ne strafottono se scrivi o meno. A parte il fatto che non vedo il.nesso tra lo scrivere e la chiavata, di solito alle.donne piacciono o gli uomini ricchi o quelli bene in arnese, gli scrittori di solito non sono nè ricchi nè aitanti, anzi, sono brutti, spocchiosi, incazzati, giorno dopo giorno respirano aria di fallimento individuale. E poi se uno fosse un chiavariello per davvero, mica si mette a perdere tempo a scrivere. . .

  2. Bufr

    Scusate se vado fuori contesto, ma secondo voi, se cerco su youtube musica elettronica “musica elettronica senza negre che miagolano” e trovo questa roba http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20121209132425AAxpV60 mi devo preoccupare per le domande o per le risposte?
    L’algoritmo de la noche.

  3. Benebravobis. Tutte cose da incidere a caratteri di fuoco sul travertino. Una domanda, però: “se non svolti, semplicemente non svolti” mi sta bene, ma allora, secondo te, alla fine è solo questione di culo?

    • amlo

      no. dico solo che se svolta la mazzantini e tu no, è l’universo che ti sta dicendo qualcosa. se poi non lo capisci, peggio per te.

      • Giordamas

        Ricordo sempre che l’universo può dire tante cose. Ad esempio, Hermann Melville ha patito a lungo la fame perché nessuno si comprava i suoi libri. Moby Dick? Un disastro editoriale.
        Potrei fare anche altri esempi.

  4. anduoglio

    ma se scrivo un libro, mi fate chiavare una vostra amica? mi raccomando, deve essere bona, con le zezze e le pacche.

  5. Antonio

    Tutti ‘sti autori che scrivono, scrivono, scrivono e po’ vogliono pubblicare Mondadori. E’ ovvio che il Sig. Mondadori vi vuole sfondare il mazzo per farvi diventare vendibili, è ovvio che la Mazzantini pubblica visto che è mediocre e quindi acquistabile in ogni Feltrinelli e il marito ci fa il film.
    Io ho deciso di autopubblicare, mi annoiava levare le bestemmie.