La dittatura dei rompicoglioni.

Spesso i fanatici mi accusano di essere un nostalgico dei bei tempi andati. Beh, vi informo che i bei tempi andati facevano cacare. Il problema non è questo: non è se all’epeca si faceva schifo. Vi ho già detto che la risposta è sì, facevano schifo i tempi, facevo schifo io, faceva abbastanza schifo la gente con cui me la facevo. Il problema però è quanto fa schifo adesso. E il problema si pone proprio perché, da anziano, io so perfettamente che allora si faceva schifo, e adesso è peggio. E non pensiate che uno stia qui a rimpiangere la gioventù. La gioventù è decisamente sopravvalutata, e io, la mia, non la rimpiango per niente, a parte forse la straordinaria capacità di recupero dei doposbronza.

Lo volete sapere cos’è che mi manca veramente? Ve lo dico subito: mi manca la serenità.

Ora, non capite a cazzo. Per serenità intendo proprio quella cosa terra terra che ti faceva campare più tranquillo. Esempio: portavi il motorino al meccanico per fartelo truccare, spilare il carburatore eccetera. Tornavi il giorno dopo e il motorino dai 40 originali faceva i 90 come niente. E ti durava finché non te lo fottevano o non finivate faccia al muro tu e il motorino. Fine. Prova a farlo oggi, se sei cazzo. Vai dal meccanico, che è un idiota vestito uguale al tuo dentista e a quello che la sera prima ha vinto X factor, ti fa il lavoro e giorno dopo il motorino fa sempre i 40 uguale, però in compenso si rompe l’impianto elettrico. Ora, a me non me ne fotte un cazzo, ma queste cose ti levano quelle due tre ore di vita durante le quali potresti fare cose più produttive e arricchenti, tipo giocare con tua figlia o grattarti le palle. Ti leggevi il giornale? Era facile. Il Corriere, due palle, Repubblica appoggiava ora De Mita ora Craxi (ne avessero azzeccata MAI una), ma insomma sapevi più o meno cosa volevano dire già prima. Adesso sul Corriere trovi quello che è de sinistra ma dice cose de destra perché je devono da’ la consulenza, su Repubblica trovi quelli de sinistra che firmano appelli contro er nano mentre pubblicano con Mondadori. Voglio dire, è chiaro, certo, ma è faticoso. Perché oltre alle normali miserie, che so, di un Montanelli che si turava il nasino non si andava. Adesso se anche ti volessi fare un’opinione leggendo gli articoli dovresti sapere che giro di soldi, di pesci, di mazzi e di patane fracide sta dietro.

E’ una fatica, quello è il problema.

Una cosa è fare la tara al casanduoglio che ti mette trenta grammi di carta per pesarti un etto di mortadella, un altro è il moderno e palestrato salumaio degli antichi sapori di chi ti è stravecchio che ti mette i trenta grammi di carta, poi però si è taroccato la bilancia elettronica, poi ci mette pure il pollice a fare pressione. E il problema non è nemmeno che torni a  casa con venti grammi di mortadella invece che i cento. E’ che devi riscendere per andare ANCORA a accattarti la mortadella. Oppure: ti fidi delle recensioni. Bene, il recensore, persona specchiata e presidente di giuria ti raccomanda a morte la giovane scrittrice italiana. Ti propina una bella intervista rimaneggiata ad arte nella quale ti sembra pure che la scrittora in questione sia in  grado di mettere due frasi in croce; perfetto. Ti fidi, ti compri il libro, ti siedi sul divano per goderti quelle due ore libere di lettura, e ti trovi in mano un tema di terza elementare scritto da una subnormale. Ora, buttiamo i soldi in sigarette, buttiamo i soldi pure nei libri: e va bene. Ma il tempo no. Quello chi cazzo me lo torna indietro? Sto qui, sul divano, mi sono terziato questo momento per un mese, e scopro che avrei dovuto sapere che la scrittrice in questione, nota zozza lurida e cessa, tira i bucchini al figlio del recensore? Ma perché? Cazzo, con Gaspare Barbiellini Amidei era facile: lo consiglia lui? Bene, è una merda, e ti levavi il pensiero. Se una cosa te la consigliava Corrado Stajano, stavi in pace e quelle due ore di lettura ti facevi nuovo nuovo. E’ questo che mi manca, il potermi fidare a occhi chiusi, ed è questo che mi opprime, questo dover stare sempre sul chivalà, come sulla circumvesuviana con la borsa aperta: non c’è modo di tornare a casa col portafogli.

Che poi, come dice sempre la saggezza popolare, non è tanto per i soldi, quanto per l’immane, faticosa, debilitante, infinita rottura di coglioni di dover rifare i documenti.



7 Commenti

  1. La Cassazione

    ho pensato la stessa cosa quando ho richiamato il tecnico della caldaia perchè la sua tecnicissima (prima) riparazione è durata il tempo di un rutto.
    non è per l’acqua fredda, è perchè devo pulire di nuovo e sorbirmi ancora stronzate pseudomeccaniche di un idiota ciuccio ignorante senza potermi togliere la soddisfazione di sputargli in faccia.

  2. Berardo

    E ti sei scordato i begli acquisti elettronici/elettrici ecc.
    Ormai per lavatrice tocca accattarsi la peggio schifezza cinese, tanto dopo due anni e un giorno si rompono tutte e tocca ricomprarle. Almeno con la cinese si risparmia a monte.
    Per tacere dell’acquisto al centro commerciale: se ti devi comprare chenneso, le cuffie, peschi dalla pila una scatola a caso e speri iddio che le cuffie funzionino. Perché se non funzionano, al negozio fanno finta di non averti mai visto (anche se le hai comprate dieci minuti prima) e ti suggeriscono di spedirle a Stoccolma per farle riparare in appena sei mesi.
    Come se dice a Roma… ce vonno le mutande de latta.

  3. AlessiaTrip

    Da mezz’ora a questa parte (vale a dire da quanto ho scoperto codesto luogo virtuale) nutro una sconsiderata stima per te, o Amlo. E soprattutto mi sento meno sola nella quotidiana guerra contro i dilettanti/cacac***i che mi fanno perdere tempo.Â
    “Il meccanico vestito come il tuo dentista” è la Verità sovrana dell’anno. Â

  4. Luca

    Barbiellini Amidei… madunna che personaggino hai riesumato ah ah ah ah ah ah

  5. Giuseppe

    Grande articolo.
    Mio padre faceva il carrozziere negli anni ottanta, e la gente per fidarsi lo guardava in faccia.
    Adesso ti capita il “Carrozziere vestito come il mio dentista coatto” che ti dice che lui prima faceva le corse, poi s’è lussato il mignolo col cambio al volante e ha dovuto lasciare la carriera, ma di aerodinamica se ne intende.
    Vi saluto, con la prospettiva di farmela a piedi per 5 piani perché il tecnico (sempre vestito da dentista) ha detto che si è rotta la scheda elettronica dell’ascensore che gestisce le porte (2 mesi fa s’era rotta quella che gestiva la pulsantiera!!).
    Una volta, negli anni 80, si rompeva lo stesso, MA IL TECNICO NON LO MANDAVI A CASA FINCHE’ NON AVEVA FATTO FUNZIONARE TUTTO A CALCI!

  6. salvo

    Hai visto troppo quel film di Totò dove fa il taccagno : con l’ombrello spinge in su il piatto della stadera dove il macellaio sta pesando una fettina di 60gr! …. e io pagp e io pago….