Una necessità culturale con l’enteroclisma dietro.

A qualcuno ne ho già accennato, su Facebook: parlo del bel servizio di Barbara Tarricone su Sky Cinema a proposito dei finanziamenti statali al cinema italiano. Senza il tono melodrammatico dell’ansiogeno Report, la giornalista spiega esattamente come e perché il cinema italiano becca i soldi dallo stato. Per esempio, il reference system, che è una cosa che assegna punteggi al cast del film che chiede i soldi, e che privilegia le pellicole che includono attori, registi, sceneggiatori che, per esempio, hanno vinto dei premi tipo il David. Cioè, se tu brighi per vincere un premio, fai punteggio per il produttore che con te nel cast ottiene più punti e maggiore possibilità di beccare i soldi; in parole povere, a chi più ha, più viene dato. In America si chiama Legge di Matthew, in Italia il cane mozzica sempre lo stracciato.

Ma non è questo che mi interessa: chi decide quanti soldi vanno a  chi, per esempio, è una cazzata. E nemmeno servirebbe imbottire le commissioni di gente onesta e preparata: per dire, Risi avrebbe boicottato Antonioni, e viceversa. Il problema è che questa cosa è perfettamente legale, è questo il problema. Che non dovrebbe esserlo. Mai. I finanziamenti vanno a tutti o a nessuno. Perché a Salvatores sì (per dire) e a Capadicazzo no? E perché il contrario? E perché al cinema sì e agli asili no? Nel documentario si sente Virzì che dice che bisogna investire nel racconto del Paese. A tutti i costi, anche se il paese si sta scapezzando, a quanto pare. Sembra che sia fondamentale raccontare il paese dando 23 milioni l’anno ai cinematografari, gente che potrebbe anche raccontarlo con una telecamera in spalla e youtube, se non stessero sempre lì a premiarsi l’un l’altro per far punteggio per prendere i finanziamenti per fare i film che raccontano l’Italia che si sta scapezzando mentre loro si premiano l’un l’altro. Niente di illegale, ripeto, anzi. Tutto nella piena legalità, ribadisco. E’ proprio questo che non mi convince. Non dovrebbe essere legale stornare neanche un singolo euro dalle casse di uno stato con le pacche nell’acqua per finanziare la cultura. Che quando fa comodo a loro, è un’impresa privata, quando devono beccare i soldi, una necessità per il paese. Una necessità culturale con l’enteroclisma dietro, direbbe Eduardo. Quello che mi urta, in questa legalità delle cose, è questa percezione dell’artista come essere superiore, che può beccare i soldi come un ente inutile qualunque, ma anzi facendosi scudo della cultura e nascondendosi dietro al fatto che il cinema fa lavorare la gente. E gli insegnanti, allora? Gli infermieri? I panettieri? Gli operai? Ah già. Ah già. L’artista è più oltre, m’ero scordato.

Per questo non solo prendono i soldi (a norma di legge, lo ripeto sempre per sottolineare che è sbagliata la legge), ma, ovviamente, si lamentano pure. Che la gente non va al cinema, che si fanno pochi film eccetera, come se un mercato drogato dai soldi statali, anche fossero trenta euro in tutto, potesse mai funzionare. Ma così è, prendiamone atto.

La nave affonda, e noi rinunciamo a una scialuppetta in più per pagare la troupe che riprende quelli che del naufragio se ne fottono.



19 Commenti

  1. Cicciograna

    Bell’articolo, come sempre.
    Solo che stavolta rischi un flamewar abbastanza acceso da parte dei cosiddetti “cinefili”, ma non quelli seri, quelli che guardano le pellicole italiane “impegnate” perchè fa tanto radical chic, perchè possono spararsi le pose smerdando (giustamente) la qualità di una certa cinematografia da quattro soldi italiana dicendo “E’ robaccia, dovresti vedere [inserire nome di regista italiano de sinistra], lui si che fa bella roba, che ti fa riflettere!”; quando poi, come hai detto tu, questi grandi registi italiani de sinistra risultano grandi solo perchè si premiano l’uno con l’altro, tant’è vero che a livello internazionale, salvo pochi casi, non se li caga nessuno manco di striscio e non per nulla all’estero il cinema italiano fa ridere i polli.

  2. Giordamas

    Non ci credo! Sei arrivato anche a scrivere, così, generalizzando en passant: “Non dovrebbe essere legale stornare neanche un singolo euro dalle casse di uno stato con le pacche nell’acqua per finanziare la cultura”. Se non ci tenessi alla conservazione del Colosseo, ti ci facessi capa e muro! Vai a Napoli, una volta tanto, fatti un giro a Sant’Agostino alla Zecca, se riesci, e poi mi vieni a dire che non dovrebbe essere legale finanziare la cultura!
    “Ma io volevo intendere per la produzione privata di cultura…”
    E allora, specificalo!

    • amlo

      la prossima volta ti mando il post in bozza così me lo correggi e lo approvi.

      • Andrea

        Eh no scusa, da come hai messo tu la frase sembra che non dovrebbero esistere neanche le biblioteche o i musei!

  3. Giordamas

    Potrebbe essere un’idea. Comunque, il motivo per cui seguo te e i commenti del tuo blog, non è solo perché, in fondo, non ti esprimi mai in maniera del tutto condannabile, ma perché rappresentate un ottimo saggio (e, in fondo, è questo cui voglio alludere OGNI VOLTA che ti ho dato del “berlusconiano”) di italianità, quell’italianità che quando pure non è stupida, non è cialtrona e non è delinquente, ha comunque uno scarsissimo senso reale dei valori sociali, gli manca una visione d’insieme delle cose, evocando nell’immaginazione di chi li critica la figura dei “commentatori da Bar Sport”, quell’italianità cui solo Berlusconi sa strizzare l’occhio. L’Italia in cui tutti sono commissari tecnici della nazionale e che spesso nel dibattito culturale fanno più male che bene. Esempio pratico: oggi è uscita la notizia di un giornalista sardo che ha denunciato nei suoi articoli gli abusi edilizi e gli interessi mafiosi di Golfo degli Aranci. Gli avversari come l’hanno accusato? Come l’hanno voluto screditare? Dandogli del “Saviano sardo”, laddove con “Saviano” si intende cioè del giornalista vanesio, circondato da acritici seguaci e accoliti, che fa crociate contro il malaffare solo per fama e soldi e basta. Difetti, difettucci, anzi nei quasi trascurabili in una visione globale del rapporto Stato-Mafia-società che però rendono bene il fatto che in Italia rompe più i coglioni Saviano che non Jovine o Zagaria. Succedeva lo stesso a Falcone: anche Falcone rompeva i coglioni, anche Falcone aveva i fedelissimi, anche Falcone veniva accusato di essere vanesio, un “Saviano siciliano”: era lui il problema in Sicilia, mica Riina!
    Poi, ad un certo punto Falcone muore ammazzato, la Mafia riprende slancio e il popolo, allora e solo allora, si dispone ad un comportamento ancora più sbagliato: Falcone diventa santo laico e diventa impossibile fare una ricostruzione terza, imparziale, storica della sua figura e del suo operato.
    Anche in questo discorso, pure condivisibile, se ci limitiamo al campo del cinema e delle performing art, non si inquadra lo scenario globale e si indebolisce drammaticamente non appena si pongono due domande, la prima è:
    - così la crisi del cinema è dovuta semplicemente al fatto che il sistema è drogato dai fondi pubblici e si risolve non appena questi verranno completamente eliminati. Sorvolando sul tipico carattere reaganiano/tatcheriano/liberista di questo assunto, siamo davvero sicuri che il cinema italiano, anche negli anni di maggior gloria, sia mai stato del tutto alieno a forme di finanziamento/sussidio pubblico?
    La seconda:
    - Una volta c’erano Mario Cecchi Gori, Titanus eccetera. Oggi, a parte Berlusconi e certi imprenditori della sinistra da tartine che senza fondi pubblici non campano (leggi Procacci), chi in Italia vorrebbe e saprebbe mettere soldi in quest’industria? Forse la necessità di fondi pubblici riflette la piccolezza angusta del mondo cinematografico italiano odierno? E’ un effetto, più che una causa?

    • amlo

      lo sai quel’è il problema tuo? CHE SEI PESANTE.

      • rossella

        mamma mia co sto male! Avevo letto:
        “lo sai qual’è il problema tuo? che sei pensante……
        Giordamas è “affetto da incontinenza verbale” cit.
        :-)

        • Mirko Di Bernardini

          Egregio Giordanomas, dopo 4 anni di attesa lo Stato mi ha appena fatto sapere che il finanziamento al mio progetto di impresa, non verrà preso in considerazione non perchè poco valido, ma sempiclemente perchè non ci stanno i soldi.
          Premesso che la mia era solo una richiesta di agevolazione e che non avevo nessuna intenzione di truffare lo stato e che mi sarei rotto il culo pur di restituirli.
          Premesso che sono 15 anni che mi apro le pacche, facendo il camerire, il muratore, l’operaio, il cuoco e dopo tutto sto tempo qualche soddisfazione me la volevo togliere pure io.
          Premesso che non tengo le varche a mare e che mi sono pure rotto un poco il cazzo di pulire il culo ad una massa di borghesucci radical chic
          Premesso che come sta la situazione mi toccherà continuare a farlo per il resto della mia vita, perchè da buon plebeo non mi posso permettere di sognare di fare qualcosa per cazzi miei (non ho una laurea e ne tanto meno ho fatto grandi accademie cinematografiche).
          Premesso che la mia vita va a puttane e che si sono rubati anche il mio diritto di sperare in un futuro migliore perchè mi toccherà fare lo schiavo tutta la vita (ti dico che l’ultima volta che ho messo piede in una banca a chiedere un prestito ci mancava solo che il direttore mi pigliasse con le pinze).
          Ora fatte tutte queste premesse, caro Giordanomas, che dici se mi sparo un colpo in tesata secondo te lo Stato i soldi a Pinco Pallino ce li da per fare un film sui poveri maronna sfigati come me???
          Magari vedo se riesco a fare riprendere il mio cadavere, così magari può essere che danno una cosa di sordi a mia madre, così almeno sistema a mio fratello.

          Giordanomas, non so dove tu viva, ma di sicuro stai anni luce lontano dalla realtà e la cosa triste che uno quando si vuole fare quattro risate si deve pure sciroppare le puttanate di uno che vive su marte.

          A volte il silenzio è nu bellu fatt’… davvero

          P.s. Il paragone con beni culturarli è ‘na dio di strunzata.

          • Giordamas

            A parte che il cameriere, il call-center, l’operaio, il muratore e il porta-a-porta l’ho fatto pure io, CHE DIAVOLO C’ENTRANO I SUOI PROBLEMI CON LA DISCUSSIONE SUI FILM, SUI BENI CULTURALI E SUI FINANZIAMENTI PUBBLICI AL CINEMA CHE SONO SEMPRE ESISTITI ANCHE QUANDO CI SI PUZZAVA DI FAME ANCORA PIUÌ DI QUANTO NON CI SI PUZZI OGGI?! Il finanziamento pubblico al cinema nasce con FASCISMO, poi è ripreso nel 1958 tramite la creazione di un ente pubblico che si chiama EAGC (che si occupava del finanziamento di pellicole che rispettassero i termini fissati dalla Legge Andreotti del ’54), quindi diventato diretto con la Legge 1213/4novembre del 1965. Che oggi siano mal spesi, ne convengo, figurarsi se mi metto a difendere La Grande Cagata di Sorrentino o altro. Stavo cercando di porre diversamente il problema, dicendo che IL CINEMA ITALIANO DI OGGI FA CAGARE PERCHE’ FA CAGARE, non perché finanziato dallo Stato come le più grandi opere di Antognoni, Monicelli, Risi, Scola, Ferreri e via dicendo.
            Riguardo a lei, non ce la fa a campare in Italia? Vada via come sto brigando di fare io!

          • Mirko Di Bernardini

            Appunto Giordanomas, soldi mal spesi che potrebbero essere usati per fare altro..molto altro.
            Ed è questo il senso del discorso di Amlo.
            Il mio ovviamente era un esempio, dettato dalla rabbia notturna, però alla fine guarda caso, in Italia, il primo che tiene il potere per dire che una cosa sta andando male subito cerca e si piglia i soldi dallo stato (vedi Marchionne per esempio) il resto si possono anche puzzare di fame.
            Buona Giornata

    • Gigio

      Quelli come Giordamas non hanno ancora capito che se il loro partito de sinistra perde sempre più voti e non guadagna più consenso, non sta tanto nell’incapacità della dirigenza del partito bensì nell’attivismo stucchevole dei loro votanti, che ritengono il dare fastidio verso il prossimo come fosse un valore che rafforza la loro presunta verità attirando ammirazione. Ma d’altronde se costoro capissero davvero qualcosina, mica voterebbero per persone che formano un Partito che omaggia nei fatti ad un governissimo assieme al “pedomafiosonanico”, ma poi a parole gridano contro il “pedomafiosonanico” rompendo i coglioni nei fatti. Manco a fargli notare che quando omaggiano a Saviano perché “Stato-Mafia-società“, fanno finta che esista una società che vota ad un Partito che dirige lo Stato governando con un mafioso, essendo mafiosi anch’essi: che se insisti a farglielo notare si offendono pure e ti danno del cretino a TE… LORO che i mafiosi invece li mandano a dirigere lo Stato, si credono la parte sana del Paese perché li votano, e si vantano pure di essere pienamente condannabili. Salvo poi lamentarsene quando li condanni.

    • NM

      E se facessimo al contrario? Cioè, che i finanziamenti i film se li beccano solo se hanno riscontro sul mercato?
      Fai un buon film e incassi una buona cifra? Toh, questi sono i soldi per investire sul prossimo.
      Il tuo film vende anche all’estero? Toh, questi sono altri soldi per fare ancora meglio.
      Il tuo film non ha incassato nulla perché non sei capace? Toh, vattela a piglià nder c…
      (E anche questa proposta è poco equa, perché se io faccio il falegname e faccio bene il mio lavoro lo Stato mi tassa ancora di più)
      Tutto qui. Se sei bravo, stai sicuro che vendi. Non ci sono cazzi, la gente ti apprezza.
      Il mondo così va, meno che per loro che si sono chiusi in questa scatola magica senza alcun contatto con l’esterno.
      Poi vanno all’estero e fanno le figurelle. Se sei una ciofeca significa che non è mestiere tuo.
      Il problema è che vogliono fare tutti gli scienziati perché hanno i complessi di inferiorità, perché guardano indietro invece di guardare avanti; perché non frequentano i barbieri, baristi, artigiani, gente normale da osservare, raccontare, ma solo il loro mondo di aperitivi e tartine. 

      • Giordamas

        In questo modo, la carriera di gente come Antognoni sarebbe finita sul nascere e Pasolini non sarebbe mai riuscito a fare un film. Fiaschi di botteghino come “A cavallo della tigre”, avrebbero impedito a Luigi Comencini di lavorare a futuri successi come “La ragazza di Bube”.

  4. anduoglio

    Io sono contro ai finanziamenti al cinema, non contro la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali. I beni culturali sono beni comuni e sono di proprietà dello stato, è giusto provvedere affinchè siano sempre restaurati e fruibili dagli italiani e dagli stranieri che vengono a portare soldi in italia. Ma il cinema cosa c’entra? Si tratta di film che non sono di proprietà pubblica e in cui si traggono già dei profitti, perchè si debbono zucare anche soldi pubblici? Se poi un film non ha pubblico perchè finanziarlo con soldi pubblici? Se un film fa schifo, lo puoi finanziare quanto vuoi, farà sempre schifo. Ci puoi mettere quante Isabelle Ferrari vuoi che parlano di violenza sulle donne, ma se un film fa schifo, se è diretto male continua a fare schifo. Se un film è bello, può essere fatto pure con poco dispendio di denaro, i mezzi tecnici per fare buone cose con poco ormai non mancano. Alla fine si prendono soldi pubblici, con quei soldi si produce il film (bisogna anche vedere QUANTO di quello che si percepisce viene effettivamente investito per il film, semmai uno si rifà il guardaroba e poi mette le fatture come abiti di scena, non lo sapremo mai) che va al cinema e ha un suo pubblico ed entrano altri soldi, partecipa alle manifestazioni, ai premi e diventa un film di “cassetta”, continua ad avere le sue vendite e poi semmai viene trasmesso in tv e piglia altri soldi per i diritti. Quindi con un film ci si guadagna tante volte: zucando soldi pubblici, con la biglietteria al cinema, con la vendita dei dvd e con i diritti televisivi. E’ giusto tutto ciò? Eppure i film italiani fanno sempre più schifo, senza idee, recitati male, sempre gli stessi attori. Non era meglio come si è fatto il cinema dal dopoguerra fino agli anni ’80? Non c’era un cazzo di niente, il cinema si reggeva sulle proprie gambe e proprio per questo si sono realizzati capolavori in tutti i generi di film e oggi ce li sogniamo persino quei film che in passato erano visti con la puzza sotto al naso (i film di Totò, Franco e Ciccio, la commedia all’italiana, i poliziotteschi, i film di Pierino). Facevamo il buco in petto a tutti, senza finanziamenti e senza un cazzo di niente. Solo perchè per un periodo l’Italia è stata una nazione in cui le cose si facevano come dovevano essere fatta: per bene!

    • Giordamas

      L’equivoco l’ha creato Amlo quando ha scritto, parlando dei finanziamenti al cinema: “Non dovrebbe essere legale stornare neanche un singolo euro dalle casse di uno stato con le pacche nell’acqua per finanziare la CULTURA”, gettando tutto insieme nel calderone.

  5. @ Cicciograna:
    e che venga la flamewar tra cinefili, ci sta gente che fa una vita così misera che non vede l’ora di scrivere “retarded” a uno che 1) non ha mai visto/letto e quindi si pigliano la spaccimma della confidenza a senza motivo, 2) così facendo, scarica un po’ di tensione e magari allontana almeno di qualche giorno il momento in cui uccideranno una persona perché radicalmente repressi. Questa è utilità sociale, direi.

    @ anduoglio:
    “Solo perchè per un periodo l’Italia è stata una nazione in cui le cose si facevano come dovevano essere fatta: per bene!”. Esatto, esatto: (ne parlavo in: http://www.apuntatoellepuntato.blogspot.it/2012/05/appoggio-alla-kultura-madaffacca.html, scusate lo spam, zì Amlè)

    Zì ‘Ntonio.

  6. Bufr

    Secondo me il problema si manifesta medesimo in parlamento.
    Siccome sono delle schifezze, gli uni e l’altro rode di brutto vederli prendere anco 10 centesimi.
    Facessero dei bei film, almeno. Facessero dei bei film.

  7. Mirko Di Bernardini

    Faccio bene io che me ne guardo solo porno.

  8. una notizia buona ve la posso dare: pare – e sottolineo *PARE* – che la ********** stia con le pacche nell’acqua. ovviamente non il succitato, ma almeno quel baraccone finanziato che sputa un film di merda dopo l’altro sì, sembrerebbe che si trovi in cattive acque. almeno siamo riusciti a recuperare i crediti che vantavamo nei loro confronti, quindi spero vivamente che chiuda e tutte le persone che ci lavorano (una in particolare) si scapizzino nei modi peggiori e più diversi