Er Governo de Cinecittà.

Confesso che dopo il fiasco di Umberto D. , Zavattini ed io ci smontammo. Eravamo stufi di lottare contro i mulini a  vento. Non avevamo la vocazione del genio incompreso. “Lasciamo lievitare un po’ i tempi”, disse Cesare. “Vedrai che la gente si risveglierà e prima o poi  potremo tornare a fare del cinema a modo nostro”.

Così  raccontava De Sica a un giornalista, tramandando ai posteri l’unica, immane cazzata detta dal grande Za. Lui e De Sica, che quando cominciarono a lavorare insieme non era certo l’ultimo arrivato nel campo del cinema, si dovevano fare il culo a tarallo per trovare i soldi per finanziare i loro film. I loro film, vale a dire, il top della cinematografia mondiale di tutti i tempi. E, ovviamente, lo Stato italiano, la politica, non solo non aiutava: si opponeva, criticava, metteva i bastoni tra le ruote, come per esempio quel gran genio di Andreotti. D’altro  canto, De Sica e Zavattini erano due artisti, non due mendicanti: loro volevano fare i loro film, e non gli passava per la testa di chiedere soldi e approvazione a un Minculpop, comunque si chiamasse. E’ complicato, ma io ho sempre creduto che, se vuoi fare l’artista, le cose stanno così: tu fai le cose che vuoi fare, poi se il pubblico ti segue, bene, se no te lo prendi a quel servizio e se ti va sbatti pure le mani. Invece noi abbiamo il gran culo di avere un governo che all’arte ci tiene, eccome: se andate qui, scoprite che i nostri simpatici mecenati hanno stanziato 4,5 MILIONI DI EURO l’anno dal 2014 al 2016 per riconoscimento di un credito d’imposta del 30%  a imprese produttrici per favorire produzione di musica e video di artisti emergenti. Non so quanto faccia in asili nido, portantini, infermieri, insegnanti, ma a questo governo sembra giusto stanziare questa cifra non per quello che mette la flebo a vostro padre malato, ma per favorire i cantanti emergenti, e così ci siamo fatti pure il Governo Castrocaro.

Però, direte, dài, sei il solito trombone (qualcuno, cui evidentemente parlare di sprechi sfastidia, mi darà del grillino), in fondo son due lire. Giusto. Consoliamoci col cinema: in fondo ogni giorno sui giornali de sinistra leggiamo appelli, contrappelli e adunate ardimentose e oceaniche di cinematografari de sinistra che piangono perché il cinema sta morendo, come se la cosa non funzionasse che tu autore scrivi e dirigi, tu attore reciti, il produttore caccia i soldi, la gente va al cinema. No, pare che non funzioni così. Pare che servano soldi, e che questi soldi i produttori non li vogliano cacciare e che nemmeno si fidino del loro pubblico. Quello, si sa, è volubile, poi magari a cinema non ci va, e loro, poverini, come fanno? Quello poi si sa che registi, attori e sceneggiatori guadagnano due lire e il loro pensiero è rivolto solo ed esclusivamente alle maestranze. E se volete sapere quanto se ne preoccupano, basta che guardate con che macchina arriva sul set l’attorone de sinistra e con quale arriva l’elettricista o la segretaria di produzione.

Così, er governo de Cinecittà ha giustamente deciso che in tempi di crisi, che basta soldi a quei pezzenti di impiegati pubblici (tanto per capirci, gli insegnanti dei nostri figli, i medici che ci curano ecc), quindi stanziamo, sempre qui, 45 MILIONI DI EURO PER IL 2014 e 90 MILIONI DI EURO ANNUI A PARTIRE DAL 2015 per il settore cinematografico. E’ una cosa bella, no? Siete contenti? E certo che siete contenti. Si vede però che i mass media vi vogliono male, perché ieri ho letto titoli che inneggiavano alla lotta agli sprechi del Governo Hollywood, con fanfare per la lotta alle auto blu, ma di questa cosetta di decine di milioni di euro all’anno, non ho letto una mazza. Sarà che so’ anziano e ce vedo poco.

Comunque, so’ contento, e mi auguro che siate contenti con me. E che prima di andarvi a vedere un BEL FILM ITALIANO vi informiate se ha preso i soldi vostri e quanti ne ha presi. Dopo di che, andate al multisala, e pretendete di entrare gratis. In fin dei conti, quel BEL FILM ITALIANO l’avete pagato voi.



4 Commenti

  1. anduoglio

    Anni ’40-’50-’60-’70 i film italiani rompevano il culo a tutti in tutto il mondo. Fino agli anni ’80 qualcosina di buono si è fatta, dagli anni ’90 in poi è stata l’apoteosi della merda. Come mai le imprese di altri settori vengono spellate dalle tasse e poi lasciate fallire con conseguenze per decine di migliaia di famiglie mentre i settori “artistici” incapaci di produrre qualcosa di interessante da decenni vengono nutriti come dei maiali a ingrasso? Il cinema italiano fa schifo, la letteratura ancora di più e i letterati italiani contano quanto può contare uno scrittore dell’isola di Palau. Eppure i soldi se li vanno a schiattare nel mazzo sempre, ogni anno, con o senza crisi, zucandosi i soldi delle tasse pagate dalle imprese che falliscono in altri settori perchè l’Italia, oltre a zucarsi tutto in tasse, distrugge il mercato interno e non agevola le esportazioni. 

  2. achira curiosava

    A quanto pare verranno finanziati solo i film che vedranno Toni Servillo come protagonista. Inoltre Nanni Moretti non beccherà un quattrino perché in passato ha criticato il PD. 

  3. Bufr

    Il ragionamento quadra però solo in parte.
    In Germania i finanziamenti pubblici hanno regalato quasi tutta la produzione di Fassbinder.

  4. Giordamas

    Mi pareva di aver già ricordato che il finanziamento pubblico alle opere cinematografiche non l’hanno inventato i magliari del PD, ma che già dagli anni ’60 era diventato un sostegno oramai imprescindibile all’industria cinematografica italiana, e non solo italiana.
    Allego, allora, questo post che ci parla un poco di questo, comunque spesso discutibile, strumento e della sua storia:
    http://www.tafter.it/2010/03/17/i-finanziamenti-pubblici-al-settore-cinematografico/
    Piccoli spoiler:
    “Nel 2004…il Fondo di garanzia viene così cancellato e vengono apportate ulteriori modifiche attraverso le Legge Urbani: i criteri di accesso ai finanziamenti diventano più rigidi, il contributo del 90% viene mantenuto solo per le opere prime e seconde, mentre scende al 50% per tutte le altre realizzazioni” (ergo i Moretti e gli Amelio se lo devono comunque fare un poco di mazzo per trovare i soldi per produrre le proprie opere);

    “Il sostegno statale alle opere filmiche è garantito inoltre dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), istituito nel 1985, il quale per l’anno 2008 è stato di circa 90 milioni di euro, 69 milioni per il 2009 e 76 milioni da poco annunciati per il 2010.
    Una somma non paragonabile a quella di altri paesi europei, come ad esempio la Francia (dove non è che il cinema faccia tutto quanto proprio schifo schifo, n.d.s.), che mette a disposizione del comparto fondi di circa 8 volte superiori accumulati grazie a somme provenienti da biglietti del cinema, dvd e tv commerciali e dirottate nel settore cinematografico di qualità.”

    Pensiamoci.