La scomparsa di Iva Zanicchi.

Quando il mondo era una cosa più o meno comprensibile, le cose si dividevano in due: la roba buona e la roba di merda. Della roba buona è inutile parlare, perché, semplicemente, non ce n’è più. E’ finita anni fa. Ma il problema vero è che è finita anche la roba di merda, e questo è il guaio di cui sembra non essersi accorto nessuno. Mi spiego: prendiamo i dischi di, che so, Al Bano o Iva Zanicchi. Bene, nessuno può mettere in discussione il fatto che fossero dei dischi di roba brutta: nessuno si sarebbe mai azzardato a dire cazzo però i dischi della Zanicchi. Era roba per nonne e zie rincoglionite, o per poveracci con gravi difficoltà intellettuali. Però c’è una cosa che non poteva essere messa in discussione, e cioè che la Zanicchi, sebbene facesse i dischi che faceva, sapeva cantare. Nessuno di quelli che amava Al Bano sapeva cantare come Al Bano, perché anche per fare le cose brutte era necessario possedere delle qualità. Per scrivere un giallaccio mediocre, o un racconto d’amore per sciampiste, era necessario non lasciare buchi nella trama, né era consentito perderti i personaggi per strada. Insomma, era richiesto saper fare qualcosa, avere una tua personalità, e anche le schifezze erano diverse tra loro: facevano tutte cacare, indistintamente, ma ognuna in modo diverso: Santo e Johnny non erano uguali a Fausto Papietto, la Carrà non faceva i pezzi uguali a Rosanna Fratello eccetera.

Adesso invece, il mondo è cambiato. Adesso c’è internet, con un’offerta in teoria spaventosamente vasta, invece se andate a vedere le classifiche vi rendete conto (almeno me ne sono reso conto io, e questo mi basta), che l’unico vincitore, in tutte le classifiche, è il pubblico. Attenzione: non sto dicendo che ormai si fa solo roba brutta: quello che dico è che si fa solo UNA COSA. Appurato che non c’è più roba buona, non c’è più neanche la pora Zanicchi: oggi col cazzo che le farebbero fare un disco. Se guardate i primi posti delle classifiche, e parlo di tv, libri, dischi, fumetti e cinema, vi accorgete di una cosa: che il livello degli artisti al top non è tarato sul suo pubblico, è esattamente quello. Il comico tv fa esattamente le battute che qualsiasi suo spettatore è perfettamente in grado di fare (e lo fa, su twitter o facebook).  Lo scrittore alla moda scrive esattamente come scrive quello che si compra i suoi libri; anzi, i suoi libri vendono proprio per quello, perché il cretino che si compra i libri non si sente minacciato da un fesso che sta esattamente al suo livello. Anche un ragazzino delle medie, anche una sciacquetta può scrivere come il primo il classifica, anche un dentista è in grado di buttar giù una scaletta di domande come quelle dei più seguiti talk show. Non c’è più spazio nemmeno per Al Bano, che infatti manco canta più: fa Al Bano in televisione, e  dice le stesse cose che il suo pubblico è capace di pensare e di dire in qualsiasi momento. Non è un caso che gli autori più osannati siano quelli de sinistra, che hanno raggiunto una tale omologazione con la massa dei cretini de sinistra (che trent’anni fa avrebbero votato il Msi senza pensarci due volte), da essere indistinguibili da loro: l’autore di successo e il suo pubblico sono capaci di fare le stesse cose. Solo quelle, niente di più. I sciemi hanno raggiunto un livello tale di supponenza che non permettono a nessuno di essere migliore di loro, di fare arte meglio di loro, neanche di saper cantare meglio di un ricottaro che consegna le bombole del gas. Se sei capace di scrivere meglio di quelli che devono comprare i tuoi libri, i libri non te li comprano: come cazzo di permetti, che so, di saper suonare meglio di me? Nell’editoriale della mattina, nel pistolotto antimafia, nello show de sisnistra si aspettano di sentire le stesse identiche cose che sono in grado di pensare da soli.

Sono talmente stronzi che pagano per sentire o leggere qualcuno che è al loro stesso livello, anzi, meglio se è più ciuccio di loro.

E noi, idioti a pensare che il guaio fosse il fatto che non c’è più un Bianciardi, uno Scerbanenco. Non avevamo capito che quelli erano geni (veri), e che il problema vero, la valanga di merda non arriva quando manca un Bianciardi, ma quando non c’è più spazio nemmeno per Iva Zanicchi.



19 Commenti

  1. E’ una riflessione che faccio spesso. Ormai sono arrivato a sintetizzarla in:

    La dittatura del marketing ha ucciso definitivamente qualunque valenza pedagogica nelle produzioni culturali.

  2. Valentina

    Le hanno appena fatto uscire un album… http://www.amazon.it/In-Cerca-Di-Zanicchi-Iva/dp/B00GCZ8MUM (dove evidentemente non c’è lei sulla copertina ma una di 30 anni più giovane a cui hanno messo le stesso neo…)

  3. Boris

    I sciemi erano maggioranza anche prima ed erano fastidiosi lo stesso, quando ad esempio per forza si dovevano sentire duecentomila versioni diverse di cuore-amore mentre tu volevi startene in grazia di dio con i Clash e poi ti venivano pure a schifare perchè ti sentivi la musica drogata.
    Paradossalmente sto più tranquillo oggi che mi sento i gruppi smerzi solo io, che almeno nessuno mi sfraveca la uallera, piuttosto che ai tiempi belli che non sia mai la maronna il gruppo che piaceva a te andava in classifica e lo iniziavano a sentire cani e puorci (tra l’altro automaticamente diventava pure un gruppo di merda).

  4. Boris

    Per quanto sopra ti chiedo formalmente di non diventare mai famoso, se mai ti servisse una cosa di soldi e vuoi mettere l’ebook a 20 euro oppure passare direttamente alle collette sul sito come wikipedia, io te li dò lo stesso e dico pure grazie.

  5. barnabo

    Ammappete che tetta la iva!

  6. Farei comunque notare che Iva Zanicchi è Eurodeputata. Dico: eurodeputata.

  7. la colpa è tutta di Mike Bongiorno

  8. Lilly

    è tutto vero. Lo stesso vale per la politica.
    Per deputati eleggono quelli che sono AL LORO LIVELLO e che hanno le loro stesse ambizioni:
    1 Andare a troie; 2 non prendersi mai colpe; 3 vivere nel lusso; 4 chiudere la bocca alle obiezioni;
    Del fatto che questo livello e queste ambizioni NON BASTINO PER GOVERNARE UN PAESE, poco gli importa, quindi eleggono il merdone per 3 volte di fila perchè LI RAPPRESENTA.

  9. anduoglio

    ma non solo iva zanicchi, qua sentiamo la mancanza di gigione, fulvio marzocchella e nino minieri. per non parla dello scomparso patrizio esposito. gente che sapeva fare il proprio mestiere. in passato c’erano i grandi artisti e i professionisti (gente senza velleità artistiche che campavano del proprio lavoro). in ogni caso la prerogativa minima era saper fare il proprio lavoro.

  10. anduoglio

    De Laurentiis, caccia i soldi

  11. Val

    Ragazzi, basta col pessimismo ad oltranza, la svolta è arrivata: Matteino Renzi ha vinto le primarie e si avvia a diventare, se non se lo inculano i suoi amici democristiani della fazione-Letta, il prossimo presidente del consiglio. Un futuro di gioia, prosperità e meritocrazia attende il Belpaese. Viva l’Italia, viva la Zanicchi!

  12. Giordamas

    Santo! Santo! Santo! Le parole! Si sono avverate le profezie di McLuhan. E questo ovunque nel mondo. Qua sta la tragedia.

  13. Giuseppe Di Caprio

    Mi sono fermato a meta’ perche’ e’ stato scritto UGUALE nel 1961 da un certo Umberto Eco. Complimenti per l’originalita’.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomenologia_di_Mike_Bongiorno

    • amlo

      e se invece di leggere i bignamini di wikipedia avessi letto il saggio (che trovi sul primo Diario minimo), avresti capito una cosa: che Umberto Eco è Umerto Eco e io non sono nessuno, ma soprattutto che quello che ho scritto non ci azzecca un bebamato cazzo con il saggio di Eco. Che io ho letto a suo tempo, e tu no.

  14. Giuseppe Di Caprio

    Ho letto il primo il secondo per intiero. Non a suo tempo, perche’ non c’ero ancora. E’ ovvio che “non c’azzecca”, il tuo e’ molto peggio, quello che e’ vero e’ che non aggiunge niente. E non impressioni nessuno con la tua volgarita’, se voglio so essere molto piu’ volgare di te.

    • amlo

      le cose che scrivo io sono molto peggio di un sacco di altre cose, ma questo non significa che tu non abbia scambiato il cazzo per il banco dell’acqua. Non dico che sono bravo: dico che hai sbagliato a capire.

  15. Giorgio

    Vero, le arti popolari (nell’accezione alta) sono sempre più popolari (nell’accezione bassa) e i protagonisti sempre più uguali al pubblico di riferimento. In ambito musicale vincono le puttanate sanremesi (e vabbè), il tormentone estivo (da celebrare a dicembre nel cinepanettone) , le cosette della pubblicità (“de chi è quella bella bella nello spotte der biemmevvù??) e i talent con gente di 20 anni che piace alla gente di 70 (mai successo nella storia dell’umanità). Non sono d’accordo sul fatto che non esista più la roba buona. Di roba buona il mondo è pieno. Basta andarsela a cercare. Noi italiani siamo quel popolo che quando nel mondo uscivano i capolavori di Doors, Hendrix, Velvet Underground, Zappa, Beatles, Stones avevamo in classifica Little Tony, Celentano, Don Bachy, e Nico e i Gabbiani! Sempre stato così. Oggi pure. Ci si accontenta di Ligabue e Biondi mentre si potrebbe avere Black Joe Lewis e Mavis Staples. Il grande Freak Antoni lo urlava in tutti i concerti: Largo all’avanguardia, pubblico di merda!