Senza chiedere il permesso.

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Parafrasando Ettore Scola per bocca del rag. Palmarini Osvaldo, potremmo anche dire, e abbiamo inventato un modo nuovo per parlar male dei lavoratori. Arieccoci. Anche Umberto Eco si accoda alla schiera degli haters dell’Internet. Il che mi va anche bene, ognuno odia chi gli pare, ci mancherebbe pure. Solo che accusare la gente di fare chiacchiere da bar sui social network facendo chiacchiere da bar non è proprio il massimo. Perché dire che un cialtrone da bar ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel, è una chiacchiera da bar, ed è pure stupida. Perché, nonostante l’opinione del professor Eco, le cose stanno esattamente così. A parte che trovo molto più interessante e onesta qualsiasi cazzata pronunciata da un alcolizzato davanti al suo grappino che le balle imperialiste del premio Nobel per la Pace (per la Pace, eh) Barack Obama, qualcuno informi il prefessore che anche prima della sua odiata Internet, gli imbecilli avevano e hanno effettivamente lo stesso diritto di parola di un premio Nobel.

Quello che non hanno, e che non è, appunto, un diritto, è la stessa autorevolezza, la stessa rete di relazioni, e, nel caso del premio Nobel per la Pace Barack Obama, la possibilità di bombardare coi droni chi non la pensa come lui. Per il resto, se ne facciano una ragione gli odiatori della Rete, le persone nascono uguali e con gli stessi diritti, quello di parola compreso.

Ma io so perfettamente che non è quello a infastidire il prof.: non è la libertà di parola che teme, è il crollo di un sistema, il suo, che è infarcito di imbecilli, corrotti, pressappochisti, scopiazzatori, intrallazzieri. Non che voglia difendere i disonesti, ci mancherebbe, eppure quanto sarebbe carino se uno che nel sistema universitario vive da decenni si guardasse intorno e, invece di criticare la rete, dicesse che l’Università italiana è al collasso anche perché è piena di insegnanti semideficienti? Se uno che scrive sui giornali da lustri si accorgesse che le recensioni son tutte marchettate, che le notizie non sono verificate (quando non falsate o montate), che gli editori che pubblicano i suoi libri fanno uscire anche delle porcherie indegne? Dice, ma in Rete ci sono i nazisti, gli anti vaccinisti. Come se Hitler fosse andato al potere partendo dal suo profilo facebook, come se in Italia non avessimo gente anche peggio dei cretini antivaccini, vedi gli obiettori di coscienza.

Comunque, la notizia (a patto che sia vera, in fin dei conti l’ho trovata su Internet, lo stesso posto pieno di librerie on line che vendono i libri del prof.Eco) non mi stupisce. Che le cose vadano così, non è una novità; è che io sono cresciuto in un sistema in cui Fanfani blaterava, Montanelli gli dava ragione, poi, per fortuna, arrivava Fortebraccio e li smerdava a tutti e due. Oggi invece i fanfani parlano, i montanelli osannano e i Fortebraccio, semplicemente, non ci sono più.

Se non in Rete, l’odiatissima Internet. Che, come il resto del mondo, è piena di stronzi e di imbecilli, ma anche di gente in gambissima, che rifiuta il pensiero mainstream cui il prof. Eco fa riferimento, e che scrive quello che gli pare.

Senza chiedere il permesso a nessuno. Nemmeno al professor Eco, guarda un po’.



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