Franzen o Spagnen.

Niente paura, il nuovo libro di Franzen è un bel libro. Non è un gran libro, è tutt’altro che il Grande Romanzo Americano, non è neanche la metà de Le correzioni ma è bello. Però non è quello che poteva essere.  Diciamo che potrebbe anche essere scambiato per un discreto Irving (per intenderci, non Garp o Hotel New Hampshire), ma insomma sono soldi spesi quasi bene, e non è poco.

Questo vi dovevo, questo e una riflessione.

E cioè che nelle 600 pagine di Libertà Franzen fa una cosa che dovrebbe insegnare ai suoi amici italiani: racconta delle storie, belle o brutte, ma STORIE.  Scrive dialoghi che non sembrano scritti da un ritardato del sedicesimo secolo o da un barone universitario del diciannovesimo. Che è esattamente come scrivono invece gli italiani, convinti, chissà mai perché, di essere invece interessantissimi dal punto di vista umano e personale. Gente che vive in un mondo a parte: Miserabilandia.

Ps. La copertina però fa veramente cacare.



4 Commenti

  1. mp

    vero, il problema dei dialoghi è un problema grosso. se sembrano usciti dalla vita vera allora bisogna fare i complimenti anche e soprattutto alla traduttrice. io comunque passo ore a sentire la gente parlare in treno e non c’è niente da fare: riprodurre in modo realistico la perfezione di quei dialoghi così veri è difficilissimo. forse è il più grande ostacolo per uno scrittore che pretenda di non far cagare. una soluzione è scegliere un protagonista muto, oppure un robot che si esprime solo con zero e uno. ah, a me la copertina (bruttissima) ricorda twin peaks.

  2. scusass, casomai ti fossero sfuggiti volevo segnalarti costoro:

    http://www.youtube.com/watch?v=1uqSk0vbVlM

    caldeggio la sottoscrizione del canale :)

  3. O la copertina è un messaggio subliminale di Auchan.

    Zì ‘Ntonio.