Hate speech.

Mi  sono alzato all’ennesimo tentativo, riuscito, dell’intervistatrice di estrarre dalla bocca di una mamma distrutta dal dolore il grido che accusava “ il Web”: era (è)  la madre di una bambina, a 12 anni si è bambini, che si è suicidata perché prima ripresa in video mentre da ubriaca faceva sesso e poi bullata in vario modo e infamata su un social network. Me ne sono andato perché sono padre, perché sono un essere umano e avrei voluto solo abbracciare quella donna e chiederle perdono. Per il modo in cui stavano usando il suo dolore, di lei che pure diceva di responsabilità diffuse e di vita reale. Me ne sono andato per il modo in cui stavano usando la sua lucidità che gli dava perfino un po’ fastidio, visto che non era proprio mirata sulla Rete. Andava fuori tema, la mamma della vittima.

Se non lo avete ancora fatto avete fatto male, quindi andate qui e leggetevi intero il bellissimo pezzo di Vittorio Zambardino che vi racconta esattamente, e non con un compiacente e zerbinato comunicato stampa cos’è successo davvero al convegno dall’orrido nome di No Hate Speech organizzato dal presidente della Camera e dalla ministra Idem. Il pezzo è bellissimo, come al solito succede coi pezzi di Zambardino, e sul fatto non c’è niente da aggiungere. Se non quello che molti di noi, in rete, vanno ripetendo da un po’: ovvero che c’è un fastidio che continua a montare del potere contro la rete. Il guaio è che loro ce l’hanno con quello che di buono la rete è riuscita ad esprimere nonostante quello che la società italiana in rete riversa: e per società italiana intendo anche quelli che hanno votato per fare della signora Boldrini il presidente della Camera e della signora Idem un ministro della Repubblica. La società italiana è piena di merda, punto. E’ ovunque, su Internet e fuori. Ma ripeto, ha già detto tutto, meglio di quanto potrei fare io, Zambardino.

Volevo, da parte mia, aggiungere solo una cosa, che ho già detto mille volte e che mille volte intendo ancora ripetere. Che se mai arriverà una legge per regolamentare il web, potrà essere solo una legge assassina. Non spariranno le pagine omofobe, non spariranno i nazisti, non spariranno i rattusi e i molestatori. A scomparire, ci scommetto, saranno quei quattro blog che ancora vi raccontano le cose come stanno: non scompariranno gli account twitter di quelli vedete ogni cazzo di santo giorno in tv e sui giornali a pubblicizzare loro cazzate; semplicemente, verranno costretti al silenzio quelli che sugli account twitter del potere vanno a chiedere conto. Vi stanno ripetendo che ci vuole una legge, e fanno finta di non sapere che le leggi ci sono già, che c’è un cazzo di codice civile e un cazzo di codice penale, e che quando si vuole trovare qualcuno in rete, vedi il caso del fotomontaggio che vedeva coinvolta la signora Boldrini, questo qualcuno si trova e basta. Basta volerlo. Ma loro vi dicono che ci vuole una legge, anche se, come dice Taleb, tutti sanno che è sempre meglio navigare a vista che con mappe sbagliate, e che solo un pilota cretino penserebbe di usare le mappe aeree di Boston per atterrare a Palermo. Non la conoscono, la Rete, e va bene. Ma nessuno mi leva dalla testa l’idea che il fastidio di qualcosa che non possono controllare nominando un direttore generale o un caporedattore sia, per loro, una spina nel fianco.

Nonostante la società civile strilli a cazzo di cane contro il femminicidio, per esempio, io in rete trovo ancora qualcuno che parla di femminismo. Non mi pare poco. Ma è una cosa fastidiosa, per chi sui convegni contro il femminicidio invece ci campa.



3 Commenti

  1. anduoglio

    Andrà a finire come dici tu: resteranno pedofili, nazisti, truffatori, bulli, stalker, mafiosi (tutte categorie abituate ad essere fuori legge, ad aggirare le leggi, a cautelarsi per non essere scoperti) e pagheranno i blogger, qualcuno pagherà ad esempio per tutti e verrà usato come deterrente per aver detto qualcosa contro qualche ministro o presidente, qualche padre di famiglia si suiciderà perchè sputtanato per detenzione di foto di patene sull’hard disk (come accadde qualche anno fa, quando uno si suicidò perchè sputtanato pubblicamente in un paesino per essere stato beccato con una puttana), ma il resto, la melma vera (quella che violenta e uccide, quella che compie i reati, che distrugge vite) non verrà toccata, perchè abituata nella vita reale a combattere con la legge (cosa cambia per la melma una legge su internet?). C’è puzza di caso Girolimoni, quando Mussolini speculò sui casi di pedofilia e Roma per promulgare la pena di morte (estesa agli aspiranti omicidi di re, regina, capo dello stato e altri delitti generici contro lo stato) e soprattutto nello stesso giorno per indire il tribunale speciale, che agirà immediatamente contro i nemici del fascismo. 4-5 anni dopo il codice Rocco estenderà la pena di morte a molti reati comuni, soprattutto politici e il numero di condannati a morte per reati di pensiero fu superiore  ai condannati colpevoli di fatti di sangue

  2. Andrea

    Bravo, ben scritto.

  3. anduoglio

    Domani Lucarelli: mandate le domande!!!
    La Repubblica delle idee. Saviano. Jovanotti chiama Benigni.
    Se non ora quando.
    Fondata sul lavoro.
    Femminicidio.
    Manifestazione contro la povertà.
    Il popolo viola.

    Looooooooooooooooteeeeeeeeee!