Non siamo tutti Charlie Hebdo.

Ogni volta che succede una cosa drammatica come l’assalto a Charlie Hedbo succede che si aprono le fogne, e ne vengono fuori i soliti fondamentalisti del pensiero a reti unificate (pensiero unico è troppo, per questa gente qua); quelli che ti dicono cosa devi dire, quando lo devi dire, chi devi biasimare, a che ora e in quale modalità. Un rituale che va ben oltre l’elaborazione del lutto. Non ha funzione consolatoria, non mira al superamento. Vuole invece che tutto si svolga esattamente secondo una cosa che tutto è tranne un rituale, che invece ha sempre una sua sacralità. Questi pretendono, invece, che tu ti attenga al copione. Che, nel caso della strage al Charlie Hebdo, recita più o meno: porca puttana che sciagura-maledetti dovete morire-cambiamo la foto profilo e mettiamoci quella dele vittime-sentiamo che dicono gli opinion leader e facciamo sìsì-rompiamo il cazzo a chi non fa esattaemnte come facciamo noi.

Se non fai così, se non fai come fanno tutti, sei una merda, uno che non condanna il fondamentalismo e le stragi.

Solo che fare così era esattamente il mestiere dei morti e dei sopravvisuti di Charlie Hebdo.

Che non a caso, da tempo,stava sul cazzo a tutti. Dai fascisti della Le Pen, gli amichetti di Salvini, alla sinistra radicale, che li accusava di essere islamofobici; un range di nemici che, per chi cerca di non pensare a reti unificate, è una medaglia d’onore, da appuntarsi sul petto e sfoggiare con orgoglio. Per questo mi incazzo, perché è chiaro che non tutti hanno il diritto di dire siamo tutti Charlie Hedbo. Non basta raccogliersi come schiattamorti intorno ai cadaveri per perorare le vostre cause di merda. Questi, invece, sono morti per una causa che non era la vostra: era la loro. Era la causa dell’intelligenza, del non dire quello che dite voi, del non pensare se prendere una posizione ti porterà denaro o nemici. Era la causa del dirlo perché lo pensi e nei modi che vuoi.

Che oggi, a piangere i morti e a sfruttare il dolore dei sopravvissuti, ci siano quelli che mai e poi mai avrebbero permesso a Charlie Hebdo di esistere, e se fosse esistito avrebbero fatto carte false per farlo chiudere, non mi sta bene. Voi che vi lamentate se uno scrive cazzo o se non applaude i vostri comici preferiti, che segnalate su Facebook (maestra, quello dice le male parole!), guardatevi bene la copertina di Charlie in cui si vedono Padre, Figlio e Spirito Santo che giocano a incularella, e chiedetevi se l’avreste comprato, quel numero lì. Le parole contano, e almeno davanti alla morte, dovete sapere che la regola del vale tutto non funziona. Ecco perché non tutti possono dire siamo tutti Charlie Hebdo.

Io non posso perché non sono mai stato abbastanza bravo, e perché sarei scappato al minimo accenno di minacce: lo ammetto. Mi sarei rintanato tremando come un sorcio.

Ma voi, voi, non siete Charlie Hebdo perché eravate tutto quello che Charlie Hedbo combatteva.

Piangetevi i vostri, di morti.

 



108 Commenti

  1. Barbara Mazzeti

    grazie, perchè pure se colpisci duro, hai ragione.

  2. LFK

    Io avrei fatto come loro, ma non sono loro. Forse sì, se avessi ricevuto minacce di morte avrei abbassato il tiro, non lo so, perché non mi è mai successo. Io non sono Charlie, come non lo sei tu. Odio questo diventare ciò che conviene. Certo, una morte così… porca miseria, me la sogno la notte. Spero solo che non colpisca altre persone, estranee al mio sfidare la sorte.Â
    Buona giornata Amleto.

  3. Giordamas

    Al netto delle strumentalizzazioni politiche da Le Pen a Salvini, se neanche dopo quanto è successo succede che tutti si riconoscano in Charlie Hebdo, nella libertà e nell’intelligenza, ne’, ma che valore avrebbe la loro morte? Dove sarebbe la loro vittoria? Pensa, se oggi fossimo tutti Charlie Hebdo, forse in Europa, almeno in quella un poco più civile, in Italia non so, nessuno si permetterà più di censurare e pretendere chiusure o teste di direttori.

    • Andrea

      secondo il dichiararsi “io non sono Charlie” è rendere omaggio a quelle persone.
      “io non sono Charlie” non perché non sia solidale con CH, non perché non pianga la morte dei redattori di CH, ma perché io, ripeto: io, non sono all’altezza di scrivere quella frase.
      potrei scrivere “io sto con Charlie”, ma di sicuro non “io sono Charlie”.

    • Frak

      Hai centrato il punto

  4. Vincenzo

    Love, Love, Love

  5. Michele

    Ottimo, anche non dire nulla sarebbe bastato, ma condivido in pieno.

  6. atropo

    non è che se uno non condivide la copertina dell’incularella e non se la metterebbe come foto profilo, automaticamente vorrebbe vedere charb e co. massacrati da un kalashnikov eh…diciamo che tra nero e bianco qualche sfumaura di grigio esiste.

    • amlo

      certo che nessuno, manco salvini, può mai essere d’accordo con la strage. ci mancherebbe. ma lui è tutto ciò che Charlie Hedbo odiava, e questo è.

  7. Italo Pavone

    quante cazzate dici !! vuoi biasimare il conformismo ma sei peggio del peggior conformista perché sei retorico e fai dietrologia. se qua, se là, se prima, se dopo…bla bla bla

  8. Andrea

    è vero: io non sono Charlie, non sono all’altezza di dichiararmi uguale alle persone uccise ieri.
    non ho la qualità del loro pensiero, un pensiero che comunque non avrei saputo tradurre in parole e disegni e soprattutto non avrei saputo, anzi: voluto vivere questo pensiero con la radicalità dimostrata da queste persone.
    ed è per questo che piango due volte: per la scomparsa di esseri umani, naturalmente, ma soprattutto per la scomparsa di persone capaci di pensare, scrivere e vivere queste parole:
    Rire, bordel de Dieu (15 Oct 2012)
    Peins un Mahomet glorieux, tu meurs.
    Dessine un Mahomet rigolo, tu meurs.
    Gribouille un Mahomet ignoble, tu meurs.
    Réalise un film de merde sur Mahomet, tu meurs.
    Tu résistes à la terreur religieuse, tu meurs.
    Tu lèches le cul aux intégristes, tu meurs.
    Pends un obscurantiste pour un abruti, tu meurs.
    Essaie de débattre avec un obscurantiste, tu meurs.
    Il n’y a rien à négocier avec les fascistes.
    La liberté de nous marrer sans aucune retenue, la loi nous la donnait déjà, la violence systématique des extrémistes nous la donne aussi.
    Merci, bande de cons.
    https://web.archive.org/web/20130524025216/http://www.charliehebdo.fr/news/rire-bordel-de-dieu-619.html
    senza di loro il mondo è davvero un posto peggiore.

  9. Tiberio Malaparte

    Hai pisciato fuori dal cesso. Sarà la vecchiaia. Perché TUTTI hanno non il diritto ma il DOVERE di difendere la libertà di stampa. Il diritto è quello di criticare ciò che si stampa. Se uno scrive “Dio porcone” ho il diritto di riderne o quello di criticarlo, di redarguirlo  dicendogli che mi ha offeso ma non si può tacere sulla strage perché solidarizzare, in questo caso, non è un diritto acquisito da chi condivideva il modo di far satira delle vittime: è un preciso e immancabile dovere.

    • amlo

      e CHI HA MAI detto di tacere sulla strage? sarà la giovinezza, sarà che non sai leggere, ma la pisciata te la sei presa in testa.

      • Tiberio Malaparte

        E che se chi non avesse mai permesso a Charlie Hebdo di esistere o avesse storto la bocca di fronte alle sue vignette oggi si schiera con esso io lo trovo giusto. A me fa bollire il sangue un “bellosguardo” Gasparri che incita alla guerra per ciò che è successo, e sul “cosa fare adesso” che pochi dovrebbero metterci bocca. Ma esser Charlie oggi lo vedo come un dovere civico. Quanto sia utile, beh…. credo poco, guaglio’ (cogli l’ironia in merito alla polemicuzza vecchiaia/giovinezza!). Poco nell’immediato. Però anche l’ipocrita che – almeno in questo caso! – si ravvede di fronte all’enormità del fatto va incoraggiata

  10. Stefano

    Sentite un po’: io che passo una parte del mio tempo in ginocchio (e chissà se morirò in piedi), non avrei mai comperato quel numero di Charlie Hebdo. Anche perché manco sapevo che esistesse quel giornale. Però viene il momento in cui è necessario schierarsi senza troppi distinguo. Mobilitazione di massa, non so se mi spiego: “Il n’y a rien à négocier avec les fascistes”. Poi ognuno sia libero di disegnare quel che gli pare, e di leggere quel che gli pare.

    • amlo

      hai detto una cosa bella e giusta. ma io penso che per schierarmi devo sapere CHI ho al mio fianco. se c’è, salvini, per dirne una, io non ci sarò. mai.

    • Francesca

      ecco. Hai detto tutto quello che c’era bisogno di dire.

  11. [...] Non siamo tutti Charlie Hebdo. [...]

  12. Ciccibutto

    Che pezzo meraviglioso! Così bello che non lo vedremo mai sulla stampa italiana! Infatti de bortoli che ieri si vantava che avrebbe pubblicato le vignette di CH quelle veramente dure si è cacato sotto di pubblicarle….e poi è verissimo che quando succedono queste cose anche le scarde di cesso si credono un diritto di dire la propria (strunzata)  <> (Carmelone) … Ecco perché in fondo in fondo sono un po’ filo-ISIS…

    • Ciccibutto

      il virgolettato ( Sarà ora di finirla con questa libertà di stampa !!!) era di Carmelone Bene, non sono riuscito a scriverlo

  13. Anna

    Non sei Charlie Hebdo perché non ti viene negato di diffondere questa opinione.

  14. noi siamo Charlie Hebdo non perché condividiamo il loro pensiero o stile satirico, ma perché condividiamo insieme a loro il valore della libertà di espressione. Ecco perché siamo tutti Charlie Hebdo. Non credo sia difficile da capire. Avete fatto un articolo apparentemente originale ma che in realtà nasconde una fragilità strutturale dei contenuti. I miei complimenti. Ennesima dimostrazione di degrado di informazione.

    • amlo

      prima di tutto qui non si fa informazione. poi col cazzo che siamo tutti Charlie Hebdo: le cose bisogna meritarsele, e io per primo non posso dirlo. se tu puoi, e non a chiacchiere, non posso che farti i miei sinceri complimenti.

  15. Manuela

    No, io non l’avrei comprato. Ma la questione e’ un’altra, per come la vedo io, nella mia modestissima opinione: c’e’ liberta’ di stampa e di espressione, ognuno scrive o disegna quel che gli pare, il lettore e’ libero di fruire di un bene o no. Se non ti piace, non lo compri. Se ti offende, non lo leggi.

  16. silvio

    Mi sembra una posizione narcisistica che non riesce a vedere iil significato storico del “siamo tutti ….”

  17. Donatello

    Comunque trovo il tuo commento pieno di retorica e demagogia…non credo che chi abbia scritto ” io sono CHARLIE ” si sentisse veramente come CHARLIE Hebdo, credo di più che lo abbia scritto sulla scia di un’onda emotiva, per difendere virtualmente la libertà di pensiero e di parola…almeno per quanto mi riguarda è così!

    • amlo

      e chi ti dice neinte? e per favore, spiegare esattamente dove sarebbe la retorica e dove la demagogia. e poi ti sei scordato qualunquista e populista.

  18. Paolo Cinque

    E’ proprio perche i Salvini e i Le Pen vanno da quella parte che bisogna farsi trovare da quella parte, per impedire lo sciacallaggio dei morti ammazzati da parte di chi la libertà di stampa – e la satira che ne fa parte – la mette sottoterra in tanti modi. I  Salvini e i Le Pen non sono e non li sento al mio fianco ma questo non significa che non debba identificarmi – e non solo “stare dalla parte” – con quei morti ammazzati. I Salvini e i Le Pen cercano pretesti per concimare l’odio razziale e culturale di cui si nutrono le loro urne elettorali. Il numero con l’inculata trinitaria non l’avrei acquistato, tutto qui, così come non acquisterei qualsiasi altra cosa che trovo sgradevole. Però io “sono” CH perché mi rispecchio in quel destino, così come la frase “Ich bin ein Berliner” rispecchiava me nel destino dei Tedeschi di fronte al muro di Berlino, anche se Kennedy (che non è Salvini) non è stato affatto uno stinco di santo, anche se i Tedeschi non sono stati affatto degli stinchi di santo, specie con i muri. Non è esattamente “recitare un copione”, questo. Rivendico la libertà di empatia e di esprimerla nel gesto che sento più vicino.

  19. AURELIA

    Sono francese.
    Sono Parigina.
     Non parlo abbastanza  bene l’italiano per capire tutto l’articolo e tutti i commenti. Il problema è “je suis Charlie?” Messi su Facebook ,per esempio? Non sono un grande fan del giornale, non condivido tutte le convinzioni degli articoli o dei disegni,  Ma Sono Charlie, significa :
    - non accettare di essere governata e di essere terrorizzata dai terroristi
    - compatire e dividere il lutto delle famiglie che aspettavano il ritorno dei loro padri /madri / mariti, ieri sera
    - applaudire in piedi il lavoro dei giornalisti della rivista.

    Sono solo un paio di motivi “per essere CHARLIE”, perché… il vocabolario mi manca
    Â
    Non vogliamo vivere nella paura e la sottomissione. Certo, certe illustrazioni sono sconvenienti o disturbati, lo penso anch’io , ma di quale diritto si uccide per fare tacere? Dunque, il “io è Charlie” è piuttosto un grido di rivolta e di unità al confronto di tali atrocità.

    • amlo

      aurelia: fai benissimo a voler essere Charlie. ma se tu puoi, non possono i fascisti. tutto qui. e in Italia i fascisti e i razzisti stanno dicendo: io sono Charlie. Ti sembra giusto? A me, no.

    • sophie

      Sono italo-francese. Condivido pienamente quello che dice Aurelia. Je suis Charlie perché io sono libera e così lo dico e lo urlo e al tempo stesso non mi sento ‘la massa ignorante’, mi sento parte di un popolo con un senso civico forte e che rivendica una libertà (qualcuno chiama la satira, ‘un lusso della democrazia!’).
      E allo stesso tempo, no, non trovo normale che Lega e FN strumentalizzino queste morti, già solo due ore dopo la tragedia. È disgustoso, e te ne do atto. Ma era (purtroppo) ovvio che lo avrebbero fatto, un bel regalo di Natale per loro. Era l’obiettivo degli attentatori tra l’altro, la confusione politica, una trappola. La stampa francese dopo l’attentato diceva a ruota: “Non cascateci!”. Questo non si capisce in Italia purtroppo. Qui nella trappola, ci siamo cascati. Grazie per il tuo intervento amlo. 

      • amlo

        Sophie, io difendo il tuo diritto di dirti Charlie Hedbo. Mi fa schifo che se lo arroghino anche gli amichetti della Le Pen, e per questo vengo insultato.

  20. celardo

    “Però viene il momento in cui è necessario schierarsi senza troppi distinguo…” Stefano quel momento è “prima”… Se deve venire non è schierarsi,… è partecipare alla processione…

  21. Manuel Mannino

    C’era una volta Gino, amico di Lino, cugino di Pino.

    I tre erano:

    - tutti molto francesi,
    - tutti molto Charlie Hebdo,
    - tutti molto liberi.

    http://ivecchistraccidellimperatore.wordpress.com/2015/01/08/siamo-tutti-charlie/

  22. DaveSoho

    Gran bella riflessione. Grazie della condivisione! 

    Tutti possono avere la libertà d’espressione. Nessuno la usa.
    Ma poi la si rivendica quando a credere in qualcosa e a morirci sono gli altri! La si rivendica davanti a uno schermo del cazzo, con il bottone “condividi” e la pretensione di sentirsi eroi.Â
    Pecore manipolate dall’emotività, dalla morale e dall’empatia rendendoci schiavi ciechi da secoli!

  23. McMurphy92

    bisogna meritarsi il diritto di difendere la libertà?? ma come ragioni??

    • amlo

      ragiono così: i fascisti non ne hanno il diritto. anche perché fanno solo finta.

    • In realtà amlo ha ragione. La maggior parte delle persone non capisce che una volta per poter solo “affermare” una cosa bisognava meritarla. Oggi in testa a voi ognuno ha il diritto di dire qualunque cosa. Voltaire ha solo fatto un guaio enorme, è questa la verità

  24. Anche il terrorismo (e l’antiterrorismo) ha il suo marketing.Â
    Ce lo siamo dimenticato lo slogan “WE ARE AMERICAN”? Subito dopo l’attentato dell’11 settembre?

    http://content.time.com/time/covers/0,16641,20120625,00.html

  25. Andrea

    ecco complimenti! bravo! tu si che sei il numero uno! l’unico che può capire davvero il dolore di 12 famiglie rovinate! l’unico benpensante che può permettersi il lusso di piangere 12 UOMINI morti! al posto di provare a metterti su un piedistallo prova a ragionare davvero per un momento e capire la grossa differenza tra opposizione di idee e omicidio! un conto è dire: non compro il numero con Padre Figlio e Spirito Santo che giocano all’incularella perchè non mi piace, un conto è andare a sparare in testa a sangue freddo alle persone! Sicuramente molti che ora si uniscono allo slogan non conoscevano o non condividevano le idee del giornale quindi suona “esagerato” il dichiararsi Charlie ma se questo serve a stringerci vicino al dolore delle persone, a mettere da parte per un attimo futili divergenze, bhè amico mio, gridiamolo tutti a gran voce! veramente un articolo inutile, di chi ama far nascere polemiche inutili. Leggendo altri commenti per fortuna ho notato che c’è già stato qualcuno che ha ti ha spiegato due cose! solidarietà umana si chiama! e non deve avere colori o schieramenti a destra e sinistra! 

    • amlo

      ma tu, il pezzo,lo hai letto? no veramente, lo hai letto? perché se lo hai letto, cosa che non hai fatto, ti accorgi che le cose che mi accusi di aver detto non lo ho MAI dette.

    • mich37

      Mi perdonerà l’autore dell’articolo(ottimo) se esco un po’ di senno, ma, caro Andrea, persone come lei dalla memoria storica di una lavatrice(e che si permettono pure di pontificare in maniera arrogante) hanno rotto abbondantemente i coglioni ! In Italia chi, in passato, si è permesso di criticare figure religiose(cattoliche) e politci, tramite satira o semplici opinioni, ha incontrato spesso la morte professionale e civile! Fior fiori di comici, giornalisti e opinionisti cacciati a calci in culo da tv e giornali( DarioFo e Franca Rame, Luttazzi, Biagi per citarne alcuni) per aver espresso opinioni differenti da quelle dei potenti che comandavano all’epoca,o per aver sbeffeggiato gli abusi e i crimini della chiesa! gente sottoposta ad autentici linciaggi da parte di giornalisti asserviti , gli stessi che oggi si strappano i capelli per la tragedia francese! Altroché la presunta libertà di avere opinioni differenti “che non condividete ma rispettate” di cui lei (e altri buontemponi come lei) va cianciando qui sopra. Fine dello sfogo.

  26. Guido

    …infatti non mi piace, come altre vignette che trovo volgari, irrispettose e, in definitiva, di cattivo gusto (perché non fanno ridere…)
    Non l’avrei comprato, non lo conoscevo e tornerò a non conoscerlo esercitando la mia libertà di scelta. Ma è sacrosanta la loro libertà di continuare a pubblicare quello che vogliono senza che debbano temere qualche imbecille con la testa spenta che arrivi col mitra a sparargli.

  27. Penso che questo pezzo centri un punto molto importante, ossia l’ipocrisia della solidarietà ex-post.
    Charlie Hebdo si è battuto per anni contro i vari Le Pen, Salvini, etc e oggi questi stessi Le Pen, Salvini, etc strumentalizzano la strage per sostenere idee opposte a quelle di Charlie Hebdo.
    Leggo nei commenti molte persone sicure di loro stesse e con in tasca una ricetta pronta. Io non ero un lettore di C. H. e trovavo alcune delle sue battute di cattivo gusto; d’altro canto mi sento scioccato dalla violenza della strage al pari di tutte le persone civili e sento che essa mina i pilastri laici su cui si fondano gli ultimi 250 anni di lotte sociali (attenzione: pilastri laici, NON radici cristiane). Personalmente non ho una ricetta pronta, ma credo che la migliore risposta a questo attacco sia evitare di iniziare una guerra di religione sull’onda emozionale del “siamo tutti Charlie”.
    Rileggendo il pezzo mi trovo particolarmente d’accordo col passaggio dove si dice che oggi a piangere i morti e a sfruttare il dolore dei sopravvissuti sono soprattutto i vecchi nemici di C.H., che riescono così a trasformare il cadavere di un vecchio nemico in un’arma per le proprie battaglie di intolleranza.
    Cari Salvini, Le Pen, etc, è inutile che vi indignate contro le guerre di religione: voi per primi ne siete gli artefici. Io non ero C.H., ma voi lo eravate ancora meno di me.
    Un grazie ad Amlo per la riflessione.

  28. …tuttavia: Je suis Français…

  29. @Ema Giò
    Benissimo, allora come mai Salvini ha proposto di chiudere le frontiere in risposta all’attacco?
    Non mi sembra che la cosa si concili molto col famoso motto “liberté, égalité, fraternité”.
    Anch’io ho vissuto a Parigi per un paio d’anni, ma la cosa non è correlata; al momento mi trovo in Germania e più che passa il tempo e più che divento sostenitore della creazione di una Repubblica Federale Europea… ma siamo off-topic, credo ;)

  30. Albert

    ussignur come sei anticonvezionale, in ogni tuo scritto sei contro qualcosa, contro chiunque. Ci ricordi sempre che qualsiasi cosa facciamo – anche giusta – è pur sempre sbagliata: nelle modalità, nell’espressione, nel merito. Perchè noi siamo il volgo ignorante, massificato dalla tv e dalla cultura dominante e tu lo spirito libero, l’intellettuale illuminato. La verità appartiene solo a te e a quelli come te, che decidono quando è giusto indignarsi e quando no e chi può permettersi di essere solidale, quando e come può esprimere la propria solidarietà. Il tutto in maniera arbitraria, a seconda di come ti sei svegliato la mattina, a seconda del grado di frustrazione accumulato in settimana, a seconda di come la pensano quelli che ti stanno antipatici.
    Ti esprimi cona la dialettica capziosa di un 17enne infervorato. Solo che al 17enne si perdona l’ingenuità e l’impulsività, nonchè il fisiologico desiderio di far emergere le sue idee e la sua personalità.

  31. marco

    Non vedo perche’ non si possano piangere i morti di un giornale che avremmo voluto far chiudere. Dove sta la presunta incoerenza? Questa cosa mi sfugge ma a pensarci bene non me ne frega niente di capire le farneticazioni di questo

    “Che oggi, a piangere i morti e a sfruttare il dolore dei sopravvissuti, ci siano quelli che mai e poi mai avrebbero permesso a Charlie Hebdo di esistere, e se fosse esistito avrebbero fatto carte false per farlo chiudere, non mi sta bene”

  32. bah

    scusa, non può esistere il caso di chi il numero con quella copertina non l’avrebbe comprato mai, quella e altre vignette le avrebbe criticate e schifate, non avrebbe mai amato quel tipo d’ironia e l’avrebbe ritenuta insultante, ma avrebbe rivendicato sempre il diritto a esistere di qualcosa che non avrebbe mai apprezzato? Io “il giornale” nè lo amo, nè lo compro, ma trovai assurda la condanna a Sallusti e gioii per la grazia di Napolitano, e allora? Non può esistere qualcuno che tolleri chi la pensa diversamente? Tu, piuttosto, tolleri chi non ama questo tipo di satira?

    • amlo

      io tollero tutti, come puoi vedere dal fatto che non censuro nemmeno i commenti più fessi. e non mi riferisco a te.

  33. tremo

    A me sinceramente non piaceva affatto il loro umorismo, ma amo la libertà, quella di stampa compresa, e forse non é un male che tutti si comportino allo stesso modo, ci lamentiamo semore che non siamo un popolo unito, nei rari casi in cui avviene almeno non lamentiamocene, trovo che sia giusto che si sentano il mondo contro per ciò che hanno fatto, anche se questa nostra unione purtroppo é destinata a sfumare ed essere dimenticata tra qualche tempo…

  34. francesco

    Semo tutti Charlie col culo degli altri

  35. Giuseppe Scarpa

    Interessante punto di vista, ma troppo in alto a giudicare dai commenti totalmente fuori fuoco.

    Non sono d’accordo con questo:
    “Vuole invece che tutto si svolga esattamente secondo una cosa che tutto è tranne un rituale, che invece ha sempre una sua sacralità”
    I rituali non hanno sacralità, ma sembrano sacri. Anche questo di mettere l’immagine è un rituale ed ha la stessa “sacralità” di predicatori vestiti in modo ridicolo che recitano frasi ridicole non previste in nessun testo sacro (La Bibbia non spiega come celebrare la messa, il Quran non spiega come pregare)

  36. Ema Giò

    @Claudio VdA
    Per fortuna – o per sfortuna? – non siamo tutti uguali… Poi è questione di prospettive: non creo che tu on abbia il portoncino di casa, giusto? T’immagini che chiunque possa entrare con o senza AK47? Forse il paragone è un po’ estremista: ma così non andiamo in o.t.
    Il mio ‘je suis’ diverso credo si in topic con questo post: non mi andava di copiare, barra condividere, pedrestemente quello che facevano, fanno e faranno tutti, per due semplici motivi: non mi va di fare le cose “tanto per” e seguire come tanti pecoroni quel che fanno gli altri; credo quando si prene una posizione bisogna conoscere cosa esa “contiene” e questo comprende una minuziosa analisi, cosa che non mi si confà.
    Per me la Francia, per la mia poca conoscenza, è la nazione dove trovi tutte le etnie e religioni. Non competenze in fumetti né in satira – a parte le mie freddure – e la mia posizione è personale, e forse standard, di chi non accetta che succedano cose del genere e sicuramente: anche senza la necessità di citare Voltaire.

    Ringrazio il padrone di casa per la tolleranza.

    PS & OT sei quello che una decina d’anni fa, o forse più, era su Excite?

  37. Macco Donaldo

    Grande parentesi
    {Per tutti quelli che sono: Infastiditi dalla Sacrosanta Trinità che si inchiappetta nel 2015…
    Quanto vi fa paura la religione? Pensate di essere “peccatori” se reggete lo sguardo su un disegno satirico che serve proprio a questo, a farvi ragionare? Quando acquisirete una coscienza che sia critica e razionale soprattutto?
    Non progrediremo mai come razza, con queste paure instillate dalle religioni e chissà quant’altro vi condiziona…}

    Ad ogni modo,
    sarebbe più saggio da parte del popolino inneggiare qualcosa del tipo: “Cazzo… non sarò mai come Charlie Hebdo… grazie di tutto vittime dell’attentato”.
    Anche se non suona in modo duro come l’impersonificarsi che fa sempre fico e ci fa sentire schierati (a quanto pare la persona media ne ha bisogno ogni tanto), è qualcosa di più sensato… ma ben sappiamo che le parole “saggio/sensato” e “popolino” non vanno d’accordo.

  38. Bruce

    Vedo che a molti brucia essere messi di fronte alla propria ipocrisia

  39. Alessia

    Ma di che libertà state parlando? Chissà perchè non c’è mai qualcuno che abbia il culo almeno di parlare della libertà che c’è in Italia, o anzi, che non c’è. Se non avete culo per andare a manifestare, dire la vostra faccia a faccia al governo, allora evitate di parlare di LIBERTA’ su internet. 

    Francesco ha detto bene, siamo tutti Charlie col culo degli altri! Basta ipocrisia. 

  40. Paola

    Sono d’accordo con l’articolo. Le riflessioni che ho scritto ieri sull’attentato sono qui: http://paolaghinelli.blogspot.it/2015/01/siamo-tutti-charlie.html

  41. Andrea bezz

    Te lo spiego io dove è la demagogia caro/a Emlo (soprattutto quando rispondi a Donatello). Il ogni opinione c’è chi è pro e chi è contro e come tu dici:- essere pro quando tutti lo sono è più facile di quando si è in pochi. Ma è demagogia essere contro quando tutti sono pro e sfruttare la scia pro è tale e quale a sfruttare la scia contro … trova un tuo argomento e un giorno potremo dire che siamo tutti “Emlo” sempre se riuscirai a farti ammazzare per tale opinioni…se davvero non vuoi essere demagogo! Altrimenti sei solo una delle scia di un “opinione” … prima pro…poi contro…poi contro i pro. Da qui anche la sottile ma efficace semplificazione di Italo Pavone:
    /////
    -Italo Pavone
    8 gennaio 2015 alle 10:45
    quante cazzate dici !! vuoi biasimare il conformismo ma sei peggio del peggior conformista perché sei retorico e fai dietrologia. se qua, se là, se prima, se dopo…bla bla bla
    Rispondi
    amlo
    8 gennaio 2015 alle 11:36
    prima? dopo? Se? dietrologia? ma hai bevuto?
    //////
    Ma non riesci a cogliere caro Emlo!.. perché pur combattendo una massificazione (opportuna o inopportuna) non ti rendi conto di esserne solo la coda.
    NB
    Non è facile da capire tale analisi ma confido in te!

  42. Paolo

    “Intimiditi come siete dalla paura d’andar contro corrente cioè d’apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All’annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri [...].” (O.Fallaci)

  43. Francesco Rizza

    È veramente così. Certa gente non ha nessuna dignità. Ai vignettisti di Charlie, forse avrebbero voluto uccidere loro e, avendo le palle che non hanno, l’avrebbero pure fatto. Adesso che però i vignettisti sono stati uccisi dagli Islamici sono gli Islamici ad essere brutti e cattivi. D’altronde certi destri veramente “sinistri” il valore della libertà di stampa non l’hanno mai capito. La cosa migliore, però, sarebbe interrogarsi sulle cause dell’accaduto.

    • Mauro

      Bravo , il processo alle intenzioni alla destra (ancora con la destra e la sinistra….) “che avrebbe voluto ” uccidere i vignettisti “ma non ne ha le palle”….ma come sei messo? Si , interrogati sulle cause, mentre gli altri vengonno ammazzati . Seguira’ dibattito .

  44. maurizione

    Ognuno dica quello che vuole, la tua censura è fuori luogo ma, vista la mia prima frase, hai tutto il diritto di esprimerla. Io ero e resto Charlie Hebdo. 

    • amlo

      poi mi dici dove l’hai vista sta censura, caro Charlie.

    • Mark Donald

      Maurizione, parlaci di cosa hai fatto per auto-definirti Charlie Hebdo. Raccontaci tutto.Â
      E’ abbastanza pretenzioso da parte tua…

  45. mimen

    vabbè ma che ragionamento è questo? è ovvio che tanti di quelli che scrivono “io sono Charlie” magari li avevano sulle palle a quei tizi e non condividevano le loro vignette, ma qui il concetto è decisamente un altro e mi pare abbastanza chiaro, si tratta di indignazione di fronte a una strage compiuta per spezzare le matite e distruggere la libertà di espressione a delle persone, che avevano in ogni caso il diritto di esprimersi. la difesa di Charlie è quella della libertà, non è per forza identificazione nello spirito del giornale

  46. Max

    Caro Amlo,

    non è facile prendere una posizione su questo post e non è per tenere i piedi in due staffe (possibilmente uno x staffa).
    A me sicuramente quella vignetta avrebbe dato fastidio perché per i miei principi o magari limiti mentali non è satira.
    Se è vero come leggo da wikipidia (sono perito non latinista) che la satira è il “vassoio riempito di offerte agli dei” e non sugli Dei (Cristo, Maometto e chiunque altro). Però in questa vicenda metterei su diversi piani – o staffe – causa ed effetto.
    Stando alla causa pochi o nessuno potrebbero dire je suis, ma il tragico devastante effetto può in questo caso e senza ipocrisia farti/ci solidarizzare con i morti magari abusando di questa espressione.
    Che lo facciano anche i fascisti non mi scandalizza, né mi disturba, visto che quelli che calcano le scene oggi, come sai anche tu, non sono diversi da qualcuno che si dichiara di sinistra o comunista.
    Ciò che può e deve scandalizzare, secondo me, sono quelli (giornalisti, opinion leader, direttori, etc) che lo fanno per maggiore visibilità, convenzione, opportunismo; ma fondamentalmente non gliene frega un CAZZO !!!
    Per finire vorrei aggiungere che io sono anche dalla parte degli altri lavoratori, a partire dai poliziotti, che sono morti perché in definitiva non si può accettare di essere trucidati mentre si svolge il proprio lavoro, anche in tanti altri casi meno evidenti o pubblicizzati.
    Scusa/temi se mi sono dilungato troppo.

  47. max

    …. io sono e sarò sempre Charlei e non da adesso, e ben venga che lo sdegno sia numeroso e totale oggi adesso non c’entra chi, ma quanti e devono essere tanti ……  contro la violenza il terrorismo ………. il resto lo lascio  a te !!!

  48. Quarzo rosso

    non hai capito nu cazzo, comunque messaggio ricevuto quando verranno a spararti non ti piangeremo

  49. Mauro

    Mamma mia che rumore di unghie sui vetri questo post….ma , ah ,e’ vero, oggi c’era la gara a chi vuole sembrare piu’ arguto e illuminato nell’analizzare la strage di ieri in maniera piu’ anticonformista possibile….lo stai facendo bene ..anche tu puoi dimostrarti un fine pensatore scrivendo il tuo post controcorrente (?) su 12 morti uccisi da barbari ISLAMICI (Si perche’ “Non tutti gli islamici sono teroristi, ma tutti i terroristi sono islamici”)

  50. LaFelix

    Sinceramente, io non sono Charlie Hebdo, e sono fiera di non essere Charlie Hebdo. Il fatto che siano stati ingiustamente vittime di un attentato non li rende tutto ad un tratto un puro simbolo della libertà di espressione. A mio parere la libertà di espressione ha un limite, e tale limite è dato dalla libertà e dal rispetto dell’altro (nonchè dalla costituzione italiana art. 21). Il fatto che sono libera di esprimermi non implica che possa diffamare voi per esempio, o peggio, insultare la vostra famiglia con parole o immagini pesanti. Ecco, nella mia testa una vignetta come quella che denigra la Trinità fa esattamente questo: denigra un mio sacro valore, fondamento della mia Vita. Essere liberi di fare satira non vuol dire poter sputare su tutti. Come ci insegna uno dei primi poeti latini della satira Orazio, fare satira vuol dire, come prima cosa, mettere in discussione se stessi, e poi dare origine ad una polemica costruttiva, che abbia un fine che non sia meramente quello di offendere. Insomma, per come la vedo io, questi tipi hanno scelto di rischiare la vita ed accettare minacce di morte per fare “satira” inutilmente offensiva, per nulla costruttiva, in altre parole, vuota. Mmm no, decisamente non sono Charlie Hebdo. Ovviamente non sto giustificando gli attentatori ed io al posto loro avrei solo smesso di leggere, comprare e nominare il giornale, in fondo prima di questo attentato per me neanche esisteva, ed avrei continuato a vivere semplicemente non facendoci più caso.

  51. Gabri

    hai scritto un mare di cazzate..Â
    Condividere HB non vuol dire essere d’accordo con le loro idee ma sostenere che tutti abbiano il diritto di esprimere le proprie idee senza essere fucilati

  52. sophie

    Io sono francese con i miei parenti a Parigi, adoravo i vignettisti che hanno fatto della mia infanzia e soprattutto adolescenza il simbolo della libertà. Qualsiasi!

    Siamo tutti Charlie se pensi al valore LIBERTE EGALITE FRATERNITE. Questo non significa che tutti coloro che lo sentono sono degli eroi potenziali, dei coraggiosi. Nessuno può sapere prima che gli capita come avrebbe reagito davanti a minacce di morte, ma poco importa. Se tu dentro di te, cotardo o temerario, pensi che questi 3 valori facciano parte di te, anche solo nel tuo quotidiano, nel modo in cui ti rivolgi alle persone, ai tuoi colleghi, ai tuoi cari e soprattutto come reagisci quando loro ti chiedono un po’ di empatia allora SEI CHARLIE.

  53. Giordamas

    Io, comunque, sono Charlie Hebdo!Â

    • Burger Klint

      Da quando? Dall’uccisione delle vittime fino a…? 

      • Giordamas

        Da quando si dimise Val dopo che CH perse la causa sulle vignette sugli ebrei. Dal 2012, cioè da quando fecero saltare in aria la vecchia redazione e nessuno se ne chiavò un Cazzo, mi fo mandare le riviste dalla Francia. Sono così CH che ho pubblicato anche io la mia vignetta però gratis.

  54. Giordamas

    Io ti carico tutti i miei URL Tinypic, uno si leggerà pure da te:Â

    [IMG]http://i60.tinypic.com/5cg9qx.jpg[/IMG]
    http://it.tinypic.com/r/5cg9qx/8
    http://i60.tinypic.com/5cg9qx.jpg

  55. aleksej

    partita la corsa a “io sono più charlie di te” “voi siete meno charlie di me”. sì che tanta gente avrebbe fatto chiudere il giornale senza batter ciglio e anche con un certo gusto, ma ammazzare delle persone è un’altra cosa, e mi sembra un gesto legittimo da parte di tutti quelli che si riconoscono in un certo tipo di civiltà manifestarlo apertamente. si può discutere poi a lungo sulle intenzioni, sulle facciate, sulle pose ecc., ma chi ne uscirebbe incolume da queste discussioni? sicuramente pochi, e sicuramente non l’articolo che stiamo tutti commentando.

    • amlo

      e perché no? io ho la coscienza non pulita: pulitissima, e posso girare a testa alta, a diffrerenza di razzisti e neofascisti. coi quali mi rifiuto di mischiarmi, anche e soprattutto nel lutto. andasseroin pellegrinaggio a Predappio, loro.

      • aleksej

        e chi dice che ti ci devi mischiare? bisogna mischiarsi per forza? non si può osservarsi da soli il proprio lutto? se qualcun altro vuol farlo non lo si può impedire, risponderà alla sua coscienza, se ce l’ha. le posizioni sono una cosa, la morte delle persone un’altra, e bisogna stare attenti quando le idee e la vita delle persone fanno tutt’uno.
        ci ha scritto un bellissimo saggio lévinas, “alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo”. se non lo hai letto te lo consiglio.

  56. Badtzmaru

    Certo che l’avrei comprato il numero con in copertina i protagonisti del libro fantasy per eccellenza del mondo occidentale!
    Il fatto che si possa dispiacersi di ciò che è successo non basta a finire sullo stesso piano di uno dei tanti Salvini dell’ultimo minuto. Lui è salito sul carro del cordoglio per propaganda, molti altri per semplice qualunquismo e soprattutto per codardia esistenziale e qualcun altro, semplicemente, se ne dispiace perché delle persone tutto sommato simpatiche (chi sbeffeggia coloro che spengono la propria coscienza per assumerne una fatta di carta, non può non esserlo) ci hanno rimesso la pelle ;)

  57. Mauro

    Il vecchio vizietto dei radical Chic riemerge , caro Amlo . Chi non la pensa come te e’ razzista e/o fascista. Le parole jolly per zittire gli altri quando non si hanno argomenti. Io mi sento liberale e democratico e non amo la religione islamica

  58. giovanni

    con questo tuo radicalismo bigotto ti elevi su uno stato superiore a tutti passando per benevolo e alternativo e riducendo tutto al nulla, minimizzando la mostruosa solidarieta del “je suis charlie” che consiste nella difesa dei nostri valori occidentali ai quali credo tu ti reputi superiore dall’altro della tua intelligenza che paventi dietro nuvole di discrezione e modestia. vizio radical chic che finisce per far il gioco dei nemici dei nostri valori

  59. Valeria

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/santanch-voglio-pubblicare-charlie-hebdo-italia-1081252.html

    (ma la vignetta del trenino di valori occidentali l’avrà vista, Danieluccia nostra?)

    Amleto caro,Â
    tu non sai quanto bene ti voglio, pure se non ho avuto la fortuna di conoscerti di persona. Purtroppo l’onestà intellettuale non si porta, specialmente in questo Paese, e sei, sempre più spesso, l’unica penna che bisognerebbe diffondere.

    GRAZIE!

  60. D’accordo, grazie.
    Charlie l’avevo conosciuto a Napoli, da piccola, grazie al mio papà appassionato di fumetti. Dieci anni, e già avevo nostalgia degli anni 70… continua a leggere qui http://lapiccoladelirio.noblogs.org/post/2015/01/08/aspettami/

  61. emiliano

    Io Charlie Hebdo non l’ho mai comprato, ne letto, e manco lo conoscevo. Qualche riga su wikipedia e la rilettura di qualche vignetta non mi fa certo un Charlie-adepto. Magari tu sì, non ne ho idea. Però il pezzo mi sembra un po’ troppo “menoso” se mi passi il termine: un po troppo purista, per dirlo meglio. Richiedi una purezza di intenti eccessiva. Io Charlie non lo conoscevo, e non lo conosco. Ma dopo un attentato del genere, una barbarie del genere, allora cazzo sì, io sono loro. Il che non vuol dire che seguo la loro linea editoriale come fosse carta velina, e che le mie azioni possono o non possono essere “degne” di essere loro, ma che io sono solidale con quanto fanno. E penso che fin qui ci arriviamo tutti.
    Che poi, Salvini ad esempio per usare il termine di paragone, o altri politici lo facciamo per calcare l’onda pubblicitaria che purtroppo anche questi eventi provocano, che ti devo dire: è la politica, è questa politica e io non ci posso fare nulla. Sarà chi vota Salvini che dovrà ragionare sul fatto che Salvini con Charlie non c’entra una bene amata cippa di minchia, e che se tutto va bene manco la coglie l’ironia e il sarcasmo del periodico oltralpe.

  62. Fabio Mangiafico

    Ma quindi non voler stare con i fascisti e i razzisti -non ritenerli credibili come esponenti di una battaglia per la libertà di pensiero e contro altri fascisti- sarebbe da radical chic? Ok, sono un radical chic. Te però Giovanni secondo me sei un pò coglione, oppure in malafede, oppure fascio pure tu. Sennò non si spiega.

  63. Chiara

    Per aver espresso esattamente lo stesso concetto dell’articolo (sdegno per tutti quelli che la pensano allo stesso modo come pecore e lo sdegno per delle vignette di pessimo gusto) amici e conoscenti (tutti tranne due) mi hanno crocifissa :D Come se non mi facessero schifo i terroristi! Ma chi dice di no! Mi dà solo fastidio sto vedere frasi copia incollate per giorni e giorni, tutti a sputare sulla Francia per anni e mo so tutti francesi, gente che si sdegna per due tette in tv e poi accetta dio che gioca a farsi inculare dallo spirito santo… 

  64. Franca

    Ma chi cazzo sei per dire tu chi e’ e chi non e’ 

  65. Oscar

    Liberissimo di pensarla come vuoi, personalmente non sono per nulla d’accordo. Soprattutto vorrei capire chi ti dà la verità assoluta per scrivere che Charlie Hebdo “stava sul cazzo a tutti”, chi te l’ha detto a te? Inoltre l’immagine che molti di noi ha messo come foto del profilo recita “JE SUIS Charlie”, non “NOUS SOMMES Charlie”, io mi sento Charlie, ma non parlo per altri. Se per te non è lo stesso non posso che essere triste per la tua coscienza, ma tieniti la tua opinione. A volte la satira di Charlie è stata molto pesante, io stesso qualche volta mi sono quasi indignato, io stesso magari in alcuni casi ho pensato “beh ma cosi’ ce le cerchiamo”. Ma quel che è accaduto è stato rispondere con un Kalashnikov ad un pennarello, non ci siamo proprio. Quindi, te lo ripeto cosi’ ti schifi ancora un po’ di piu’: IO SONO CHARLIE! Magari poi, aproposito di coerenza, ti vedremo domenica alla marche républicaine?? ;-)

  66. …a mio modesto parere, penso che fossilizzarsi sull’amletico dilemma, “essere o non essere Charlie Hebdo”, costituisca semplicemente un ridurre ad infinitesimi valori quella che ritengo sia l’unica riflessione, l’unica domanda da porsi (sempre secondo me) di fronte a questi eventi!
    Domanda che porta ad apparenti fantasiose conclusioni, sempre, a posteriori, verificate dalla storia!
    “A chi giova”?
    (Chi è e/o chi sono coloro che ne possono trarre un utile politico da un evento?)
    Riflessione, apparentemente insensata, che, approfondita, trova sempre un fondo di verità o di dubbio nella realtà.
    Eventi tragici come questo possono nascondere organizzazione, regìe e quant’altro, da parte di poteri forti per mantenere la loro solidità politica ed/o economica che sia!
    Esempio ultimo ne è quello con cui “le bestie assetate di sangue” (leggi: U.S.A.) da una parte mostrano una faccia “democratica”, attraverso ammorbidimenti con Cuba; dall’altra, non riuscendo ancora ad ottenere il risultato prepostasi (petrolio venezuelano), continuano economicamente e con gli “intelligent service” a tentare di destabilizzare, anche attraverso crimini, l’esperienza bolivariana in Venezuela (vedi il deputato Robert Serra e la sua compagna, fatti uccidere recentemente). E, che dire del violento accanimento (sempre delle stesse “bestias sedientas de sangre”) nei confronti dell’Argentina (fondos buitre) o degli agenti della C.I.A., membri del F.M.I. ed esponenti del Dipartimento di Stato u.s.a., naturalizzati ucraini e nominati nei dicasteri governativi della “liberata” ed annessa, più che all’Europa, agli U.S. ed alla NATO, Ucraina?
    Ecco, che possa piacere o no, penso che ad un amletico e piagnucoloso (non è un giudizio; ma una sensazione che provo) “sono o non sono” “sto o non sto”, bisognerebbe privileggiare la domanda di cui all’inizio, le deduzioni a cui conduce e le conseguenziali scelte che ne dovrebbero derivare!

  67. Karine

    infatti noi siamo francesi e voi italiani. Questa è la differenza fondamentale. Si rispecchia in tutto. Nell’ipocrisa collettiva italiana, politica e sociale, nei vostri scioperi ridicoli e soprattutto nel spiccato individualismo che vi caratterizza. Io sono charlie. Lo ero prima e lo sarò sempre. Però l’intelligenza non è un dono di tutti e non tutti possono capire esattamente l’intento di Charlie Hebdo. Libertà e antirazzismo. Vive la France.Â