Repliche semiestive.

A proposito dei zengari, per voi giovani che non lo leggeste allor, un capitolo di Tropico del capicollo buonanima.

 

I PILASTRI DEL VIVERE CIVILE

Proto com’accadde nelle cuppetielle di salatini e nucelle che servono i prodi gualiotti del Baccha quando che ti ordini una qualche cosa al tavolo, la maggior parte delle genti serve solo a far numero, e a cacare il cazzo a me. Poiché mai, infagni, devi accalorarti nella ricerca delle mezza nucella nella cuppetiella scavando tra pretzel e triangolini serreticci? Poiché, mi rispose il buon Rocchetiello dalla cassa, i personi son cazzi di strafocarsi cinquanta carte di nocelle per un aperitivo di tremila: ecco poiché.

Comunghie, la mia lotta colle genti prosegue grifagna e pettorilla.

Iers’era tanto belli assittati al tavulillo davanti all’infido locale, e già m’addono d’esser guatato dalla comitiva festante a me di fianco, d’uommini scic e femmine pittate composito. Costessi commentano a voce strinzula che giammai donassero l’organi loro, che tanto li pagarono a suo tempo, e la più pittata dei mignottoni arguamenta pettorilla che cià raggione sì il colui che temé di scetarsi un giorgio senza un braccio:

prova, sibila il vs.erobile (tesseraido all’aido da anni ventitre), cazza che ti svegli col cervello, invece.

Come scusa? fa subito l’eròo il pretendente alla sustronziata mignotta. Niente, fo io, e ci do lo sguarto da fetente che tanto bene mi vié.

E l’infame desiste.

Quind’ecco s’appalesano belle come il solo le zengarelle mie a vender le rose ai fitanzanti.

Giulietta e Gabriella, di anni quattro e cinque, scatenano terrori e ire nella brigata festante e fiammeggiante. Coglio brandelli di penzieri cacati da labbroni rossettati: bregogna, mantare a laurà bimbini tal picciotti, attenti ai cellulanti, che colelle rubbano a noialtri che duramente travagliammo.

Ponzo: mi giro o no? Poi nulla fo, poiché i terrori dei sette mari m’abbracciano e sbacciucchiano, e io mi squaglio come una reputazione all’apparir della pucchiacca. Tuttavia, veto che i fiancheggiatori non son tranquilli. Le puttane stringono a sè i borzini, i puttani s’accalorano coi barberris e i fei. Allora, giusto che son buono e bravo, tengo impegnate le bimbe e m’esibiscio prima in pirillo pirrilo dammi pane che son piccirillo, poi in sega sega masto ciccio la panella e lu saciccio, e infine le delizio col poni da battaglia, cioé dentro a funtanella ci sta una paparella.

E i nemici della società civile di altezza centimetri ottanta ridono e giocano e ridono ancora: ciò tuttavia non placa i tremori della compagnia fiancante, chè la vicinanza dei zingari li terrora e li atterizza: così commentano che piccole va bene, ma in riformatorio stessero meglio.

Allor mi giro, e porgo all’allegra brigata il sempiterno invito di cacarsi in mano, e poscia vicendamente schiaffeggiarsi: poi prento le criminali in erba, e le porgo dentro al Baccha a beccarsi la meritata coca con cannuccia, che son tutte sudate pei giochi bimbeschi.

Quando torniamo fuori, son pronto alla rissa, ma nisciuno trovo.

Com’è come non è, domando a me sedesmo e a Rafele ‘o Zucato, che serve ai tavoli e al mio umore: dove sono i giovinotti e le giovinotte, pilastri del vivere civile, che ci devo sputare in faccia a tutti, no a uno sì e uno no?

Quei stronzi, fa Rafele: se ne so’ scappati senza pagare.



3 Commenti

  1. avendo letto e riletto tropico del capicollo più e più volte ogni volta apprezzandolo sempre di più, non posso che rigodermi il tutto e, con la mia faccia sotto i vostri piedi senza neanche chiedervi di stare fermo, umilmente chiedere lumi in merito ai capitoli mancanti di “statti attento da me”. sperando di non arrecar troppo cacamento di cazzo.

  2. amlo

    al momento sto faticando. ma STATTI ATTENTO DA ME sarà disponibile mooolto presto.

  3. buon lavoro allora.