Volevo essere un Bobby Solo.

gilbert_fighter-cover-big.jpgLa notizia è che l’ipernerd si è rimesso a scrivere, e ha scritto il solito capolavoro; magari un giorno ci rimette in rete il suo capovaloro giovinile, Salverò il mondo. Nel frattanto, facciamo che ci accontentiamo; la subnotizia è che ho provato a usare muxtape, perché veder cacare venir la voglia, ma mi fa i problemi a uso femmina e quindi vi mecco un po’ di linc a iutiubs. Questo, questo, questo, questo, questo, questo, questo, e questo. Dite grazie.



6 Commenti

  1. grazie (non so se esiste qualche altra band che l’abbia fatto ma con orgoglio tutto slammer ricordo la cover – tradotta in italiano – di peaches degli stranglers presente sul primo disco “ora” dell’original slammer band – 1994)

  2. lo sai si che su iutiubs puoi fare una playlist ordinata cosi’ ci davi un link solo che noi ce lo mettevamo a suonare sotto mentre andavamo avanti a cazzeggiare :)

  3. amlo

    a giama’, ma secondo te posso mai essere capace?

  4. alè patane

    grazie

  5. xy

    Ma è vero che scapocchiate?

  6. xy

    Ecco il fascismo:
    Non sapremo mai quello che si sono detti al telefono Silvio Berlusconi e Nicolò Querci, vicepresidente di Rti, la controllata di Mediaset che raggruppa le tre televisioni del Biscione. Ma nemmeno quello che il premier ha detto a Deborah Bergamini, la sua ex segretaria, diventata poi una delle responsabile della programmazione Rai e, da due mesi, parlamentare di Forza Italia.

    Le intercettazioni con i politici registrate nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento di Hdc, quella che vede coinvolto Luigi Crespi, l’ex sondaggista famoso per l’invenzione del contratto con gli italiani, sono state distrutte.

    Il giudice per l’udienza preliminare Marina Zelante ha deciso di mandare al macero tutte le telefonate ritenute non rilevanti, comprese quelle con i parlamentari, nel processo Hdc, applicando la legge Boato. Eppure, alcune di quelle telefonate avrebbero potuto svelare qualcosa in merito a come veniva gestita la comunicazione in Rai ai tempi del terzo governo Berlusconi. Almeno in alcuni momenti delicati di quella legislatura, quando agli inizi di aprile moriva Giovanni Paolo II e subito dopo si tenevano le elezioni regionali, una tornata politica in cui il Centro sinistra stravinceva sulla Casa delle Libertà.

    A svelare l’importanza di quelle telefonate era stata la pubblicazione a novembre 2007 su Repubblica dei brogliacci relativi alle conversazioni di Deborah Bergamini, allora direttore del Marketing strategico della Rai, di Flavio Cattaneo, all’epoca direttore generale della Rai, e di altri manager del servizio pubblico e di Mediaset. Dalle carte depositate emergeva come le due superpotenze nazionali della tv, che avrebbero dovuto competere aspramente per la conquista dell’audience, facendo a gara nella pubblicazione di servizi esclusivi, in realtà si scambiavano informazioni sui palinsesti. Concordavano le strategie informative nel caso dei grandi eventi della cronaca. Orchestravano i resoconti della politica.

    Fabrizio Del Noce, direttore di RaiUno, anche lui intercettato indirettamente, aveva già chiesto e ottenuto dalla Zelante la distruzione delle sue telefonate. Ora, il giudice milanese ha distrutto anche le altre ritenute irrilevanti per la vicenda Hdc. Tra queste figurano quelle di oltre trenta parlamentari da Silvio Berlusconi a Giulio Tremonti, da Francesco Cossiga a Bobo Craxi, da Cesare Previti a Sandro Bondi, da Claudio Scajola a Paolo Bonaiuti, da Maurizio Gasparri a Francesco Storace, dall’avvocato Niccolò Ghedini a Katia Bellillo. Tutti interlocutori o degli indagati intercettati o di persone non indagate ma con l’utenza in quel momento sotto controllo dei pubblici ministeri.

    Sono state così distrutte tre telefonate di Berlusconi con Deborah Bergamini e altre di lei con Bondi, Fabrizio Cicchitto, Massimo Baldini, Paolo Ricciotti e Katia Bellillo. Al macero anche quelle di Berlusconi con Querci e quelle di Bobo Craxi con i fratelli Crespi. La stessa fine è toccata alle conversazioni di Alfredo Messina con l’avvocato Ghedini e lo stesso Previti e dei dieci contatti fra Tremonti e un manager di Crespi, Marini.

    Per alcune bobine che sono finiti al macero, però, altri atti, come i brogliacci delle conversazioni della Bergamini e di Cattaneo, sono stati spediti a Roma, dove la Procura ha aperto un’inchiesta per interruzione di pubblico servizio. Quanto all’inchiesta Hdc, i pm milanesi Laura Pedio e Roberto Pellicano hanno chiesto il rinvio a giudizio di una ventina di indagati, tra i quali spiccano oltre allo stesso Crespi, alcuni nomi noti, come il presidente del collegio sindacale, il professor Ferdinando Superti Furga, già sindaco di Telecom Italia e Mondadori, nonché i banchieri Enrico Fagioli e Gianpiero Fiorani. Nella rete dei pm, sono rimasti incastrati anche Fedele Confalonieri e Alfredo Messina, rispettivamente presidente e consigliere di Mediaset, con l’accusa di favoreggiamento e Fulvio Pravadelli, amministratore delegato di Pubblitalia ’80, la concessionaria di pubblicità del gruppo del Biscione, con l’accusa di bancarotta preferenziale.