Parlar male dei lavoratori.

Ad Alberto Sordi, editore cazzaro che lo aveva obbligato a seguirlo in Africa, il ragioniere Bernard Blier, all’ennesima critica del ricco alla classe lavoratrice risponde: e abbiamo inventato un altro modo per parlar male dei lavoratori. Non so voi, ma è esattamente quello che penso io quando vado a sbirciare dalle parti del Corriere, che insomma certo non è un giornale de sinistra, ma ha preso sul cazzo quelli che lavorano manco gli avessero stuprato le figlie. Guardate il titolone: dice, testuale: ogni cittadino spende 2.849 euro per i dipendenti pubblici. Ora, io non sono un dipendente pubblico, ma manco sono del tutto stronzo, cari professoroni del Coriere daa Sera. Abbiamo capito che spendiamo per la pubblica amministrazione (molto meno che in altri paesi, peraltro), ma qua stiamo parlando di gente che lavora, non di quattro soffioni pieni di soldi che vanno a fare i soloni nei talk show.

I soldi per la pubblica amministrazione vanno via per gli insegnanti che istruiscono (bene, male, è un altro discorso che NON DIPENDE dai lavoratori) i ragazzi, pagano il medico del pronto soccorso che cura i nostri figli quando bevono la varrichina e ci presentiamo lì più morti che vivi, pagano il poveraccio che sta tutto il giorno allo sportello del comune a farsi insultare dai matti (lo sapete che in molti comuni hanno dovuto mettere i vetri come nelle banche perché il cittadino de sto cazzo, dopo aver votato Casini Bersani e Alfano va alla circoscrizione e agli impiegati gli sputa?).

Certo, la pubblica amministrazione è piena, pienissima di sprechi. Perché è strapiena dei raccomandati buoni a un cazzo che dei politici criminali hanno piazzato lì a prendere stipendi da favola: gli stessi politici criminali con i quali i giornalisti poi vanno a cinguettare nei talk show. Però, guarda caso, se la prendono con Fantozzi. Scassano il cazzo se un bidello si va a prendere un caffé a metà mattina e poi si fuma una sigaretta. Ma fatemi capire: al Coriere che fate? State otto ore filate senza uscire a farvi na chiacchiera con un collega o vi tengono incatenati a via Solferino, come pretendereste che facessero con uno che sta ore di fila agli sportelli? Questo attacco feroce alla gente che lavora non mi piace, non lo condivido e lo trovo anche poco furbo, cari signori della stampa. C’è il caso che quei nullafacenti dei lavoratori, gente che si alza la mattina e si va a fare un mazzo tanto per mandare avanti questo paese, si accorga che molti, troppi milioni di euro all’anno vanno a finanziare alcune imprese private, molto meno utili di maestri, portantini, impiegati, medici.

Vale a dire i giornali. MILIONI DI EURO ai giornali che la mattina si svegliano e dicono che i lavoratori italiani sono un peso per il paese. Fossi in voi starei bello schiscio: c’è il caso che i lavoratori si rendano conto che i soldi che vi beccate sono i loro. E vi giuro, parola di uno che non è un dipendente pubblico, che mi arraperò come una bestia quando, finalmente, ve li leveranno.



10 Commenti

  1. mi aspettavo qualche parola su di un argomento abbastanza correlato: l’ennesima quasi-chiusura del Manifesto, un giornale che sta per chiudere più o meno dal giorno prima che aprisse ma che sta sempre là a scassare il cazzo. E’ peggio di Pannella che ogni volta che apre bocca in RAI è solo per dire che alla RAI non lo fanno parlare.

    • amlo

      sul Manifesto ho detto mille volte come la penso: ho capito, sono in crisi. ma perché quando sono in crisi loro devono beccare i soldi e quando sta in crisi un parrucchiere lo fanno schiattare?

  2. ehh perché se chiude il Manifesto è un attacco alla libertà di parola, un chiaro e preoccupante segnàle dell’accerchiamento dei media liberi da parte dei poteri forti, un nuovo ed insopportabile affronto all’ultimo baluardo del pensiero antagonista a questa gerontocrazia schierata che ci schiavizza mediante il suo subdolo giogo di disinformazione.

    il parrucchiere è l’espressione di una società vuota, basata sull’apparenza e priva di ideàli

  3. pensa a me che guadagno di più di un dipendente pubblico per produrre merda rincoglionente. me ne vergogno abbastanza tra l’altro, ma visto che mi paga un’azienda privata, sticazzi.

  4. da dipendentucolo inps non posso che ringraziarti. è vero, qualcuno che si gratta le palle in ufficio da me c’è, ma al di fuori di ogni retorica, ti posso garantire che la maggior parte di noi si fa un mazzo a tarallo ogni santissimo giorno per pagare, in questo periodo di merda, disoccupazioni, mobilità, maternità, cassa integrazione, pensioni, o per contrastare le manovre truffaldine di un esercito di commercialisti che ci prova in tutti i modi a fottere i dipendenti dei loro clienti. abbiamo lo stipendio bloccato da due anni e lo sarà per i prossimi due e, nonostante questo, paghiamo talmente tanto di tasse che gli onestissimi imprenditori/artigiani/commercianti/professionisti di sto cazzo neanche nei loro incubi peggiori potrebbero immaginare. scusa lo sfogo.

    • amlo

      macchè sfogo, anzi grazie. queste cose vanno dette, che se senti a loro pare che vi mantengono aggratis sulle spiagge assolate di ibiza

  5. “a fottere i dipendenti dei SUOI clienti” il soggetto è esercito ed è singolare. chiedo venia, errore di irruenza :-)

  6. in pratica l’unica differenza tra dipendente pubblico e dipendente privato sembra essere il fatto che il dipendente pubblico prende uno stipendio, anche se bloccato da due anni

  7. Andando un poco fuori tema, riflettevo che il diritto alla salute ce lo stanno inesorabilmente togliendo, giorno per giorno, silenziosamente. E noialtri non si fa una piega (non quella del parrucchiere, ovvio)…

  8. p.s. “diritto alla salute”, inteso come assistenza sanitaria, diritto a curarsi.
    Tornando a bomba, non che la carta stampata si spenda più di tanto per informarci. Un certo tipo di cose passano in sordina; certe altre ce le propinano così, semplicemente, come cose qualunque; altre ancora, sono del tutto taciute.