Oltraggio alla bandiera.

E così, abbiamo sentito i fischi all’inno di Mameli, la marcetta che dovrebbe farci palpitare i cor. Solo che a me il cor non me l’ha mai fatto palpitare, anzi: quando vincemmo il mondiale dell’82, noi di sinistra (non de sinistra, sia chiaro) festeggiammo sotto quella bandiera e con quell’inno nelle orecchie, ma vergognandoci come ladri. Il mio, il nostro inno, era l’Internazionale, non quel parapapa’ che, proprio per la sua incongruenza musicale, era invece stato adottato subito dai fascisti che allora come ora non capivano un cazzo di molte cose, tra cui la musica. E insomma quel luglio dell’82 fu la sola e unica volta in cui, pur vergognandoci, ci siamo fatti trasportare sotto il vessillo muzzarella pommarola e vasonicola.

Però abbiamo subito smesso, vinto il mondiale.

Perché quella bandiera non ci rappresentava, quello stato non era il nostro stato, e neanche ci pensavamo a oltraggiare il tricolore: personalmente, da tifoso del Napule, mi interessava molto di più oltraggiare la bandiera della Juve, per esempio. E poi, costruire la nostra cultura, la nostra comunità all’ombra delle bandiere rosse e al suono dell’Internazionale. Una cosa però avevamo in comune con quelli che la marcetta di Mameli l’hanno fischiata ieri: vale a dire, nessuna, nessunissima fiducia nello stato che in quella marcia si riconosce. Uno stato che, nello stesso giorno in cui la gente seppellisce le vittime di un terremoto, fa passare una legge che dice che d’ora in poi, loro i danni da calamità naturali non li pagano più. Loro, responsabili del dissesto idrogeologico del paese, da domani, se un terremoto ti sconquassa casa e vita, ti dicono, testuale: adesso tu ti fai in culo, io la casa a te non la pago. Al massimo te la tasso. Poi tu li fischi e sei una merda, uno che oltraggia. Però quando i loro amici con quella bandiera che gli piace tanto ci si pulivano il culo, loro facevano haha che sympa. Dice che ci vuole rispetto, però non intendono fare niente per meritarselo, come sempre.

Beh, con me state tranquilli. Io non intendo, né mai ho inteso oltraggiare il vostro inno (per quanto, pure voi, farlo cantare da Arisa) e  la vostra bandiera.

Io sto servito, ho le mie, grazie.



5 Commenti

  1. sfido chiunque si riempie la bocca di patria, nazione, tricolore e che va tanto fiero dell’inno, a cantarne una strofa qualunque che non sia la prima….

  2. anduoglio

    comunque del “napoli merda, napoli colera” cantato dagli juventini sotto l’inno di mamuozio, non si è scandalizzato nessuno.

  3. se lo sono dimenticato di quando hanno fischiato l’inno nazionale argentino e maradona gli diceva (in labiale) “figli di puttana!” e poi si scandalizzarono quando noi tifavamo DIEGO che giocava contro l’italia???

    P.S.
    … ” Perchè chiedete ai napoletani di essere italiani per una sera, dopo che per 364 giorni all’anno li trattate da terroni? ” . Diego Armando Maradona.

  4. A me il po po po po popopopo … mi piaceva. Mi ricordava di essere parte di qualcosa. Parte di una Nazione costruita sugli insegnamenti della mia famiglia, parte dei sorrisi e della speranza. Non mi sono mai posta il cruccio di arrovellarmi sulla scelta dell’Inno di Mameli. Ne ho mai sentito il bisogno di inscatolarlo in una direzione Gabel.. llina.
    Ottimista o superficiale, non lo so’!
    Oggi però non ho la più vaga idea di cosa dire ai miei figli, non so quali valori trasmettere, quali speranze dare….
    In realtà mi infastidisce sapere che era solo utopia

  5. Anna

    Visto la foto, lo avrei intitolato Ortaggio alla bandiera! ;-)