Le 10 nuove homepage del sito del PD.

1) La bandiera rossa. Per dimostrare che le bandiere rosse non erano solo un simbolo di pericolosi assassini come Gramsci o Di Vittorio, il sito del Pd mostra un delicato collage in cui si vede una spiaggia col mare agitato e la bandiera rossa. Sullo sfondo Marianna Madia in costume intero castigato mangia una democratica grattachecca al mango. In origine ci doveva stare pure Dominguin che agita un drappo rosso davanti al toro ma l’ala ambientalista ha preteso frignando che fosse sostituito dal figlio e quindi sta pure Miguel Bosè vestito da femmina, che è comunque più arrapante di tutte le femmine del Pd messe insieme.

2) La falce e il martello. Il simbolo che ha terrorizzato e oppresso gli italiani costringendoli ad avere i diritti civili cambia radicalmente. Per scusarsi, il sito del Pd cancella la falce e mette solo il martello, però quello di Thor, ma no quello dei fumetti disegnati da Jack Kirby, quello bellillo del film dove tiene la barbetta curata e più che il dio del tuono pare Belen.

3) I cortei. Pericolosi, disturbano il traffico e costringono i figli degli operai a manganellare la gente: tsk tsk, si son detti al Pd. Così appare la nuova homepage che, invece di questi assembramenti comunisti, rappresenta un simpatico happy hour nel baretto sotto casa delle Finocchiaro con Jovanotti che suona la chitarra.

4) Il servizio d’ordine. Minacciosi e cattivi, si son detti quelli del Pd uscendo dalla messa in latino delle sei di mattina, perciò da oggi in poi il sito del Pd ospiterà le foto degli steward da palco (affidati a una ditta esterna e pagati sessanta centesimi l’ora in nero) in perizoma e rassicuranti calzini di spugna arancione.

5) Gli slogan. A un certo punto della riunione in sacrestia i responsabili del sito si sono detti che basta, gli slogan sono un segno di violenza verbale non ammissibile nei confronti degli avversari, così verranno sostituiti da slogan pubblicitari. Si potrà gridare, per esempio, YAMAMAY YAMAMAY NON CI LASCEREMO MAI! e non E’ ORA E’ ORA, POTERE A CHI LAVORA. Il sito del Pd sarà affidato alla concessionaria pubblicitaria della Santanché e, democraticamente, ogni iscritto che vorrà consultarlo dovrà versare i classici due euro.

6) Gli intellettuali. Faziosi, pesanti, incomprensibili. Sul sito del Pd saranno ammesse solo foto di pensatori non comunisti: gente del calibro di Martufello, per intenderci, che rassicuri gli avversari e non li faccia sentire inferiori sul piano intellettuale, che se no è una scortesia.

7) La tessera del partito. Sull’homepage del PD non ci sarà più il vecchio, obsoleto e irritante invito a tesserarsi, ma un’operazione simpatia seguita da un video di un flash mob autorizzato dalla questura, dal sindaco e dalla prefettura (degli ultimi due non c’era bisogno, ma tanto vale andare sul sicuro) nel quale ognuno dovrà recarsi con il tablet o lo smartphone obbligatori con caricate almeno venti foto di un gattino vestito da Batman e due video della colonna destra di Repubblica.

8 ) La colonna sonora. Per un partito come il Pd, ormai anche Ivano Fossati è un pericoloso sovversivo. Ragion per cui, aprendo l’home page del partito, partiranno random melodie immortali e democratiche come Brutta di Alessandro Canino, il Gabbiano Infelice del Guardiano del Faro (voluta dall’ala ambientalista), e Popcorn de La strana Società, scelta dallo staff di giovani del segretario.

9) Il vestiario. Basta con la figura del militante in eskimo e sciarpetta rossa: l’homepage del prestigioso partito mostrerà foto dei giovani militanti rigorosamente in jeans blu e camicina bianca con le maniche arrotolare. Per i segretari di sezione (da oggi chiamate atelier), è gradita l’espressione da pirla.

10) Le feste dell’Unità. Ecco, su quello l’home page del Pd non vuole mettere mano. Peggio di come le hanno ridotte fino a ora non ci riescono nemmeno loro.



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