Tutto il mondo è Salierne.

Sono, e resterò sempre, finché campo, un provinciale. Anzi, un provinciale del sud, che se volete, è anche peggio, come cosa. Molti di voi non lo sanno, ma la provincia è una palestra che ti insegna a sopravvivere praticamente a tutto: e quando dico a tutto, voglio veramente dire a tutto. La provincia esclude le sovrastrutture. Certo, ci sono le figurine: quello ricco, quello colto, quello chiavettiere, quello sportivo, ma sono, appunto figurine, hanno un perimetro ben delineato dal quale non è possibile uscire. Cioè, puoi fare l’intellettuale finché vuoi, ma finché non te la meni: dopo, arrivano le scamette e i coppetielli, e da figurina che eri, diventi immediatamente una macchietta. Dalla sera alla mattina, le cose che prima ti erano benevolmente concesse dal tuo perimetro, una volta che l’hai oltrepassato, ti mettono a bagno nella palude del ridicolo. Capirete che questa è una cosa più che buona, aiuta a misurarsi la palla (cosa di cui vi parlerò nel nuovo libro che sto scrivendo).

Ora, molti di noi si sono trasferiti a Roma, per i motivi più vari. Ma tutti con la speranza di uscire in qualche modo dalla provincia, di trovare nuovi stimoli, anche perché in Italia dove vuoi andare? A Milano? A fa’ che? A fa’ riunioni coi marketing managers? E quindi, Roma. Però. Però poi ti accorgli che la provincia, anzi, Salierne, si è espansa, e che tutto il mondo è diventato Salierne. E tu ti trovi in vantaggio, perché a Salierne ci sei cresciuto, sai perfettamente come funzionano certi meccanismi, certi poveraccismi, certi sottoboschi. L’unica cosa che ti fotte sempre è il fatto che, se sei venuto da Salierne a Roma, beh, se non sei un idiota, tendi a sottostimarti, a pensare che aho’, qua te se magnano e te se ricacano. E invece no; cioè, te se magnano e te se ricacano uguale, per carità, ma le dinamiche sono esattamente quelle che hai lasciato a Salierne. Le miserie umane, le motivazioni squallide, sono sempre quelle, e da quelle pare che sia impossibile scappare. I giri, i magheggi, gli imbroglietti, le chiacchiere a vacante, sono arrivate pure qua, e una volta che ti levi gli occhiali del ma non è possibile li vedi esattamente come sono, perché tu, da provinciale nato e cresciuto, queste cose le nasi immediatamente.

E ti fottono uguale. Perché magari sei a cena in un ristorante con delle persone che dovrebbero far parte del mondo della cultura, e ti ricordi cazzo, ma qui ci veniva sempre a mangiare Flaiano, e cadi in una specie di torpore beato e ripeti cazzo ma qui ci veniva a mangiare Flaiano, e pensi chissà cosa stava scrivendo, chissà a che pensava, se aveva già litigato con quel capoccione sopravvalutato di Fellini, e provi a  condividere il tuo entusiasmo, ti trovi di fronte uno che parla a telefono col capostruttura fresco nominato per leccargli il culo e un altro che discute di percentuali, di quale giurato deve minacciare per un premio, di quale giornalistucolo deve corrompere per una recensioncella, dell’onorevole che ha l’accesso ai fondi però la regia del filme a deve da fa’ er nipote.

E il dramma è che non c’è assolutamente nulla di decadente in questo, come vogliono farvi credere i film e i libri. Si tratta di piccole, misere miserie miserabili che potrebbero tranquillamente svolgersi a Salierne, cambiando solo il nome dell’assessore e la grandezza del babbà, tutto qui.

E pensi che quello che alla fine ha finito per sfiancare gente come Flaiano non è la grande, remota e decadente città eterna, ma lo stupefacente numero di sciemi che l’ha invasa e che tutti i giorni la riduce a una Salierne qualsiasi, e dalla quale, alla fine, ti rendi conto che non puoi scappare.

Mai.



32 Commenti

  1. marco

    Anche all’estero c’è Salierne….pari pari

  2. Maurizio

    “Tutto questo lo sai e sai dove comincia
    la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
    perchè siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
    e abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
    saggi, falsi, sinceri… coglioni!”

  3. alessandro

    Chiunque abbia una visione un pò più ampia, ma almeno di un grado, rispetto a questo scrivano qualunquista potrebbe capire quante fesserie ci sono dentro queste parole.Svuotare luoghi comuni per accorparli in un mix di fantasia senza pari buttarli nel macroscopico e far passare che è tutto vero soprattutto perchè ora è scritto…un degrado di parole unico…e un filtro magico per il quale questo commento non apparirà…. MAI! ridicolo sto blog.

  4. alè

    e quello ci ha la visione ampia

    • amlo

      che poi venirmi a insultare sul MIO blog, dove modero IO i commenti, significa andarsia infilare in una discussione che non puoi vincere. solo un odio immotivato può portare qualcuno a comportarsi in questo modo. appunto, salierne.

  5. klaudione

    un nuovo libro! evviva! a quando il lieto evento? 

  6. velia

    ma perché sentirsi rodere da un post che non dovrebbe far offendere nessuno, ma far appena appena un PO’ (luce lampeggiante catarifrangente) riflettere?
    Io ci rifletto e mi vado a buttare nel macroscopico.(splash)

  7. Cicciobombo

    Alessandro avrà pure “la visione ampia” ma Amlo ha una visione che io almeno me la sogno la notte. Il sentore che sia tutto una enorme provincia l’ho avuto anche io solo che non lo so dire.

    “misere miserie miserabili”… quanto è maledettamente vero.

    • da iperprovinciale (mi sono trasferito da Avellino, 56.000 abitanti, ad un paese della provincia di 1.500, e ci sto benissimo) vorrei aggiungere una fondamentale differenza tra il vivere nella Salierne di turno e nella metròpole de turno: la possibilità di reinventarsi dopo la sgamatura.

      un classico è lo sfigatisismo che, stanco di essere etichettato come sfigatissimo, si lancia in una avventura accademica capitolina dove, libero dal giogo provinciale e dai pregiudizi della sua gente, puo’ dare libero sfogo alla propria fervida mente.

      una volta sgamato (periodo medio: 3 mesi) anche dagli abitanti d”a capitàle che frequenta, provvede a cambiare giro ed interessi per ripartire da zero (zero, appunto)

  8. barnabo

    io li ho legati e dalla capitale me ne sono tornato in provincia. sono felice

  9. mp

    ma esattamente dov’è questa italia di cui parlate?

  10. anna

    ..che poi Amlo è stato buono, perché ad Alessandro io imputerei anche la minuscola dopo il punto e il mancato spazio. gne gne gne

  11. Bufr

    Ma sarà locale o globale, come diceva quello la più di cento anni fa?

  12. Aldo

    Comunque a me la Grande Bellezza è piaciuto, anche se c’era Servillo. Non penso che se fosse stato girato a Salierne certe scene riuscivano così suggestive (anche se non sono mai stato a Salierne).

    P.S. Anche a me gira che a fare un film stupendo sulla decadenza ci sia riuscito Sorrentino e non io.

  13. Quello che non ci sta

    E se invece bruciasse d’invidia, come Troia, l’alter ego del piccolo amlo, quando s’accorse che Sorrentino s’un oceano di vuoto celebrale, CREAVA, mentre amlo giocava sui luoghi comuni come un bambino?
    Forse brucia che Alessandro gli abbia detto qualcosa a cui lui con le sue “Salierne” idee non può contrapporsi? Infatti fa della facile ironia sulla punteggiatura, però non risponde il saliernino.
    Forse voleva far diventare “La grande bellezza” un nuovo luogo comune su cui sfornare un altro libro? “La grande bellezza” va un pò oltre la tua zoppa critica? 

  14. amlo

    comunque va’, pure che sei ciuccio ti rispondo uguale. esattamente dove cazzo è nominato sorrentino? fammi capire, e se anche fosse, ti rode il culo che un poveraccio zero assoluto come me si permette di criticare il tuo idolo giustamente ricchissimo famosissimo e osannatissimo? anche se fosse sorrentino mi batterebbe seimila a zero. e dunque, su su, rilassati, e torna a guardare rai tre in cameretta.

  15. Quello che non ci sta

    Mi rode soltanto che fai una critica insipida che fa passare l’altro (chicchessia) nu pover strunz, mentre tu sei il grande salvatore de noartri con le tue storielle, qualunquiste, peggio di raitre che to lo guardi te non io, fazioso dell’insipido.
    Si inizia a scrivere con la lettera grande, non tanto per dare un senso grammaticale alla cosa, ma perchè è un inchino a ciò di cui si va parlando in seguito, così dopo una pausa dettata da un punto, ciuccio.

  16. Quello che non ci sta

    Il mio pò è uguale al tuo po’, non ne faccio differenza perchè è un blog di popò.Qui l’elisione è sottintesa dal titolo in giù, quindi scrivete come vi pare a elidere ci pensa amlo.

    • amlo

      sarà un blog di merda, ma è un blog con nome e cognome, caro il mio fessacchiotto. tu al massimo hai un nick, come tutti i troll cazzoni. potrei moderare i tuoi commenti, non farli neanche apparire, e perfino cambiarli trasformnadoli in elogi sperticati, ma mi fa piacere che le tue figure di merda le faccia da solo. e per rai tre, tranquillo, prima o poi troverai qualcuno che te la spiega.

      PS: è inutile che scrivi ancora senza nome e cognome. adesso non te le passo più.

  17. Quello che non ci sta

    come avevo detto che avrei fatto modifico il commento e lascio che sia tu a dire che senza nome e cognome fai solo la figura del cretino.