Sciemonomics.

Qualcuno dice che il capolavoro del Demonio è far credere alla gente che lui non esiste, e io vi dico che il Demonio è un povero dilettantucolo del cazzo. Alla clandestinità sono buoni tutti, a patto di fare certe rinunce. Se volete scomparire, ovviamente rinunciando alle comodità della vita moderna, potete farlo agevolmente, alla faccia di Prism e compagnia bella. Se vi adattate a vivere come un contadino dei primi anni del 900 siete praticamente introvabili. Anche in Italia, ci sono migliaia di persone che vivono in totale clandestinità senza che nessuno sospetti della loro esistenza. Per cui, pfui al Demonio.

La vera bravura demoniaca, oggi, sta nel rendersi indispensabili anche se non si è capaci a fare un cazzo.

A parte i soliti artisti da Minculpop, che mi sarei anche scassato il cazzo di menzionare e che sono destinati, tutti, alla scomparsa, in quanto semplici mendicanti e imbroglioncelli da due soldi, il capolavoro di questo gioco di prestigio è in mano alla categoria forse più incapace che sia mai apparsa sulla faccia della terra: gli economisti. La loro unica occupazione è quella di far credere alla gente che l’economia sia una cosa estremamente complessa, quando invece è esattamente l’opposto. Se è capace una massaia, e non son capaci loro, qualcosa vorrà dire. E qui scatta il trick, il gioco di prestigio, e cioè che gestire l’economia di una nazione è molto più complesso. Non lo nego, ma i principi base sono fondamentalmente gli stessi, quindi il trucchetto funziona solo se c’è qualche cretino che si mette a bocca aperta a chiedersi come faccia un coniglio a uscire da un cappello che due secondi prima era vuoto. E il bello è che loro lo dicono pure, ma usano trucchi davvero vecchi. Quando dicono che serve una copertura finanziaria per fare qualcosa, vogliono dire soltanto che una cosa si fa se ci sono i soldi, altrimenti ciccia. Perbacco, che concetto esaltante e complesso. Volete forse dire che devo rinunciare alla Ferrari? Ma non mi dite. Ma non è lì che voglio andare a parare, non mi buttero nel solito discordo grilino (peraltro giustissimo) di questi che buttano i soldi nel cesso. Quello che voglio dire, e che mi sembra che molti non abbiano capito, è che sono una mappata di cretini. Perché è vero che fanno scelte politiche e solo per il loro interesse, ma sono talmente idioti da farli contro il loro stesso interesse. Esempio (che ho già fatto ma che ripeto): la pubblica amministrazione. Si dice che sia sovradimensionata, quando chiunque, paragonando i numeri col resto del mondo, può dirvi che non è così. Ma, anche se fosse, cosa fa uno che ne capisce di economia e cosa fa invece un qualunque cretino? Il cretino dice: siccome mi devo fottere i soldi io per giocare coi bombardieri, con le banche e con il Tav, licenziamo la gente. Creerò povertà, disoccupazione, caleranno consumi e di conseguenza entrate fiscali, quindi avrò sempre meno soldi, e dovrò licenziare ancora, creando ulteriore povertà, disoccupazione, calo dei consumi, minori entrate fiscali e quindi meno soldi in cassa. Il cretino se ne fotte, perché siccome è anche ignorante pensa di poter ripetere questo giochetto all’infinito, e non sa che quello che si sta mangiando è il tempo. Adesso, a questo punto, il cretino non ha più tempo, e non ha capito di non poter ripetere più il giochetto, perché sta assestando colpi a un cadavere; potrà spolparne la carne dalle ossa, ma alla fine anche il cadavere di un elefante finisce, se te lo mangi. Certo, se il cretino non fosse, oltre che mariuolo, il cretino che è, vedrebbe nella pubblica amministrazione una grande opportunità, che non a caso i paesi dove il tasso di rincoglionimento è minore sfruttano a dovere. Vale a dire che, se alla pubblica amministrazione dite: chiedi a quello che si vuole aprire un’osteria, magari con la sua liquidazione coatta Fiat  trentamila certificati, sfiancalo, distruggilo, fagli passare la voglia pure di campare (perché se la pubblica amministrazione funziona male non è per il lavoratore che si va a prendere il caffè, è perché è amministrata da cialtroni), è ovvio che va tutto a puttane. Se invece, come succede in altri paesi, la macchina statale e comunale è di aiuto, di sostegno e di consulenza e per aprirti una pizzeria al taglio non devi avere competenze da premio Nobel e amicizie da mafioso anni 50, allora le cose cambiano. Anche questo è gestire l’economia: non ostacolare le persone nella loro vita quotidiana. Ma noi siamo in mano a gente che, per comprarsi la macchina fa vendere un rene ai figli, con la scusa che l’economia è complessa. Non vi fate fregare, è facile, il trucco c’è: guardateli in faccia. Sul serio, guardate i loro occhi stupidi, quei volti che trasudano cretineria, le loro espressioni da beoti, il loro latinorum del cazzo. Chiedetevi perché si fanno intervistare solo dai loro lacchè, e perché i loro lacchè non fanno mai, e dico MAI, l’unica domanda che andrebbe fatta, e cioè:

se sei tanto bravo, come mai va tutto a puttane? Come mai, dove metti mano tu, va tutto in merda?

Dite che è difficile? Eppure è la domanda che fareste al vostro idraulico se venisse per aggiustarvi il rubinetto e se andasse lasciandovi le cascate del Niagara nel cesso. Eppure, a loro non la fate. Ai responsabili economici dei vostri partiti, quelle belle menti che vi insegnano a campare, non li prendete a bastonate quando vi dicono che alzare l’Iva è inevitabile. Perché? Renzo Tramaglino non si fece fare fesso, voi sì, perché?

Dice, ma è così in tutto il mondo. Non è vero. In Amarica hanno avuto la sciagugura della Reaganomics, ma noi abbiamo fatto di peggio: la Sciemonomics.



26 Commenti

  1. Boris

    Un solo appunto: la pubblica amministrazione funziona male perchè siamo noi, il glorioso popolo italiano, a farla funzionare male, ogni volta che ci vendiamo i voti al politico per far assumere nostro figlio ciuccio (e poi ci lamentiamo che dietro allo sportello ci sta un ciuccio), pretendiamo che la burocrazia impedisca tutto per non fare aprire un altro negozio concorrente sul marciapiede di fronte (e poi ci lamentiamo che la burocrazia ci impedisce di fare tutto), vogliamo l’ospedale con dieci sale operatorie e l’acceleratore di particelle pure nel paesiello con trecento pensionati, e poi ci lamentiamo che il ticket aumenta.
    E soprattutto che alla fine evadiamo pure le tasse perchè ci lamentiamo che tutta stà zizzinella costa troppo.

    Per il resto completamente d’accordo: mia nonna, dall’alto delle sue conoscenze matematiche e contabili della seconda elementare, ha campato una famiglia di venti persone me compreso senza mai far mancare nemmeno uno stuzzicadenti a tavola, per cui la mia autorità economica per manifesti meriti sul campo è lei.

  2. Boris

    Un’altra cosa. Io non credo proprio che questi siano nà mappata e’sciemi. Intanto per arrivare a fare il direttore di una banca centrale o il consigliere privato di un capo di Stato o il ministro dell’economia di una nazione G20 potrai magari essere raccomandato da schifo, ma cretino proprio ne dubito, non foss’altro che saresti stato sbranato lungo la via da uno appena appena meno cretino.
    A certe cose ci arriva mia nonna, figurati il preside della Bocconi o il direttore della banca d’Italia. Quindi questi lo capiscono eccome che, se aumenti l’IVA, tagli stipendi e pensioni e licenzi gente a capocchia, l’economia va ad aceto. Lo sanno benissimo, è solo che se ne fottono.

    • amlo

      non sottovalutare mai la cretinaggine.

      • Michele

        Questa risposta mi e’ piaciuta ancora piu’ del pezzo

      • Boris

        Affatto, ma se uno devasta la nazione che in teoria dovrebbe amministrare e per il disturbo si piglia pagato nà vrangata di milioni dagli amici degli amici (più quello che già si piglia ufficialmente), per me non è cretino ma stronzo, e per giunta di quel genere di stronzi che poi si veste da fesso e mette la colpa agli altri.

        Cretino semmai è chi lo vota.

  3. ro

    l’economia secondo Amlo:”Tasso di rincoglionimento, amicizia da mafioso anni 50 e competenze da premio nobel. Il trucco c’è, sarebbe il caso di guardarli in faccia…..”
    quanto cavolo è vero! Viva l’Itliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Ah!

  4. anduoglio

    Un’altra cosa: il sistema Italia è andato a puttane anche per colpa dei figli incapaci.Â
    In passato quando un potente aveva un figlio sfaticato, che pigliava brutti voti a scuola, lo sistemava, ma in modo che non rompesse il cazzo a nessuno. Gli faceva la raccomandazione per fargli avere un posto tipo bidello, impiegato in una piccola ditta, dove il figlio scemo aveva un ufficio vicino al cesso e doveva schiacciare un pulsante ogni dieci minuti in cambio di qualche piccolo appaltino pubblico che non dava fastidio a nessuno.
    Oggi, se il figlio sfaticato di un potente va male a scuola, innanzitutto gli insegnanti si pigliano le mazzate e si dice che è colpa loro, che sono invidiosi e di sinistra, poi lo si fa laureare al CEPU o in Albania, poi lo si fa presidente del movimento giovanile del proprio partito, poi lo si fa candidare in regione come capolista, oppure gli si fa avere un posto di manager di una mega azienda statale o parastatale, che in pochi giorni diventa un tripudio di playstation, festini e orge, con i bilanci che iniziano a bestemmiare in aramaico antico dopo uno o due semestri.Â
    In passato il figlio scafesso di qualche potente lo si sopportava anche se raccomandato perchè te lo ritrovavi come segretario di qualche istituto tecnico di un paesiello sperduto e dicevi: “Ma lo sai quello di chi è figlio? Di xy” “Davvero? Ma che ci fa qua a fare il segretario?” “E che ci vuoi fare, quello fin da piccolo era uno scafesso, e il padre disperato lo ha sistemato qua. Era lo scuorno della famiglia” “E va bene, poverino, se uno è limitato non è colpa di nessuno, e pure lui deve campare”. E così lo accettavano, lo vedevi limitato, ti ci affezionavi, aveva una fatica dove non faceva danni a nessuno e il mondo girava. Ora i figli scafessi non esistono più, pur di non accettare il fatto di avere un figlio scafesso (che poi se è scafesso e perdigiorno, è colpa del padre, detto tra di noi…) si distruggerebbe il mondo per dare all’incapace il posto di riguardo che merita il figlio di un potente. E infatti, il mondo lo stanno distruggendo, o almeno l’Italia. Comunque c’è un famoso scafesso che ha deciso davvero di scomparire dal mondo, andandosene in campana: Renzo Bossi.

  5. anduoglio

    Un’altra causa sono i chiavarielli perucchiusi. Un tempo il potente che teneva l’amante, Le faceva un appartamentino in centro, così l’amante viveva tranquillamente e non scassava il cazzo a nessuno. Oggi per sparagnare il potente fa candidare l’amante in regione, così ci ritroviamo queste donnicciole che prima non sapevano nemmeno chi era Andreotti e, oltre a mettere a disposizione le proprie grazie, già era tanto se sapevano fare un caffè con la macchinetta classica, ora scoprono di “avere la vocazione per la politica”, il potente le piazza in regione o in parlamento a spese dei cittadini e continua a farsi i chiavarielli coi soldi nostri. E intanto le zantraglie legiferano e mettono le mani dentro la cosa pubblica.  

  6. anduoglio

    Mi piace questa discussione sui dipendenti pubblici e sarebbe interessante approfondire qualche numero per provare a dipanare la matassa. Secondo uno degli ultimi studi indipendenti (Politecnico di Torino) fatti sul pubblico impiego in rapporto con quello in Europa, l’Italia ha 55 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti rispetto ai 54 della Germania e agli 80 della Francia (le nazioni di riferimento). Dal 2001 il numero di dipendenti pubblici è diminuito di oltre 100.000 unità ma il livello salariale è cresciuto del 30% (poi giustamente bloccato dal 2009-2010 in poi). Rispetto alla stessa fascia temporale, nel settore privato il livello salariale di personale di pari livello è cresciuto solo del 4%. Inoltre se nel pubblico impiego le perdite di occupati (non licenziati, ma andati in pensione con posti non rimpiazzati da altri) si sono aggirate intorno ai 100.000 circa, nel settore privato i posti di lavoro persi sono dieci volte tanto (oltre ai disoccupati storici, quelli che non sono mai riusciti a entrare nel mondo del lavoro e quelli che hanno rinunciato a cercarlo). Detto ciò, anche se sono diventati di meno, il peso degli impiegati pubblici sul bilancio è aumentato di 40 miliardi e rispetto agli impiegati pubblici di Francia e Germania costano di più perchè il trattamento che ricevono è migliore. Costano di più ma il servizio che forniscono è tra i peggiori d’Europa (migliore solo a Grecia e Turchia). Questo dicono i numeri, sarebbe interessante ragionarci sopra. Nella crisi, gli statali stanno meglio di altri, non possono essere licenziati, stipendio che almeno non cala ed è garantito, nessun obbligo di performance, nessun controllo serio e costante sulle prestazioni fornite. A Roma vedo spesso gli statali fare sciopero e andare a protestare sotto i ministeri. Ma di statali che si suicidano per la crisi non ne vedo. Vedo che a suicidarsi sono i privati, gli operai che perdono il posto.di lavoro, i piccoli imprenditori del Veneto che aspettano da dozzine di mesi il pagamento di un lavoro svolto per la pubblica amministrazione e che si uccidono per la vergogna di non riuscire più a pagare gli stipendi, i commercianti che per andare avanti finiscono nelle mani degli strozzini, i privati a cui Equitalia ha pignorato pure la casa, perchè non hanno i soldi per pagare le tasse (non parlo degli evasori, parlo di gente che non ha più soldi). Insomma, il tema mi sembra ricco di sfaccettature ed una sola verità non esiste.

    • amlo

      embe’? siccome i privati sono vessati ingiustamente è lecito vessare i pubblici? è esattaemnte quello che vogliono i padroni, che spingono i lavoratori gli uni contro gli altri per abbassare il loro livello di dignità. io PRETENDO maggiori diritti e PRETENDO che le rivendicazioni salariali e contrattuali dei privati vadano nella direzione giusta. IO NON VOGLIO che si licenzi nessuno, voglio contratti giusti. l’idea di portare tutto verso il basso è quello ceh vuole il padrone. un comunista non può che essere contento che qualcuno riesce a spuntarla per il suo giusto diritto, e lotta perché sia riconosciuto a TUTTI.

      • Val

        Sì vabbuò hai senz’altro ragione, quella che si delinea è una guerra fra poveri e tutto questo fa schifo. Ma ci sono poveri che tirano avanti tutto sommato senza troppi patemi e poveri che se la fanno sotto dalla paura, indovina un po’ a quale categoria appartengono i dipendenti pubblici? Ovvio che se questi lavorano poco e male la colpa è dei dirigenti, ma questo non sopsta di una virgola il dato di fatto che lavorino poco e male, ed è un dato di fatto che ha comunque a che fare con la responsabilità personale.  

        Pertanto quando parliamo di diritti, è dai primi (oggettivamente, dato il contesto, privilegiati) che mi aspetterei una difesa dei secondi (oggettivamente, dato il contesto, privi di ogni diritto). Del resto maggiori diritti comportano maggiori responsabilità – non dico doveri, ma responsabilità sì, soprattutto da parte di chi è pagato con i soldi dei contribuenti (e non mi  obbiettare che anche i dipendenti pubblici sono contribuenti, ché non è esattamente la stessa cosa).  Anch’io voglio contratti giusti e stipendi dignitosi nel pubblico, ci mancherebbe. ma voglio che, come dice (esaustivamente :-) Anduoglio, mi forniscano un servizio giusto e dignitoso. 

        Prendo sempre ad esempio, in questi casi, la categoria più lamentosa d’italia, quella degli insegnanti, gente che scrive una lettera alla settimana a Repubblica per lamentarsi di quanto poco siano pagati loro,  colonna portante della nazione. Gente che becca 1.500-1.600 euro al mese. Poco. Ma meglio di un pungo in un occhio,  per pochissime ore di lavoro e tre mesi di ferie all’anno, quando loro colleghi con laurea in ottica quantistica e diciotto master si spaccano il culo dieci ore al giorno per molto meno.  Hai mai visto una manifestazione degli insegnanti che non fosse corporativa? Eppure sono pur sempre degli intellettuali, gente che dovrebbe riuscire a vedere il mondo al di là del proprio naso. Sì, è una guerra tra poveri: ma è dagli insegnanti che mi aspetterei una presa di coscienza collettiva e non corporativa, non certo da chi è ancor più ricattabile o sfruttato di loro o da una finta partita IVA a 20.000 euro lordi l’anno che non vedrà mai un euro di pensione…

        • amlo

          sulla lamentosità degli insegnanti sono più che d’accordo. per esempio, sarebbe fantastico se la smettessero di adottare libri nuovi ogni anno per arricchire le case editrici. detto questo, io sono sempre dalla parte di chi lavora: prima i diritti, poi facciamo lavorare gli scansafatiche. MA PRIMA, I DIRITTI. e no, non sono un dipendente pubblico.

          • Val

            Ehhh, che coda di paglia! Ti leggo, lo so che non sei un dipendente pubblico…

            Su diritti e scansafatiche, cerchiamo di intenderci: posto che le stipendio di un impiegato comunale o di un insegnante non è da nababbo (e quindi che se lavora sodo – ce ne sono tanti – guadagna meno di quel che si merita) quelli senza diritti sono quelli che lavorano nel settore privato. Compresi quelli che, tramite cooperative, agenzie interinali, false partite Iva eccetera, lavorano per il pubblico svolgendo mansioni che dovrebbero fare i fannulloni garantiti da un contratto a tempo indeterminato che nell’ufficio accanto fanno del loro meglio per trascinare l’Italia in fondo a tutte le classifiche di produttività.

            Dire di essere dalla parte di chi lavora vuol dire tutto e niente. Nel pubblico i diritti ce li hanno sia gli onesti lavoratori sia gli scansafatiche o i disonesti, è fuori dagli uffici pubblici che le cose si fanno più dure e tira sempre un vento piuttosto freddo. Per tornare alla tua domanda, no, non bisogna vessare i dipendenti pubblici perché sono vessati quelli privati. Ma non mi pare che, sparate di Brunetta a parte, ci sia nessuna intenzione di vessarli. Semmai, si riduce il ruolo del servizio pubblico con la scusa della spending review, ma mica vuol dire che tagliano lo stipendio ai pubblici: si riducono i servizi ai contribuenti. Poi, possiamo discutere quanto vuoi di quanto pesino TAV, F-35 e interessi sul debito sul bilancio dello Stato, e sono certo che scopriremmo che forse ci sono i soldi per raddoppiarli, invece che dimezzarli, i servizi pubblici. 

            Del resto, siccome alcuni privati evadono pesantemente le tasse, è giusto accanirsi su quei pochi che producono davvero un minimo di valore aggiunto? Anche lì: prima il diritto a non vedersi spennato oltre ogni ragionevole limite (in cambio di nulla o di ulteriori vessazioni), poi facciamo pagare gli evasori. Non è la stessa logica? 

          • amlo

            non è coda si paglia, è per chairire: mica tutti mi leggono e sanno i cazzi miei, e ti garantisco che gli insulti che mi becco in privato me lo confermano. E non c’è l’intenzione di vessarli, c’è un piano chiarissimo per privatizzare la pubblica amministrazione, che verrà prima o poi regaltata in appalto ai capitani coraggiosi di questo cazzo, e allora per i privati il vento si farà ancora più freddo. Il punto che volgio dire io è che il pubblico e privato non sono in competizione. Il lavoratore non è mai in competizione con un altro, e qaundo lo è, è perché fa gli interessi dei padroni. e c’è una cosa che sembra sfuggire alla gente: che il dipendente pubblico E’ un contribuente, che va in ospedale, il portantino manda i figli a scuola ecetera. E il dipendente pubblico è un lavoratore che paga le tasse, tutte, fino all’ultima lira. Perché adesso è colpa sua? Da quando? Io penso che una singola vittoria, ogni singolo diritto ion più sia una vittoria per tutta la scoietà, e permetta a quelli che ancora non lo hanno acquisito di combattere per ottenerlo. L’idraulico che vuole vedere licenziati i diepndenti pubblici perché je rode er culo si farà grasse risate qaundo gli opsedali li gestirà Benetton, o COlaninno, e invece dello sportellod el comune avrà il callc enter della famiglia ELkann. Quando i lavoratori (anche glis cansafatiche, che ci sono nel pubblico ma anche nel privato, hai voglia) litigano tra loro, il padrone ride. Sempre.

  7. anduoglio

    Non ci capiamo. Io non voglio niente da nessuno. Dico solo che in questo momento la crisi non la stanno pagando gli statali e che ci sono altre priorità. Gli statali hanno una serie di privilegi e io non glieli voglio togliere. Beati loro, magari avessi avuto la raccomandazione per avere un posto pubblico. Per me gli statali possono guadagnare pure di più, basta che lo stato italiano mi dia dei servizi che, come hai scritto ottimamente tu, mi mettano in condizione di portare avanti le mie attività private senza: 1) avere uno stato che si prende il 75% degli utili aziendali che potrei utilizzare per rendere l’azienda più competitiva, motivando il personale con degli aumenti di stipendio o dando dei bonus prestazionale 2) avere uno stato che ti vede come un nemico se vai a richiedere un certificato o un permesso e che per dartelo, te lo da in ritardo e ti fa buttare il sangue 3) avere uno stato che se ti fa la grazia di darti un appalto pubblico, ti comincia a pagare dopo 12-16 mesi (nel frattempo semmai fallisci perchè non riesci a pagare gli stipendi) 4) andare in un ufficio pubblico e trovare delle zencare che se ne fottono delle tue esigenze 5) vivere in una nazione che non rende la tua attività competitiva e ci gode a distruggerti la vita.Â
    Detto questo, chi ha ottenuto dei diritti è giusto che li mantenga, non è questo il problema. Dal mio punto di vista ci possono essere pure 100 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti, ma i servizi devono funzionare. Non voglio niente dall’Italia, chiedo solo che non mi rompa i coglioni e invece fa il possibile per uccidermi. Le statistiche le ho messe non per essere di parte, ma per ragionare su alcuni dati, esattamente come quando si iniziò a parlare di femminicidio mi sono andato a spulciare le statistiche del numero di donne uccise anno per anno dal 1980 ad oggi.
    Ho messo le statistiche solo per discutere, io non ho una posizione, vedo che le cose non vanno bene. A questo punto, per motivare i dipendenti pubblici, incrementiamo gli stipendi, assumiamone di nuovi, ma io pretendo che i servizi funzionino, perchè è giusto così, perchè se io non funziono, non solo non guadagno nulla, ma viene lo stato che mi chiede dei soldi.
    Ti lascio con un aneddoto: quando sono tornato in Italia, dopo 10 anni di vita all’estero (errore grave, ma in quel momento storico, oltre tre anni fa, era giusto così, quindi non ho rimorsi), mi arriva una lettera da parte dell’ufficio delle entrate tedesco dicendomi che avevo pagato 150 € in più di tasse e che se volevo, potevo scegliere di passare a ritirare un assegno a titolo di rimborso o scalare quell’importo nelle tasse future. Non sapendo come fare per dare una risposta veloce, mi sono andato a cercare un indirizzo email generico del comune dove si trovava l’ufficio delle entrate (un indirizzo del tipo info@comunediroma.it) rispondendo che avevo tolto la residenza dalla Germania e che dal punto di vista tributario ero tornato soggetto al regime fiscale italiano e quindi non potevo scalare l’importo dalle tasse successive e dato che al momento non avevo in programma di ritornare in Germania visto che per 150 € circa il costo del viaggio non valeva la candela e quindi gli proponevo due alternative: potevano dare l’importo in beneficienza a favore di un istituto pediatrico, mi potevano versare l’importo alle coordinate bancarie del mio conto. Tutto questo scritto ad un indirizzo email generico di un comune di una cittadina tedesca (indirizzo email che non aveva niente a che fare con l’ufficio delle tasse). Passano due giorni e non ricevo risposta, mosso dal dubbio di aver mandato una email inutile, mi decido a mandare la risposta come farebbe in Italia qualsiasi persona sana di mente: ho stampato la email e l’ho inviata per posta con raccomandata e ricevuta di ritorno. Un paio di giorni dopo dovevo fare un piccolo versamento e vado sul mio conto dove vedo che i 150 € mi erano già stati rimborsati. E tutto questo tramite una email mandata ad un indirizzo quasi a cazzo. Non finisce qui: dopo qualche altro giorno mi arriva una lettera firmata dal primario del reparto pediatrico dell’ospedale del comune dove pagavo le tasse e mi scrive di aver ricevuto la segnalazione da parte dell’ufficio delle entrate dicendo che l’ufficio delle entrate non poteva gestire i soldi dei contribuenti e che sarebbe stato molto grato se avessi fatto un’offerta per il loro ospedale, mi avrebbero mandato poi la documentazione relativa al modo in cui avrebbero speso la mia offerta e mi ha dato delle coordinate bancarie. Alla fine ho dato 200 €. Dopo tre mesi mi arriva da poste italiane la ricevuta di ritorno della raccomandata che avevo inviato e che era stata consegnata con evidente ritardo. Questa storia è reale, in Italia non solo sarebbe impossibile, ma non sarebbe nemmeno immaginabile nemmeno da un Edmondo De Amicis dopo aver parlato con tre papi, quattro cardinali, sette sacerdoti e trecento suore di carità. Esistono realtà vicine a noi pochi chilometri ma lontanissime da noi anni luce, eppure esistono.  

  8. Boris

    Anduoglio, alcune osservazioni.

    La prima è che non è che in Italia i dipendenti pubblici sono privilegiati. In qualsiasi Paese civile la differenza tra pubblico e privato è che il primo è di norma un impiego pagato di meno e con poca carriera ma più garantito e tutelato, mentre ovunque nel privato guadagni meglio e puoi fare carriera ma (anche giustamente, volendo) sei soggetto ai rischi di impresa, alle paturnie del padrone e tutto il resto. In Italia il lavoratore privato in media guadagna meno ed è meno tutelato, e questo non significa che i dipendenti pubblici sono privilegiati (gli stipendi sono assolutamente inferiori alla media europea), ma che i privati italiani sono in media degli schiavisti di merda.
    La seconda è che conosco benissimo la tua odissea con gli uffici pubblici, che è la stessa che passo io. Però vorrei farti riflettere su una cosa: prova a far caso che ci sono dei soggetti privati, di solito tuoi concorrenti diretti, che la fila non la fanno, le pratiche le hanno subito e precise, i pagamenti li ottengono all’istante, gli si mettono tutti a disposizione (dirigenti in primis) e le famose zencare gli offrono il caffè e gli fanno pure avances sessuali. Nota pure che quando l’ufficio se ne esce con qualche nuova direttiva piena di cavilli allucinanti, per qualche strano motivo sono sempre cavilli che fanno del bene al tuo concorrente e vanno tutti in culo a te. Oppure fai caso che la finanza viene sempre da te, che tieni tutto a posto a livelli tedeschi, e ti controllano pure gli scontrini del cenone di Natale del 1987, mentre dal tuo concorrente (che SAI che fa le peggio schifezze, magari la finanza l’hai chiamata tu) non ci vanno MAI, oppure gli controllano giusto la patente.

    La domanda è: sei proprio sicuro sicuro che il tuo problema siano i dipendenti pubblici?

    P.S.: occhio a magnificare le glorie della Germania (paese che amo tantissimo e in cui ho lavorato anche io), non sono perfetti, sono solo molto più attenti di noi a nascondere le magagne (e quanto a magagne non hanno niente da imparare dai meridionali, ti assicuro!)

  9. anduoglio

    Il paradiso non esiste, ne sono ben consapevole. Ma tra Germania e Italia c’é una differenza tale da far sembrare la Germania un paradiso. Detto questo gli stipendi degli impiegati pubblici sono in linea con quelli europei e rispetto alla Germania, che a dire tuo, sono egualmente sfaccendati, ma nascondono meglio i problemi) l’Italia investe l’11,1% del pil su un numero di impiegati pubblici inferiore a quello dei tedeschi, che invece investono il 7,9% del Pil in salari del pubblico impiego. Le statistiche dicono che il numero di impiegati pubblici è nella media europea e che il livello salariale è adeguato alla media europea, a fronte però di una qualitá dei servizi inferiore a quella media. Detto questo, non ho nulla contro i singoli impiegati statali, voglio servizi adeguati alle tasse che vengono pagate, che sono tra le più alte d’Europa. Al di là delle ironie e dei luoghi comuni (i piccoli imprenditori che hanno difficoltà mentre i pescecani hanno il tappeto rosso negli uffici comunali, con le impiegate che fanno pure le avances sessuali, ma tu le hai mai viste le impiegate pubbliche?) quello che restano sono i servizi carenti. Parliamo di numeri di dati oggettivi. I servizi fanno schifo perchè gli impiegato sono pochi? Aumentiamoli. Fanno schifo perchè sono pagati poco? Aumentiamogli lo stipendio, che comunque già ora è superiore comunque al reddito netto che resta a me, dopo che ho pagato il 75% di tasse, ma va bene, paghiamoli di più così guadagneranno non il doppio, ma il triplo di quello che prendo io, basta che lasciano vivere pure me che li mantengo in vita tutti.

  10. Boris

    Non mi sono spiegato bene: quelli col tappeto rosso negli uffici non sono mica i pescecani, sono quasi sempre tizi a cui non daresti due lire, imprenditori spesso più piccoli di te (ufficialmente), ma che hanno il parente dietro all’ufficio, oppure hanno assunto il figlio del dirigente, o fanno forniture traccheggiando sulle fatture e facendo fare la cresta all’impiegato della ragioneria, e millemila altri trucchetti e favori tutti a buon rendere. Non è un problema di quanto guadagna l’impiegato a cui TU non fai favori, o di quanti impiegati ci stanno allo sportello, nessuno dei quali è amico o parente TUO.

    Se domani la pubblica amministrazione iniziasse a funzionare a livelli svizzeri, un numero impressionante dei famosi piccoli imprenditori che mandano avanti il paese fallirebbe in un mese; sanno fare affari solo ed esclusivamente a botta di inciarmi.

  11. anduoglio

    Boris, il tuo è il trionfo della retorica lontanta dalla realtà. Sul campo non ci sei mai stato. 

  12. anduoglio

    Comunque, Amlo, scusa, cancella i miei post. Il blog è tuo, non è giusto occupare troppo spazio. Cancella tutto, mi scuso con tutti. Se voglio discutere di certi temi, mi apro un mio blog o vado su un forum a tema. Cancella tutto, ti autorizzo.

  13. dipassaggio

    Tutt’o blocc… Sei impiegato statale e difendi la categoria. 

  14. Val

    Mi permetto un’ultima replica (qui, dato che il thread si è esaurito) perché credo che stiamo toccando una questione importantissima. Sfondi una porta aperta quando parli di privatizzazione della funzione pubblica: io in linea di principio (ma di principio-principio, cioè di teoria-teorica- teoricissima) non sono né favorevole né contrario, ma nella pratica, visti i precedenti, sono contrarissimo. Siamo sempre nel solco tracciato dalla merdosissima classe dirigente degli ultimi venti anni (a confronto Fanfani era un comunista): privatizzazione dei profitti, socializzazione delle perdite.

    Però, premesso che gli scansafatiche nel privato, per definizione, sono un problema privato mentre quelli pubblici sono un problema pubblico, c’è un dettaglio che sfugge a molti e anche a te: mentre lo stipendio del privato è una porzione, ancorché piccola (ma questo è un altro discorso) di ricchezza prodotta dal lavoro (e in quanto tale riconosciuta da un mercato che ne riconosce il valore), quello del dipendente pubblico… non si sa.  Incontestabilmente, esso viene interamente pagato con l’espropriazione legale (le tasse) di parte della ricchezza prodotta dai primi. Quindi le tasse pagate dal pubblico provengono dalle tasse pagate dal privato. E’ qui che interviene pesantemente il problema della produttività del settore pubblico, che è difficile da misurare (ma basta andare in Germania, come dice Anduoglio, per vedere le differenze). Perché se il vigile urbano, l’infermiere, l’usciere, il segretario comunale, il barone universitario o il dirigente della comunità montana non fa un beato cazzo, significa che le tasse dei privati gli stanno pagando, loro sì fino all’ultima lira, stipendio, imposte e contributi in cambio di niente. Quindi: le tasse pagate dal dipendente pubblico sono “vere” solo nel momento in cui si può ragionevolmente dire che costui sia economicamente produttivo, in grado cioè di fornire in modo adeguato un servizio effettivamente necessario e utile. Se non produci valore aggiunto, le tue tasse di dipendente pubblico sono virtuali. E solo se il pubblico è produttivo ed efficiente non è nemico del privato. In tal senso è nemico il fannullone, ma persino il lavoratore che fa un lavoro “socialmente inutile” (la casistica è infinita).

    Ora, ammetterai che finché l’efficienza e la produttività della Pubblica amministrazione italiana (soprattutto al Sud, ma non solo) sono quelle che vediamo, diventa difficile difenderla dai rapaci che la vogliono smantellare definitivamente (ipotesi che, concordo con te, sarebbe una sciagura e che va combattuta con forza).

    Ovviamente quando parlo di privato intendo quel mondo di piccole e medie imprese che campa senza contributi pubblici e senza agganci con la politica, non dei Benetton-Agnelli-Tronchetti Provera-Colaninno. Questo paese è tenuto in piedi da una minoranza di produttori fatta da professionisti, artigiani, bottegai, piccoli e medi imprenditori coi loro dipendenti e da una parte della pubblica amministrazione (a sua volta minoritaria) che campa una maggioranza improduttiva fatta da consulenti del settore pubblico, politici, fannulloni pubblici di ogni tipo, agricoltori sovvenzionati, immobiliaristi corruttori e grandi imprese parassitarie. Ogni ragionamento sui diritti dovrebbe partire da questa analisi dei fatti.

    • amlo

      e allora diciamo che la pubblica amministrazione VA FATTA FUNZIONARE, perché possa essere anche al servizio dei privati, che possano prosperare e assumere. ma ricordiamoci che se il vigile urbano cialtrone va al bar è perché ha un comandante,di nomina politica, che VUOLE questo andazzo. prendersela con monsù travet è una cosa che non si fa.

      • Val

        Se permetti me la prendo con tutti e due. Sono monsù travet anch’io, con una visione abbastanza limitata, e non è che tutte le volte che incoccio in un vigile al bar, un usciere che dorme sotto la scrivania o un insegnante che sbaglia i congiuntivi posso mettermi a pensare allo spoil system