La scusa dei soldi.

Ci sono quelli che eh ma scusate che doveva fare, rifiutare tutti quei soldi, quello è un professionista! Ora, a parte che per me i soldi sono una scusa solo se ti stai morendo di fame e non tieni che dare da mangiare ai tuoi figli, mi sembra che su questa cosa dei soldi ci stiamo tutti marciando un po’ troppo. Esistono cose scusabili e altre non scusabili: nessuno invoca la pece e le piume (un pochetto sì, dai), ma l’argentino e il sistema che gli ruota intorno fingono di non sapere che i soldi del calcio non vengono dalla produttività, ma dall’irrazionale. E’ proprio quello che ti chiama lota e infame se passi alla Juventus che mette a giro tutti i soldi. Dice, ma allora, i Ceo delle grandi aziende? Beh, quelli possono passare da un’azienda all’altra senza che nessuno li rimpianga perché i loro soldi non vengono da persone che li tirano fuori per passione, anzi molto spesso vengono dall’aver buttato la gente in mezzo alla strada (le famose ristrutturazioni di questa coppola di cazzo). I calciatori guadagnano tanto non perché siano bravi a fare qualcosa, ma perché qualcuno ha deciso di pagarli per farli giocare nella loro squadra, perché facciano parte di quel minimo di rimbambimento al quale tutti abbiamo diritto, non fosse altro per non scendere in strada e pigliare la gente a bastonate.

E’ che è facile dare la colpa ai soldi.

Come, che so, i dirigenti Rai che guadagnano come Obama. O i manager pubblici che fanno più soldi della Merkel. Tutti con la scusa che è il mercato, tutti con la scusa che eh ma se andassimo a lavorare in un’azienda privata guadagneremmo il triplo: il fatto che poi nessuno li chiami mai nelle aziende private per loro non conta, hanno la scusa dei soldi. Uno parla di soldi per comportarsi da trappano, gli altri invocano i soldi, e il mercato, per assegnarsi stipendi che, se esistesse davvero un mercato, loro al massimo ci scaricherebbero le casse dei cocozzielli.

Non sono i soldi, non è il mercato.

Siete voi, che fate schifo.



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