Dell’uomo e dell’artista.

Non sono mai riuscito a separare l’uomo dall’artista, come si dice adesso. E manco ci voglio riuscire, se devo essere sincero, alla faccia di tutti quelli che quando affermo questa cosa fanno la faccia compassionevole e mi dicono eh ma tu sei romantico (sottintendendo stronzo). Ora, dovete capire una cosa: il mio non è un giudizio etico, morale o di altro tipo. Se un cineasta, uno scrittore, un musicista hanno voglia di ubriacarsi fino a morire, andare a puttane, drogarsi, sperperare fortune, hanno la mia benedizione e un pizzico della mia invidia (il grosso, come si sa, lo riservo a quelli più bravi di me, che sono tanti). Altro discorso è Krusty il clown, che copia il novanta per cento della sua produzione produzione e poi si fa rodere il culo e chiama ladri quelli che fottono le battute a lui. Ancora altro discorso è quello che fa tutto il romantico e poi ti struscia il cazzo addosso. MI stanno bene, intendiamoci, i ladri, mi stanno bene pure i rattusi e i molestatori, perché in fin dei conti le leggi per difenderci da questi, bene o male, ci sono. Che poi non funzionino è altro discorso, ma lì sarebbe il caso di fermarsi prima di indossare cappucci bianchi e andare in giro a impiccare la gente.

Ecco, Lemmy Kilmister è un mio idolo: mi sarebbe salito immediato sul cazzo se si fosse messo a tuonare contro alcol, cocaina e groupie. Ma anche lì, uno ci mette una croce sopra e lo schifa. Schifare la gente è facile, la gente passa il suo tempo a fornirti validi motivi per schifarla.

Quello che mi preoccupa è che vediamo solo quello che vogliamo vedere. Se a un artista facessimo davvero le pulci, le cose le vedremmo e come. Il romanticone che invece è un rattuso, se guardi bene, lo sgami subito. Conosco persone che si sono tenute mani in culo da gente famosa perché una cosa è l’uomo, un’altra è l’artista. E invece no. Perché quello non è un romaticone, è un rattuso, e quando fa il romanticone ti sta prendendo per il culo, e questo è il guaio. Siamo così innamorati di quello che vogliamo sentirci dire (vale a dire, quello che diciamo noi) che siamo dispostissimi a farci prendere per il culo.

Il guaio è che se poi alla fine siamo disposti a farci fare fessi da uno che fa il femminista e poi se ti acchiappa da sola caccia il pesce e si comincia a fare le pugnette, qualche domanda ce la dobbiamo pur fare. Se idee tanto nobili o tanto delicate possono essere così facilmente pezzottate dal primo cialtrone arrapato che si trova a passare, beh, allora forse quelle idee non valgono un cazzo di niente.

E forse la verità è che siamo noi, a non valere un cazzo.



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