S’è fatto tardi molto presto.

It gets late early out here, diceva il grande Yogi Berra e, come spesso gli succedeva, aveva ragione. Mi pare -potrei sbagliarmi ma non credo proprio- che per quanto riguarda la propaganda governativa si sia fatto tardi prima di quanto si aspettassero. Intendiamoci, io non credo ci sia alcun complotto, e per due valide ragioni. La prima è che per organizzare un complotto ci vuole un minimo di intelligenza, e in giro, da quelle parti lì, ne vedo veramente poca. La seconda è che è difficile mantenere un segreto per la gente normale, figuriamoci questi qui che non son capaci a tenersi un cecio in bocca, e quando mentono lo fanno con la disinvoltura ebete di creaturo di tre anni con le mani nella marmellata. No, ma quale complotto, per carità.

Di propaganda, però, ne ho vista parecchia. Dalla retorica patriottarda (in Italia il concetto di patria non è mai esistito, checché ne diciate: quando sventola il tricolòr è perché abbiamo vinto la coppa del mondo di pallone o perché qualcuno vuole metterlo in culo a qualcun altro), al rituale appuntamento con i nostri Yogi Berra, vale a dire le quotidiane estrazioni del lotto delle 18 a cura della protezione civile, al martellamento dei media su ogni argomento possibile -dalle foto farlocche della Pignasecca alle multe propinate a percentuali a dir poco ridicole di popolazione.

Ora, c’è una cosa che questi babbei dovrebbero sapere della propaganda: che bisogna saperla fare. E loro non sanno fare un cazzo, figuriamoci della propaganda come si deve. Queste cose funzionano quando c’è un unico organo di informazione: ti prendi quello che ti passa la Pravda e zitto. Questi, invece, sono convinti che un martellamento continuo, da mille fonti filogovernative diverse, ottenga un risultato soddisfacente. Beh, non è così: è l’esatto contrario. Mille voci che urlano stronzate non producono opinioni, ma rumore di fondo. E’ come per gli acufeni (fidatevi di chi ne soffre). Dopo un po’, semplicemente, smetti di sentirli. La propaganda, fatta così, diventa casino, e la gente non solo smette di credervi: smette proprio di ascoltarvi. Perfino le persone più ansiose che conosco, dopo i primi venti giorni di dichiarazioni terrificanti di virologi infoiati e palle conclamate di politici buffoneschi, si sono scocciati e sono passati a altro, fossero anche i film di Lino Banfi.

Pensavano che avrebbero potuto tirarla a lungo, tipo la stronzata del ce lo chiede l’Europa,che non a caso è ormai diventata una frase idiomatica, tanto l’hanno ripetuta, ma non hanno riflettuto (ricordatevelo, non sono affatto intelligenti) sul fatto che questo pazziarello funziona quando, dopo due ore di stronzate, la gente esce e si va a fare una passeggiata, va in giro per negozi, si va a bere una cosa. Se invece pretendi di tenere milioni di persone chiuse in casa perché hai bisogno di coprire il fatto che sei un incapace che si è frusciato i soldi della Sanità pubblica, o che li hai semplicemente buttati nel cesso (e qui torniamo al fatto che non sono intelligenti), e pretendi di bombardarli di stronzate senza senso, e sei pure convinto di poterlo fare per mesi, allora sei veramente scemo. Ma scemo forte.

L’unico risultato del vostro rumore di fondo è che parecchie persone hanno smesso di ascoltarvi, e stanno dando retta a chi di stronzate non ne dice, altro che aprite le librerie così comprate i miei libri in cui vi racconto che non chiavo. Ora, è vero che è difficile fare previsioni, soprattutto per il futuro, ma una cosa ve la posso dire da adesso:

state commettendo l’ennesimo errore, e quando giochi con la vita di milioni di persone, la possibilità che un errore del genere abbia conseguenze catastrofiche è altissima.

S’è fatto tardi molto presto. Ricordatevelo.

 



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