La cattiveria del cravattaro.

A differenza di molti, io non credo che Facebook non serva a niente. Ci ho conosciuto molte persone in gamba, e che adesso reputo (fino a prova contraria, come al solito), anche amici. E insomma capita che si discuta anche non di stronzate; che so, del perché e percome stiamo combinati di questa maniera, con questi babbei al potere che ti fanno quasi rimpiangere quei bei capitalisti avidi e crudeli di una volta. E insomma, oggi, chiacchierando, li ho definiti imbecilli, i nuovi padroni. Perché, argomentavo, a che cazzo servirà mai mettere sul lastrico la classe lavoratrice italiana per portare la produzione in Cazzistàn per produrre cose che non ci potremo permettere?

Poi però, sempre chiacchierando, ci sono andato pensando.

E ho pensato che questi sono cattivi, ma cattivi veramente: come i cravattari. E come si comporta il cravattaro? Ti acchiappa e ti porta alla rovina nel più breve tempo possibile. Però, a pensarci bene, mica gli conviene. Strangolare subito la propria vittima rende molto, ma molto meno che tenerla per le palle per trenta o quarant’anni (la lezione sempre buona delle banche di una volta). L’usurato nel breve periodo ti rende 100, nel lungo 20.000. E allora perché lo fa? Se l’unica molla che lo muove è il denaro, perché non puntare sul lungo, o anche sul medio periodo?

Poi ho capito. Perché il cravattaro sa di non avere a disposizione il lungo periodo. Perché può essere arrestato o ucciso in qualsiasi momento. Sa di essere un delinquente, ed è ben conscio che l’uovo oggi è l’unica cosa che si può permettere. E’ così che ragiona il delinquente: fammi pigliare mommò quello che posso, che oggi e domani che ne sai. E io, è di questa mentalità che ho paura, e che mi terrorizza molto più dei padroni di una volta. Quelli li combattevi, scioperavi, e magari ottenevi cose come l’articolo 18, quello che adesso buona parte della sinistra (quella che guadagna dai diecimila euro al mese in su, per intenderci, alla quale personalmente sputerei) considera un tabù anacronistico. Almeno, una volta, mentre li combattevi, avevi la possibilità di farti una famiglia, dei figli. Di mettergli un tetto sopra la testa e la pagnotta in tavola. Di vivere, male, ma di vivere, di crearti una cultura, una rete di affetti e interessi. Adesso no. Ti stanno col fiato sul collo. Non vogliono più nemmeno sfruttarti. Vogliono farti schiattare in fretta per vendersi i tuoi organi finché possono.

Questi, oggi sono i riformisti. Godeteveli.



4 Commenti

  1. Uà come hai parlato bello…però ora una domanda sorge spontanea: se “il cravattaro sa di non avere a disposizione il lungo periodo. Perché può essere arrestato o ucciso in qualsiasi momento. Sa di essere un delinquente, ed è ben conscio che l’uovo oggi è l’unica cosa che si può permettere.” a sti cravattari di oggi come li ammazziamo? E dopo? L’amloracolo che dice? No perchè per me ammazzarli è l’unica soluzione, politicamente parlando.

  2. hai parlato inconsapevolmente dei consulenti amlè

  3. leggerti è tipo bevere ‘o caffè co sale. :-\