Ah Parì Parì Parì stocàzz.

Come molti di voi sanno, io detesto viaggiare: lo trovo fondamentalmente inutile, soprattutto da quando femmine, ricchioni e scrittori italiani hanno decretato che se non si viaggia la mente non si apre. In effetti si tratta di gente seria, che ha bisogno di andare in Rue de Rivoli di persona per constatare che i prezzi di Zara a Parigi sono uguali a quelli di Roma, e in euro, per di più, e che è convinta che farsi malmenare da algerini ubriachi sia très chic. Comunque, giusto per farmi due nemici in più, vi riporto alcune mie impressioni sulla città più sopravvalutata del mondo: Parisgi.

1) I parigini sono spocchiosi, fanno finta di capire solo il francese. Non è vero: i parigini, evidentemente, fanno tutti solo le scuole basse. Non è che fanno finta. Se gli parli in inglese proprio non capiscono: cercano di darsi un contegno, ma lo sguardo bovino li tradisce. Hai voglia a urlare DOS! TWO! ZWEI! DUE! e alzare DUE dita, loro veramente non capiscono, e così si sono inventati sto fatto della spocchia. La verità è che sono persone simpatiche e alla mano, che possono vivere solo in Francia, soprattutto a Parigi, anche perché siccome tutti i cretini del mondo si danno appuntamento lì (quelli che amano Barcellona appartengono a una specie di cretini molto diversa) non hanno bisogno di muoversi.

2) A Parigi costa tutto molto. Non è vero nemmeno questo. Se stai attento, il caffé lo paghi meno che a Milano e di sicuro è più saporito di quello di Salierne, e ho mangiato una zuppa di cipolle che poteva andare davanti al roi al prezzo di un pezzo di pizza bianca a Trastevere. Semmai quello che non costa un cazzo, a Parigi, è il tempo, che è una costante. Al bar, per esempio, devi calcolare che , per qualsisi cosa, ci mettono mezz’ora. Anche se ci sono sette baristi e due clienti, troveranno il modo di farti stare lì mezz’ora; in Italia un solo ragazzo del bar serve venticinque clienti (macchiato, in vetro, lungo, con l’anice) in sette secondi netti. A Parigi sono vestiti come ammiragli e hanno la verve di Eraldo Pecci a  fine carriera.

3) Parigi è la città dell’ammore. Questo, finché non scoprite le parigine. La femmina di Parigi si compone di due parti: la parte di sopra, che pesa seicento grammi in tutto, di cui duecento di brufoli e venti di capelli sporchi, e la parte di sotto, che varia dai sessanta ai centosettanta chili. Praticamente fino alla vita sono uguali a Yoda, dalla vita in giù mi devono cadere le recchie se non sono tali e quali a Vladimir Harkonnen. In compenso si vestono mediamente come la Serracchiani in pigiama.

4) Parigi è cosmopolita. Se per cosmopolita s’intende un posto dove gli africani stanno ai punti Snai africani a litigare, a spacciare e a urlare e gli algerini servono al ristorante, allora ci siamo. Il resto del cosmpolitismo è: italiani educati che bestemmiano a bassavoce (giuro), spagnoli che urlano come streghe arse vive al rogo anche per dirsi l’ora l’un l’altro, e francesi che buttano la munnezza per terra per poi dare la colpa agli italiani. Come col fatto del bidet. Non ne sentono la mancanza, e li capisco: pure io, se fossi francese, penserei che lavarmi il culo  è l’ultimo dei miei problemi.

5) I Parigini sono educati, no come a noi italiani. Questa cosa è bella, perché secondo me attraversano tutti col rosso, pedoni, ciclisti (quasi tutti femmine e ricchioni) e automobilisti, perché loro il segnale rosso e basta non lo capiscono se non gli scrivi ROSSO in francese. Per capire il livello intellettivo dei parigini vi dico solo che Fabio Fazio ha casa lì.

continuà



20 Commenti

  1. livia

    Io pure detesto viaggiare e quel che e’ peggio e’ che – per questa ragione – mi trattano da deficiente. Ieri un amico mi ha chiesto: ma in vacanza, se non viaggi, non ti annoi? NO.

  2. livia

    Inoltre, lavarmi il culo mi e’ di grande conforto

  3. Boris

    E vabbuò, ma tu vai a parigi, e grazie che ti passa la voglia di viaggiare e di campare.

    Per sintetizzare la mia esperienza pariggggina cito il buonissimo cornetto, pardon, cruassàn, che ho mangiato in una rinomata pasticceria al quartiere latino prima di imparare a diffidare dei francesi (che poi in capa a me essendo il quartiere latino erano più civilizzati, invece sono solo più zuzzusi): fragrante, una sfoglia morbidissima, caldo appena sfornato.

    Col ripieno di tonno.

  4. Carlotta Grisorio

    Geniale… Anche se amo viaggiare, d’altra parte zara è ovunque!!

  5. Giovanni

    Sottoscrivo in toto le affermazioni relative al caffè. A Parigi se ne trovano di buoni. A Salierne no.

  6. Marco

    E no cari. di caffè a Salierne se ne beve di buono. Andatevi a fare un giro allo Sporting, alla stazione dalle parti di pastena. Uagliù bvitl a Bologna e vrit che munnezz…

  7. drome

    Parigi, aeroporto charles de gaulle ed un ufficio informazioni ai turisti con persone che non parlano inglese. Per il bidet mettetevi il cu… in pace perchè storicamente in francia il bidet era riservato ai popolo ed  i nobili andavano avanti a colpi di profumo e di cipria.In tempi moderni i francesi hanno inventato la demi douche ed infatti in quasi tutti gli appartamenti francesi trovate il cesso e la doccia con un lavandino in due locali separati. Il bidet si può trovare quasi esclusivamente solo nel sud della francia alla frontiera con l’italia (esperienza personale  1 bidet su circa 15 case visitate) con un effetto tipo visione in sogno della spada excalibur.

  8. tristan_be

    Cari,
    se qualche napoletano frequentante il blog sapesse dirmi dove ha esperito un caffé decente a parigi, gliene sarei grato (a me non è capitato mai, in vari anni).

  9. Giordamas

    Così parlano i turisti, non i viaggiatori.

    • amlo

      Giorda’, sei buono e caro, ma esattaemnte DOVE HO MAI SCRITTO che sarei un viaggiatore? capisco che devi cacare ilca zzo a prescindere (e va bene, è pure simpatica sta cosa), ma così parlano i troll, non i commentatori.

      • Val

        E vabbuò, non hai tutti i torti, ma pure i tuoi post non sono una forma di cacare il cazzo a prescindere? E ci siamo capiti, ormai, no? Che di tutto il genere umano si salvano forse solo Daniele Sepe e altri quattro o cinque, tutto il resto è merda meritevole solo di disprezzo. Perché, correggimi se sbaglio, tu sei serio. Cioè, la butti sul sarcasmo, ma qui non si scherza su alcuni aspetti del visitare altri paesi… davvero tu detesti viaggiare e disprezzi Parigi, ne c’est pas? Cioè, tu detesti quasi tutto, a cominciare dai ricchioni e dalle donne, anche quando (può succedere) hanno ragione su qualcosa.

        Che, poi, mamma mia che due palle, uno legge i commenti e vede che alla fine si finisce sempre con sto trituramento di cazzo noioso patetico provincialissimo del caffè decente. Ma saranno cazzi loro se gli va bene così? 

        • amlo

          Val, dire a che a me piace solo daniele e altri cinque o sei è riduttivo. Ho tre rubriche settimanali in cui parlo di DECINE di cose che amo e che consiglio. Dire che detesto viaggiare è una forma d’onestà, per far fare la tara alle cose che scrivo. Avrei potuto, e son capace, buttarla sul falsone, premettere che amo una cosa e poi distruggerla rgomentando. Il fatto è che nasco e muoio autore di satira, e la satirà è così: non è un depliant dell’azienda soggiorno e turismo. Sulla mia prsunta misoginia, credo di essere l’unico (ripeto, l’UNICO) che scrive sempre e comunque a favore di aborto libero, che dice che gli obiettori non hanno diritto a obiettare un bel cazzo, e che il problema dei diritti dei gay si risolve con la mazza in testa agli omofobi e non sfilando con Marino. Se non bastano decenni di coerenza a farvi entarre ste tre cose in testa, non so che dire

      • Giordamas

        In effetti, hai proprio scritto che detesti “viaggiare”. Ma non è che lo detesti proprio perché l’associ all’esperienza del “pacchetto turistico”? “Sono a Parì. Lista: vedere la Turreffèl, fatto. Vedi il Mulèn Rusge, fatto. Mangia la baghètt, fatto…”

  10. anduoglio

    Quano ero ragazzino, l’unica domanda che poteva essere fatta ad uno redice da un qualsiasi tipo di viaggio (pure se era andato ad Aquilonia a trovare la nonna) era: “ma hai chiavato?”. Altre notizie o informazioni non interessavano. Era importante solo sapere se uno aveva chiavato o meno.

  11. anduoglio

    la cosa più squallida dopo la morte di Giorgio Faletti è l’articolo di Ansa, con una galleria fotografica non di Faletti, ma dei suoi libri, strutturata in modo pubblicitario per cavalcare l’onda del picco di vendite post mortem.
    guardare per credere
    http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2014/07/04/morto-giorgio-faletti-aveva-63-anni_3befc142-7b18-4632-884e-fe7fcdc6b86b.html

  12. Consuelo

    “Il resto del cosmpolitismo è: italiani educati che bestemmiano a bassavoce (giuro), spagnoli che urlano come streghe arse vive al rogo anche per dirsi l’ora l’un l’altro, e francesi che buttano la munnezza per terra per poi dare la colpa agli italiani” hai sintetizzato tutto alla perfezione.
    Questo post mi uccide dal ridere tutte le volte, io amo Parigi ma questa è una delle cose più belle mai scritte su questa città.

  13. Salvo

    … Che poi diciamo a Val che non sa scrivere “n’est ce pas”…

  14. Ci Ro

    Mai lette tante cazzate in un post(o) solo. 

    Saluti
    C