In difesa di Serena Dandini.

Molti di voi pensano, a torto, che io tenga sul cazzo a Serena Dandini. Naturalmente non è vero, e mi scuso, a prescindere, con la signora Dandini se mai ho dato questa impressione. Non volevo, soprattutto se pensiamo che sono stato un divertito spettatore di alcune sue trasmissioni. Poi ho smesso (quando è andata a lavorare per Berlusconi, ma non perché lavorava per Berlusconi: semmai perché lavorando per Berlusconi non si era levata la smorfietta da intellettuale de sinistra) ma insomma, non ho mai avuto niente contro la signora in questione. Ovvio, non mi piace il suo lavoro, manco un po’, ma questo rientra nella gran vagonata dello sticazzi, e poi sono sicuro che se la signora conoscesse il mio, di lavoro, lo schiferebbe: e avrebbe ragione, sia chiaro. Uno e uno, palla a centro.

Quello che mi sta, ancora oggi sul cazzo, è, e voi lo sapete, la pittimiata. Il lamentarsi di essere censurati. Censurati un paio di coglioni. Dario Fo fu censurato. Tognazzi e Vianello furono censurati ( e tra l’altro, quando dopo la lunga scomunica seguita alla battuta sul presidente della repubblica andarono dal funzionario Rai a trattare i termini del rientro dissero benissimo, così adesso facciamo una battuta sul Papa, e il rientro se lo giocarono). Se invece stai trent’anni in Rai non ti puoi lamentare se litighi col direttore di rete: quella non è censura, so’ appiccichi di fidanzati. Tra l’atro, la censura vuole ridurti al silenzio? Bene, scegli altre strade. La signora in questione l’ha fatto, ma ha fatto il giro a lungo: invece di scrivere della censura, scrive un libro sui fiori. Sarà anche suo diritto, ma a me se mi censurassero e avessi la possibilità di pubblicare un libro con uno dei più grandi editori italiani, qualche sassolino dalla scarpa me lo levassi, invece di parlare di ficus.

Dice, ma ho diritto di lamentarmi. Ce l’hai eccome, ma se ti lamenti che non becchi più li sordi dall’azienda pubblica, e quindi anche da me povero stronzo comunista che paga il canone (lo pago, lo pago), beh allora qualche motivo di parlare lo tengo pure io.

E rivendico il mio diritto a dire che i soldi, anche miei, piuttosto che mollarli a te, almeno la mia parte, preferirei andasse al rilancio di Fincantieri, guarda un po’, o a un asilo nido. E fra la gente che piange, francamente, preferisco ascoltare quelli che non arrivano alla fine del mese. Capirete, qualche cazzo per la testa lo tengo pure io, e ascoltare i lamenti dei ricchi non è una delle mie priorità. Diciamo che viene subito dopo il darmi fuoco ai peli delle palle, va’.

Comunque adesso la signora Dandini è approdata a la7. Ne approfitto per farle i miei più sinceri auguri. Le auguro con tutto il cuore di fare un’audience da finale dei mondiali e i soldi di Murdoch. Per quanto mi riguarda, se mai ascia di guerra (unilaterale, per carità) c’è stata, adesso sta sepolta in profondità; le cose ora stanno come devono stare. Ognuno a casa sua e paripatteppace.

Soprattutto se lo stipendio lo passa qualcun altro: qualcuno ricco, non noi poveri pezzenti.



8 Commenti

  1. meno male che non ti stava sul cazzo, pensa se ci fósse stata.. a me ci sta eppure non sarei arrivato a questo

    • amlo

      sarà polemico, ma le ho augurato di cuore soldi e successo. caggia fa’ cchiu’, ue’ santo napodano?

  2. NM

    Rivera che citofona Amlo…potrei ricomiciare a fumare pur di vedere questo.

  3. azz

    Ciò che ho di molto apprezzato della Dandini in tutti questi anni è il suo pregevolissimo apparato mammario (anche se siamo anni luce dalla Paola Ferrari). Credo che qualche soldo da parte ce l’abbia e può tranquillamente smetterla di chiagnere&fottere. Che se ne vada affanculo pur’essa.