Buon 2012 dal mago Amlo.

Mi scrivete che sono pessimista.

E allora, andiamo a vedere. Nella top ten musicale ci sono dieci dischi che porterei su un ‘isola deserta giusto per il piacere di abbandonarceli. La classifica dei libri italiani mi fa venire voglia di irrompere in un premio letterario al comando di un manipolo di camicie brune e due barili di zyklon b. Vogliamo parlare dei film che la gente corre a vedere? Sul serio? Ne vogliamo parlare? Avete così tanta voglia di fare figure di merda? Ah, e la televisione: piagnoni milionari che vi insegnano come vivere. Direi di no, cassiamo anche quella. La politica. Volete ridere? E ridiamo. Partito il poveriello, che lui teneva la nominata, arrivano quelli che fanno i fatti. I prefessori. Quelli che alla domanda ma far pagare l’ici alla chiesa?, rispondono placidi: non ci siamo posti il problema. Che tu ti chiedi se questi sono prefessori overamente o sono prefessori come quelli che dicono di essere stati in contatto con gli alieni che gli hanno affidato il comando della terra e un giorno si presentano vestiti come alla dandini e proclamano la legge marziale, che insomma qualche dubbio ti viene. E lo spread? Che stiamo in mano a gente che dice risaniamo i conti così lo spredd quello scende, e fa finta di non capire che lo spredd sale perché ci speculano; e che gli speculatori sono come gli usurai, che tu non puoi andare da un usuraio e dirgli guarda che bel piano di rientro del debito che ho fatto col mio commercialista, mica. Quello ti chiava una pistola in faccia ti fotte tutto e ti manda in mezzo alla strada: l’unica è sparargli tu o farlo carcerare. Ma no, noi facciamo i piani di rientro: come se parlassimo con il banchiere buono di un film di Frank Capra. E alla fine oggi abbiamo più tasse di quando c’era il poveriello e pure più spredd, però Repubblica è contenta, perché questo si mette il loden e non la bandana, come se facesse differenza quello che ha addosso l’uomo che ti infila trenta centimetri di cazzo nel buco del culo. E a me non mi viene neanche più da piangere, perché non ve lo meritate. Vi meritate la satira ahò, li mortacci, e signore e signori ecco a voi. E un po’ vi invidio, perché una cosa è ballare sul ponte del Titanic che affonda, un’altra è ballarci al ritmo dell’ultimo disco di Morgan.

E questo è quanto. Io non sono pessimista, sono realista.

Siete voi che siete una manica di stronzi.



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