Leving little rocks from the shoes.

Io tengo la pressione alta e devo evitare di pigliarmi collera. Per questo non compro e non leggo più i giornali: per questo, e per il fatto che pagare centinaia di euri l’anno per leggere delle cazzate approssimate e delle marchette mi pare esagerato. Però tengo Facebook, e capita che qualche amico posti qualche articolo, e capita anche che io ci butti l’occhio.

E che, ovviamente, m’intossichi.

Il veleno di oggi viene da un articolo nel quale il giornalista, criticando la scarsa qualità della foto che immortala il nuovo tatuaggio sottozezza di Rihanna, prima non perde l’occasione per criticare l’ammirevole orizzontalità del web, e poi rivendica la qualità del lavoro professionale e ben pagato. Ma andiamo a vedere una cosa alla volta.

Ovviamente, la frase “ammirevole orizzontalità del web” è uno sfottò. Ovviamente si vuole sottintendere che il 99 per cento delle cose che dalla rete vengono facciano cacare. E ovviamente il giornalista non legge i giornali e non guarda la tv, altrimenti si sarebbe accorto che l’unico picco che si trova nell’informazione a pagamento, oggi, è quello della cretinaggine e del trash più puro. Perché sono proprio i giornali a pescare la parte più infima della rete per riproporla e lucrarci su a forza di click. Se qualcuno pubblica un video di un gattino che caca in bocca a un neonato, state sicuri che le migliaia di autorevolissimi blog (dai quali, personalmente, prendo la maggior parte delle mie informazioni, e come me fanno milioni di persone) questo video non se l’inculeranno manco di striscio. Saranno invece le autorevoli testate a diffusione nazionale a riprenderlo e a diffonderlo in grande evidenza sui loro siti. Gli stessi siti che però, se tu stronchi il libro o il film del cugino o dell’amico o dell’amante o del compagnuccio del critico, si guarderanno bene dal darne notizia. per quanto al critica sia colta, informata, articolata e ben scritta. Loro giudicano il web scegliendo quello che vogliono loro. Bene, da adesso giudichiamo loro alla stessa stregua, che so, di Giuliano Ferrara*, e vediamo se s’incazzano.

Ma la frase che mi ha fatto andare il sangue alla testa è: il gratuito è la porta del brutto, e il brutto è la porta del Male. Ma vedi tu. Ora, la mia esperienza personale è che, nella maggior parte dei casi, ti pagano proprio per i lavori più merdosi, per quelli che che non solo non metteresti nel curriculum, ma che proprio vorresti dimenticare di aver  fatto. Invece, per esempio, quando scrivo qui, sul mio blog (che, sia detto per inciso, ha più lettori di molti giornali sovvenzionati dallo stato e diretti da fior di giornalistoni), sono contento: scrivo quello che voglio, come voglio: e lo so che non scrivo cazzate, e non ho bisogno che mi arrivi la patente di qualità da un ordine professionale fondato dal Cavalier Benito Mussolini. Manco gli adsense di Google ci voglio, per non sporcare con la merda dei soldi quello che scrivo: se scrivo cazzate, non sarà il fatto che mi pagano a decazzarle. Una cazzata pagata bene significa solo che quello che te la paga è addirittura più cazzone di te, o che ti sta pagando con soldi non suoi, magari soldi pubblici. E però, vorrei che questa bella massima venisse applicata da tutti gli stagisti e i precari pagati pochi euro o non pagati affatto, anche e soprattutto nell’editoria italiana, perché capissero chiaramente quanto vengono valutati, alla luce di questo bel pensiero.

Ma si sa, io parlo così perché sto a rosica‘. Perché nun me pagheno.

State con questa bella capa, voi, e vedrete che quando i giornali chiuderanno non se ne accorgerà nessuno, perché staranno tutti sul vituperato web.

*lo stesso Ferrara al quale dobbiamo essere grati a vita solo perché è tanto intelligente da pubblicare Maurizio Milani.



2 Commenti

  1. ‘decazzarle’ è veramente bellissimo.

  2. la società dove lavoro ha dovuto mettere in mora una nota società di produzione e distribuzione cinematografica italiana per una fattura di 3.000€ scaduta a Marzo.

    il motivo è che colui il quale paga le loro lodevoli produzioni, ovvero lo Stato Italiano, non si è ancóra degnato di pagare ciò che è dovuto a questi signori per aver svolto un ruolo di diffusione della verità e della cultura, nonché soprattutto di arricchimento degli attori e del produttore.

    mentre détta società non sta pagando gli stipendi ai propri dipende.. ops, collaboratori, provate ad immaginare gli attori ed i produttori di cui sopra come se la stanno passando. se non ce la fate, per saperlo è sufficiente dare uno sguardo ai giornali.

    vi ho fregato, come vedete alla fine il io commento ci azzeccava col post.