Povere donne crescono.

La mamma che serve la cena in tavola. Brivido. Terrore. Raccapriccio. Orrore. Sdegno. Protesta. Protesta severa ma sobria. Vergogna.

E’ stupefacente come le persone siano impermeabili alla realtà, come il pensiero non riesca a modularsi, a vibrare in sintonia con quello che succede per strada. Una volta le chiacchiere da bar erano la cosa più fascista e retriva che potevi trovare in giro, oggi sono l’unica fonte di pensiero libero. Oggi, se vuoi sentire un luogo comune vecchio di quarant’anni, devi ascoltare gli intellettuali e le classi dirigenti, altro che Alfredino ‘o Nazzista con la ceres in mano alle otto di mattina: ormai lui è l’unico che ti dice le cose che vede, non filtrate da una marea di pressappochismo. Criticare la pubblicità è come preoccuparsi di marcare Armero: è inutile, non significa niente e se lo lasci fare quello si arravoglia da solo, si chiava una pallonata in faccia e si trafigge il torace con la bandierina del corner. No davvero pensiamo che la pubblicità con la mamma che serve i figli e il marito possa influenzare la realtà, trasmettere l’immagine edificante della massaia al suo posto giusto, cioè in cucina? Cioè, che i pubblicitari e i marketing men siano in grado di leggere la realtà o peggio, di influenzarla? Ma per favore, non diciamo cazzate. Io al supermercato ci vado, e sapete quali biscotti compra oggi la gente? Quelli con la campagna più azzeccata?  No, compra quelli in offerta. Se ci sono le Gocciole a un euro, domani si fa colazione con le Gocciole, se ci sono i Galletti vai di Galletto. E questo i pubblicitari lo sanno ma non lo dicono se no perdono la fatica, che poi perderanno comunque. E poi, la donna in cucina? No dico, ma dove vivete? Nel 1960? Conosco dozzine di amiche mie, serie  e intelligenti,  che scambierebbero di corsa il loro lavoro di merda, sottopagato e faticoso da raggiungere, per occuparsi della loro vita e della loro famiglia. Capisco che se guadagni ventimila euro al mese ti puoi permettere la serva e ti senti sminuita a mettere a bollire l’acqua, ma nemmeno puoi fingere di ignorare come funziona oggi. Certo, come no, c’è un gomblotto per tenere le femmine in cucina, certo. Non è mica che se apri Facebook vedi foto di mamme di famiglia col buco del culo da fuori e una tennents in mano, no.  Ma no, povere donne. A prescindere, perché la categoria del pensiero funziona così. Avete impiegato quarant’anni per capire una cosa e adesso che ve la siete chiavata in testa la realtà è cambiata e non vi accorgete che le femmine possono essere stronze esattamente quanto noi maschi caucasici. Avete sostituito la naturale superiorità maschile, che era una cazzata, con una cazzata anche più cretina, perché non ragionate. Le donne possono essere, e lo sono, pessime capufficio, puttane come i maschi, stalker implacabili e lavoratrici sottopagate. Come i maschi. Certo, avete i vostri sondaggi che dicono questo e quello, ma la verità è che ci avete raggiunto, e in molti casi superato, in stronzaggine. Io sogno un mondo dove essere obiettori e non far abortire le donne sia vietato, e voi fate le leggi che dicono che in caso di divorzio i figli devono stare con la madre (in pratica va così), anche se è una zoccola inaffidabile mbriacona. Io voglio la pillola del giorno prima e quella del giorno dopo gratuita per tutte le donne, e senza dare spiegazioni a preti, medici o psicologi (maschi o femmine) e voi vi preoccupate del pollastro in tavola. Vi ripetete in continuazione che siete meglio dei maschi, come i nazisti si ripetevano quanto fossero meglio degli ebrei, il Klan dei negri e gli israeliani dei palestinesi. E, esattamente come loro, lo fate a cazzo, senza un motivo, senza una spiegazione valida. Perché sì. Perché siete femmine. Buon divertimento. Io, come uomo, non mi sento minacciato quando cucino, o lavo a terra o stendo il bucato o mi occupo di mia figlia. Anche perché la mia Signora (lettera maiuscola a chi se lo merita) fa altrettanto, e se deve portare il gattò di patane a tavola non sminuzza i coglioni al mondo perché il suo talento immenso viene sminuito dal gattò.

Cacate meno il cazzo e lavate di più i piatti. Come faccio io.

Ah già, ma voi vi sentite sminuite, perché siete migliori di me.



18 Commenti

  1. Cicciograna

    Aggiungo che la femmina nostrana si sente così minacciata nel suo ruolo di “femmina” in quanto diversa dal “maschio”, su cui marcia vergognosamente quando le fa comodo ma che in altri casi dimentica completamente, che ci siamo inventati addirittura un delitto fatto apposta per loro, quella incredibile cacata da annoverare nella Top Ten delle incredibili cacate che risponde al nome di FEMMINICIDIO. Un omicidio, però che riguarda solo le femmine. Difeso a spada tratta da femmine scieme coadiuvate dai loro cavalieri serventi sciemi, che tanto vogliono far vedere di essere dalla parte delle femmine scieme, vuoi per darsi un tono, vuoi per qualche convenienza nascosta, vuoi perchè sperano di rimediare una scopata (che non otterranno – e quand’anche fosse le femmine che combattono il femminicidio di solito sono cuoppi inguardabili).

    In qualsiasi società civile questa del “femminicidio” sarebbe stata una trovata accolta da una sonora, roboante risata in faccia con conseguente bombardamento di coppetielli dietro alla persona che l’ha concepita. Io la trovo una cosa pericolosissima, perchè questa insulsa definizione rischia di spostare l’attenzione dal suffisso “-cidio”, il VERO delitto, la distruzione di una vita umana, alla radice “femmini-”, ad indicare che la vera gravità sta nel fatto che sia stata ammazzata una donna.

    • amlo

      il guaio è che ste bestie parlano di femminicidio e non si accorgono che è da cambiare la legge sullo stalking, che non funziona

  2. Boris

    A me fa paura, ASSAI più delle boldrine del caso, pensare che se il duce della situazione domani mattina abolisse divorzio, aborto e tutto il resto e se ne uscisse paro paro con il programma di welfare fascista per le donne (tutte a casa a fare la cazetta, divieto di fare lavori manuali, pensione sociale, bonus figli, ecc. ecc.), stravincerebbe qualunque elezione.

  3. Polemica sciocca e sterile questa sul sessismo in pubblicità. (poi con tutti i problemi gravi davvero che abbiamo…) . Comunque, a certi radical-chic intellettualoidi e alla Boldrina (che s’è ficcata in testa che essere presidente della Camera voglia dire esternare i propri convincimenti da un pulpito più grande e basta), piacerebbe tanto che l’Italia fosse un Paese laico, moderno, proiettato in un futuro nuovo ecc, e che i pubblicitari cattivi e retrogadi non se ne sono accorti. La verità però è che non è così, la realtà è quella che è , ovvero una merda proprio. Qui le donne si sono emancipate, eh, come no! nel senso che adesso fanno anche altri lavori, oltre a quello di casa. Così è per la maggioranza di poveracce che lavorano il doppio o il triplo dei mariti e, dopo la giornata di lavoro, e dopo la serata passata a cucinare e stirare per il maritino (che magari è stato tutto il giorno in giro a portare curriculum), devono pure dargliela ogni tanto, sennò quello va a troie e porta a casa le malattie. Però – ecco dove sta l’inversione dell’analisi, la distorsione: non è che la società sia così perché i pubblicitari così la disegnano: è così perché è così e basta. E i pubblicitari (e pure Barilla) – quando si tratta di prodotti di largo consumo – devono ad adeguarsi e fare gli spot che la rispecchiano, per comunicare al target più ampio , appunto al largo consumo.
    Insomma, le pubblicità sono un effetto del problema di un paese sessista, e non la causa. E se il Paese è pure peggio che 40 anni fa e non è progredito per niente, è perché ha avuto una classe politica di merda, una classe intellettuale cagona e paracula, tutti i media di comunicazione di massa in mano a un delinquente , eccetera. Il problema vero sta lì, non nella pubblicità o nei discorsi di Barilla.

  4. Ornella

    Eccellente pezzo. :)

  5. maria selena

    In Italia il maschilismo è imperante in tutti i settori della società. Colpa nostra, delle mamme, che alleviamo i nostri figli proprio a questo, con l’unico scopo di prevaricare su tutte le altre donne, perchè chiunque mio figlio scoperà o sposerà “la mamma è sempre la mamma”

  6. Roberta

    Avrei voluto scriverlo io.

  7. la mari

    Io lavoro in un ambiente prettamente maschile: l’agricoltura.
    Non ho mai avuto nessun problema con contadini, macellai,allevatori ecc..
    Sono gente PRATICA…certo, la prima volta che ti vedono sgranano un po’ gli occhi ma appena capiscono che sei in grado di fare il tuo lavoro il fatto che tu sia donna diventa IRRILEVANTE.
    Le uniche che cacano puntualmente il cazzo sono le donne, con domande tipo : “Ma con la casa come fai?”
    ” Hai il tempo di prenderti cura di te stessa?” (???!!!!???)
    Non è che se per vivere spali fieno o squarti maiali ciò ti rende meno femmina, per quel che ne so io i lavori (compresi quelli di casa) si fanno con la testa e con le braccia..usare i genitali non è mai consigliabile.

  8. rossella

    il miglior pezzo sulle donne scritto negli ultimi tempi.

  9. Lilly

    Amlo, quanto scrivi prescinde il dato di fatto che non esistono per davvero, nella società dei lavoratori, lavori che si fanno con la figa.
    Tanti sembrano dimenticarsene e subito gli parte lo sbroc anti-radical-chic (ma che vor dì poi?) ma per far parte della società civile occorre avere e usare la testa; chi non lo fa è fuori.

    Barilla è fuori. Boldrini è fuori. Le mamme di famiglia col buco del culo su FB sono fuori. Gli inventori della parola femminicidio sono fuori. I sostenitori della superiorità della donna/uomo sono fuori. Belen è fuori. E, mi dispiace dirtelo Amlo ma, le donne che scambierebbero il loro lavoro (di merda ma sempre lavoro è cmq migliorabile) con il passare 60 anni a ‘prendersi cura’ delle stesse due imperiture persone, sono fuori.

  10. Gi

    Ecco, esattamente. Ma proprio esattamente.
    Chapeau.

  11. certe volte mi domando perché affronti certi temi dato che, come ogni volta, dopo 48 ore nessuno si ricorda più dell’accaduto. fai prima a stiparti il tempo per lavare i piatti

  12. Giordamas

    Condivido sostanzialmente il discorso, tra su alcuni punti secondari che però inficiano della visione di insieme. Innanzittutto, è invece sorprendentemente vero che la gente si fa influenzare, e assai, dalla televisione e dalle pubblicità. Ad esempio, il motivo per cui Berlusconi in campagna elettorale “ha messo in mezzo il discorso sull’IMU e tutti gli sono andati dietro” (senza nulla togliere ai demeriti altrui) deriva semplicemente dal fatto che durante la campagna elettorale Berlusconi non dava interviste, ma faceva monologhi senza contraddittorio, con l’unica eccezione della puntata di “Annozero”, in cui Berlusconi venne completamente demolito su contenuti, ma passò solo il momento, appunto, più “televisivo” della trasmissione: il momento in cui ha spazzolato la sedia di Travaglio. Poi gli altri candidati, che invece si prestavano a interviste e contraddittori, come prima cosa venivano chiamati a rispondere su quello che aveva detto Berlusconi. Nessuno ha mai chiesto a Berlusconi che cosa pensasse dei programmi altrui, che sono difatti usciti dalla campagna elettorale. Un altro esempio, lo dai senza forse accorgertene tu stesso quando fai l’esempio dei biscotti in offerta. Anch’io faccio la spesa e so benissimo che i biscotti più economici e che spesso hanno anche le migliori promozioni sono i Doria, ma tu, manco a farlo apposta, menzioni le Gocciole (i più cari e che non hanno mai promozioni) e un prodotto della Mulino Bianco: i due marchi più sponsorizzati di tutti. Dirai, e grazie: a me piacciono le Gocciole. Anche a me, ma non sono affatto un unicum: quasi tutte i marchi di biscotti producono frollini con scaglie di cioccolato, anche più buoni, ma tu sai che ti piacciono le Gocciole, perché nel dubbio, a parità di convenienza, ti prenderesti quelli. Ecco perché gli esperti di marketing (che, beninteso sono anche quelli che studiano le promozioni) non lo perdono, no, il lavoro.

  13. Giordamas

    Condivido anche la tua opinione su “femminicidio”, disfuzionalità della legge sullo stalking e su certo femminismo alla Dandini e alla Lella Costa che più che all’uguaglianza, ricerca la superiorità politica sugli uomini, a colpi di diritti speciali. Come se potessero raggiungere l’emancipazione vera facendosi trattare alla stregua di delicatissimi panda in via d’estinzione. Tuttavia, il discorso che tu fai sulle “mamme col buco del culo da fuori e una Tennents in mano” è limitato alle città più grandi in Italia (non a caso, tu vivi a Roma), i capoluoghi. Ma in moltissimi e vasti territori della provincia, che d’altronde è l’unica vera realtà d’Italia, a Gorgo al Monticano come a Mercato San Severino e Rieti, oh, sì, si vive ancora in pieno 1960!

  14. massimomascia

    condivido, professo’.

  15. la cugina

    ua io\ acciress per poter stare a casa a fare la femmina che fa da magnare!

  16. segnàlo l’ultima eccezionale puntata degli speciali di Adam Kadmon, intitolata: “Femminicidio”.
    perdibile.