Il popolo bue.

In realtà non c’è alcun bisogno che io scriva questo post. Quello che voglio dire è, in sostanza, quello che dico da sempre, ma visto che la gente sono cepponi, forse è il caso che ci diamo una bella ripassata veloce. Sto leggendo tutta una serie di commenti scandalizzati sul fatto che fabio Volo e Checco Zalone se la stiano comandando rispettivamente al cinema e in libreria, e siccome anche io, per amore della battuta, ci ho scritto su qualche spiritosaggine da bar, mi fa piacere precisare il mio pensiero, che è questo: sono convinto che Volo e Zalone siano al comando delle rispettive classifiche per meriti acquisiti sul campo. Ovviamente secondo me i libri del primo non sono buoni manco a fare i cuoppi per le caldarroste e i film del secondo, nonostante mi stia molto simpatico, non mi hanno mai fatto ridere: questione di gusti. E tuttavia, posso affermare che se loro sono primi e gli altri arrancano, il motivo c’è, e non è solo nel fatto che il popolo è bue (perché sul fatto che il popolo sia bue non è il caso di discutere ancora).

Quello che penso è che Zalone e Volo, nel loro campo, sono sicuramente tra i migliori.

Non scherzo. Prendiamo i libri di Fabio Volo. Confesso di averne quasi letto uno e di averlo trovato desolante, ma. Ma confesso anche di aver letto molti dei libri consigliatissimi dalle pagine culturali più in voga e di averli trovati scritti molto peggio, e quello che si rimprovera a Volo, cioè di scrivere come un bambino di sette anni, di fronte a questi cretini involuti e saccenti diventa un pregio assoluto. I film di Zalone, ora: ripeto, non mi piacciono e non mi fanno ridere, però; sono scritti bene, senza i vistosi buchi di sceneggiatura che pullulano in opere che invece dovrebbero conquistare il mondo. Le gag sono ben fatte, la regia è semplice e pulita, senza pugnette ma almeno senza gli errori e le scopiazzature che i nostri Maestri, quando e se vengono beccati beccati, cercano di far passare per omaggi e citazioni. In più, ogni volta che mi imbatto in un’intervista a questi due signori, trovo che in pubblico manifestino un’umiltà e una mancanza di sicumera sinistrese che, paragonata alla garrula cretinaggine e al cinguettìo complice dei nostri scrittorucoli e registacci de sinistra, è una vera e propria boccata d’aria fresca.

Quanto al fatto che i libri di Volo e i film di Zalone stiano rovinando letteratura e cinema, la mia serena opinione è che sia una puttanata galattica, e vi spiego perché.

Questi due signori portano la gente al cinema e in libreria, e questa è una cosa buona: se poi le librerie sono piene di cloni di Volo (ed è tutto dire) e i multisala proiettano solo merdate, che colpa ne hanno loro? Dice, entro in libreria, prendo Volo, ma magari mi attira, mi incuriosisce (succede) un altro titolo, vado e lo sfoglio, solo per accorgermi che o è una delle seimila copie di Volo oppure una storia di merda scritta di merda però in tono dolente. E allora, siccome le librerie ormai sono mercerie, invece del libro, che potrei anche regalare a mio cognato a Natale, prendo una custodia per il telefonino, o una caccavella qualsiasi, e risparmio pure. O magari, al cinema, ho visto Zalone: la storia mi è piaciuta, ho riso, mi sono divertito, mi viene voglia di vedere un film anche sabato prossimo. Ci torno, e mi trovo davanti un film prodotto coi soldi pubblici con una trama che sembra fatta buttando i dadi di un gioco di ruolo pezzotto, con femmine che piangono tutto il tempo e nessuno sa perché.

Ve lo dico io perché: letteratura e cinema si stanno scapezzando perché sono gestite da cretini. Niente di male, finché lo fanno coi soldi loro. Le imprese private hanno tutto il diritto di fallire come meglio credono, se solo la smettessero di lamentarsi e cacare il cazzo a noi. E dare la colpa al popolo bue va bene, ma fino a un certo punto: molti di quelli che andavano a vedere i musicarelli con Albano, che ci crediate o no, tornavano al cinema per guardare i film di Scola o di Monicelli, e si divertivano uguale. Adesso abbiamo l’equivalente dei musicarelli, ma invece di Scola vi beccate due ore una scema vestita di rosso che si aggira con una espressione da ritardata mentale dentro al colosseo quadrato, e con queste cose la gente la beccate una volta, ma poi al cinema col cazzo che ci torna. Oppure con le merdate che pubblicate: una volta, uno che conoscevo appena, mi disse che alla terza pagina di un libro vincitore di un premio importantissimo, guardò il volumetto e gli urlò: ma io, a te, che cazzo ti ho fatto di male?

Perché il popolo sarà pure bue, e magari pure stronzo, ma il problema è che siete più stronzi voi.

 



36 Commenti

  1. Boris

    Amlo, ricordiamo il sempiterno Paolo Villaggio e la Corazzata Potemkin, e capiremo che non è cambiato niente se non in peggio. I vari pseudosinistrati hanno SEMPRE avuto una concezione della cultura come quella cosa che ti cachi il cazzo a prescindere, perchè il piacere è borghese e la gioia è sintomo di decadenza, e quindi per acqulturare il popolo bisogna fargli subire le peggio crudeltà. Pure le cose genuine come il sesso e la risata devono ammorbare e risultare pesanti, non sia mai la maronna uno si diverta due ore della vita sua. Dirai tu, quarant’anni fa almeno ti menavano per faccia Eisenstein e oggi Saviano , e capirai, per il disgraziato che lo subisce sempre mosciaria di palle è.
    Ovviamente il risultato è che quarant’anni fa la gente pigliava, levava da mezzo libri e cinema e si metteva a guardare Drive In, oggi si mettono a guardare Volo e Zalone.
    L’importante è sapere che sia ieri che oggi la roba buona ci sta a buttare, è solo questione di ignorare questi preti falliti e andarsela a cercare.

    • amlo

      d’accordissimo. il popolo è bue perché non si va acercare le cose buona, non perché schifa le stronzate dei caccavellari de sinistra.

  2. franco Cuomo

    forse è meglio il silenzio assoluto su tutto,anche sul tuo post. Tu che dici?

  3. Ciccibutto

    92 minuti di applausi.

  4. Marco

    Grande. C’è però qualcosa di sostanziale che mi perplime un po’. Quello che scrivi è tutto giusto (tranne il “rispettivamente” in cui se la comanderebbero i due cosiddetti artisti), ed è sostanzialmente condivisibile il fatto che, parliamo di libri per semplicità, i libri di Volo per quanto desolanti siano meglio di tanti altri libri che trovi recensiti nelle pagine culturali, ma.

    Ma ci sono tanti altri libri, la maggior parte per la verità, che sono infinitamente meglio del miglior libro di Fabio Volo, solo che non sono sulle pagine culturali. Ignorarli così mi sembra fargli un torto. La tua tesi è che Volo sia tra i migliori scrittori perché i suoi libri sono migliori dei libri considerati “il top”. Ma non è vero. Ci sono tanti, ma tanti libri migliori, anche se non sono in prima pagina…

    Se invece la tesi si basa sul fatto che, comunque, vende e porta la gente in libreria, allora il paragone con i libri recensiti sulle pagine culturali non ha proprio ragion d’essere, mi sembra..

    • amlo

      grazie per l’appunto, innanzitutto. in breve: volo è meglio dei cretini di sionistra che fanno gli intellettuali ma che pubblicano (molto spesso) a botta di pompini e leccate di culo. sul fatto che ci sia molta roba buona in giro, ma che non sia facilissimo traovarla, concordo pienamente. a dirla tutta, non è neanche difficile trovarla, ed è lì (secondo me) che si manifesta la BUITA’ del popolo. ma è un altro discorso.

  5. Anestesie a buon mercato, ecco cosa vogliamo. Muuuuu.

  6. Alessio

    Il problema mio, giovane lettore di 22 anni, è che se vado alla Mondadori o trovo roba su vampiri sodomiti e lupi mannari che fanno le crepes, o trovo roba di Erri de luca, o mi devo buttare sui classici.
    Posto che i classici sono quasi sempre belli, dopo un pò ti rompi il cazzo di scendere di casa per comprarti l’ennesimo libro di Hemingway, Fitzgerald o King. Dov’è che si trova la roba bella? Ed è una domanda seria, perchè mi sò rotto il cazzo di fare il bue, mi viene la disperazione ogni volta che entro in una libreria.

    • amlo

      quando io e i miei amici avevamo la tua età il problema era uguale. la roba buona c’era ma non si trovava nei negozi. ma oggi c’è internet, migliaia di forum, e hai anche la possibilità di scaricare i libri; lo so che sembra strano dirlo, ma io faccio così. Una cosa l’assaggio, se non mi piace la butto subito, se mi piace vado su amazon e me la compro immediatamente in originale; ma non per paura della finanza, per rispetto verso l’autore. Comunque se vuoid elle dritte evita accuratamente blog letterari e riviste di letteratura; sono piene di marchettari.

    • Val

      King, Stephen King? Un classico? Aiuto, siamo messi bene

  7. giovanni

    “evita accuratamente blog letterari e riviste di letteratura; sono piene di marchettari.”
    specialmente per i primi, è un po’ come la libreria, ti sbattono in faccia i Volo e i sinistrati che scrivono peggio di Volo ma ci aggiungono lo stracciamento di palle, ma se cerchi bene la roba buona la trovi. Il problema è che internet è un po’ più grande di una libreria, e per trovare i blog buoni (quasi sempre di gente che pubblica solo con case editrici microscopiche) ci vuole tanto tempo da perdere (la perdita di tempo ovviamente è per leggere il 99% di blog fuffa quel tanto per capire che sono fuffa).

    • Alessio

      Il problema è pure questo, qua tempo ce ne sta poco, e soldi ancor meno. Ho sentito parlare di Anobii, ma non ho mai approfondito. Fate na cosa, se proprio non volete condividere due titoli o due autori bucchinielli, condividete almeno due forum o blog letterari decenti. Mò Amlo mi mangia col fatto che uno le chicche se le deve cercare da solo.

  8. Boris

    E’ vero che il web è grande e pieno di sciemi, però una volta che il blog serio lo acchiappi non lo molli più. Pure io sono cresciuto prima del web, la munnezza nelle librerie e nei cinema era sempre quella, e si poteva contare solo sulla fiducia nell’amico che ti consigliava la roba buona (tutt’altro discorso era se poi riuscivi a trovarla).
    Oggi posso stare spaparanzato ‘ngoppa a’ poltrona e leggere Amlo che consiglia la roba buonissima (leccata a schiovere giusto per riconoscenza) senza manco conoscerlo di persona e mentre lui si fa i fatti suoi, capire al volo se mi piace e comprarmela in due click. Direi che è un bel passo avanti.

  9. Val

    Amlo, io credo di capirti perché anch’io sono affetto dalla bastiancontrarite, una malattia che tutto sommato, come le allergie, ha il suo lato positivo perché dimostra che il tuo sistema immunitario è vivo e vegeto e si ribella contro ciò che non gli va a genio. Tu poi elevi questa cosa ad alti livelli e ne hai fatto persino un lavoro, ottimo. Però alla fine ogni Bastiano, se è sistematicamente contrario, finisce per tornare al punto di partenza e rischia di contraddirsi.  Volo e Checco Zalone fanno cacare? Allora fanno cacare, punto. Sono buoni? Allora sono buoni. Oggettivamente. Il resto conta poco. 

    Popolo bue o meno, le classifiche di vendita parlano chiaro, roba di qualità ce n’è poca. I nomi sono quelli che compaiono negli scaffali di chi legge due libri all’anno di media: schifezze abissali come Paulo Coelho, Fabio Volo,  Sophie Kinsella, Luciana Litizzetto, qualche giallo mediocre (Camilleri, Carofiglio) o mediocrissimo (Malvaldi), un paio di quelli che vanno di moda al momento (Baricco, Giordano, Ammaniti, De Carlo), un paio di best-seller più o meno decenti (Dan Brown, Ken Follet, Stig Larsson, Stephen King) o del tutto indecenti (Cento colpi di spazzola, 50 sfumature ecc.). Se poi il lettore è una lei, magari convinta di essere una colta lettrice, avrà robaccia tipo la Mazzantini, Yashimoto, Marcela Serrano e Isabel Allende. Quanta roba sinistroide ci sia in questo mare di merda, non saprei, ma non molta. Che il popolo bue si fiondi su questa robaccia perché i sinistroidi gli propinano cose false e astruse mi pare una teoria fantasiosa. E’ vero che guardando per esempio l’albo dei vincitori del premio Strega è evidente un declino clamoroso della qualità (da Flaiano, Pavese, Moravia, Soldati e Volponi si è arrivati a Mazzantini, Ammaniti, Veronesi e Giordano), ma credo che lo stesso declino, in parallelo, ci sia per i best-seller: dal Gattopardo, Porci con le ali e Il nome della rosa siamo finiti a La Jolanda furiosa e Madama Sbatterfly. Persino Liala era meglio di Volo. Quindi…

    Che ci sia a sinistra un sistema marchettaro di promozione della merda è probabile, basta guardare Fazio per sospettarlo. Ma non è che alla merda di destra, quella poca o tanta che c’è, da Susanna Tamaro alla infima Oriana Fallaci all’ineffabile Bruno Vespa, sia mancato il suo bravo battage promozionale!

    Io comunque mi sono letto Open di Andre Agassi e m’è piaciuto assai. Domani passo in libreria a ritirare Aristodem…

  10. Val

    P.S. Checco Zalone = Che cozzalone
    Qui a Milano nessuno che non sia pugliese/barese coglie il calembour. E a Roma?

  11. anduoglio

    in passato si andava in libreria non solo per comprare altissima letteratura ma: per prendere manuali per qualsiasi hobby (oggi c’è internet), per prendere libri per bambini bellissimi, per prendere libri di barzellette, annuari con statistiche su qualsiasi tema, raccolte di immagini a tema fatte da fotografi bravissimi, libri di disimpegno, libri di giornalisti (seri non Vespa), libri di storia, di attualità, bignami per i ciuccioni, raccolte di fumetti. Si entrava in libreria, si usciva con 3/4 libri sotto al braccio e gli scrittori non si lamentavano se qualcuno si comprava in libreria il manuale di pesca o “io, paperinik”. esattamente come i registi non si lamentavano se il pubblico si andava a vedere il film di pierino o quello in cui c’era la scena di quella con le zezze da fuori. il mercato era ed è libero, c’era spazio per tutti e se qualcuno aveva qualcosa d’interessante da scrivere o da far vedere il suo spazio riusciva a trovarlo. e il fatto che Volo e Zalone facciano i soldi alla faccia della crisi vuol dire che il mercato c’è e può essere recettivo, se si offre qualcosa che sia fatto come deve essere fatto, cioè bene, sia esso un film di zezze da fuori che un libro di semplice intrattenimento. lo scandalo non sono i successi di Volo e Zalone, ma gli insuccessi dei cosiddetti artisti “seri”, che non hanno più nulla da dire. Perchè uno deve andare al.cinema per vedersi film di artisti pseudo impegnati in cui recitano artisti pseudo impegnati che raccontano storiacce raccontate male e dirette malissimo in cui donne pseudo impegnate vivono tutta la crisi dei loro tempi e sfrantecano il caz.zo a mariti pseudo impegnati e molto castrati che vorrebbero cambiare vita, mollare il lavoro di megamanager di multinazionale che gli da fior di soldi, ma che contestano perchè mariti pseudo impegnati, per inseguire il sogno di andare a fare i cuochi su una nave di pirati nordafricani? Però. . che bella trama, mi sa che gli fa il buco in petto a questi film dei miei coglio.ni che ci sono in giro.

  12. Pietro Vega

    Condivido parola per parola. Sacrosanto. Devo però smentire che il 50% della Zalone Company abbia mantenuto, anche il questo caso, il basso profilo umile. In un’intervista, infatti, per darsi un tono, sfodera nientemeno che Maurice Blanchot e Gilles Deleuze e li agita come uno sfollagente sulla testa del malcapitato giornalista. Ahi ahi… Che sia l’inizio della fine?

  13. Val

    Stephen King è un ottimo artigiano, così come lo è Ken Follet. Gente che sa come si costruisce una storia. E che, ovviamente, sa mettere i congiuntivi al posto giusto e ha un certo talento nel rendere vivide molte scene. Ma non basta. Io capisco che siamo ormai immersi completamente nella cultura visuale e abituati ai codici narrativi di film e serie tv, ma un libro è più di una sceneggiatura. Certo in confronto a un Coelho (per non fare lo schifiltoso ho provato a leggere un paio di libri, giuro che ho dovuto trattenere il vomito. Volo non ho ancora avuto il coraggio) uno Stephen King giganteggia. Il punto è che di fronte alla grande letteratura (Philip Roth, Cormack Mc Carthy, per stare ai giorni nostri), King è una scoreggia nello spazio.

    Io la penso come Harold Bloom (che se mi consenti descriverò così: una specie di Amlo meno simpatico ma forse anche più cattivo e centomila volte più competente). Non dico ovviamente che il suo sia “il” canone occidentale (http://sonic.net/~rteeter/grtbloom.html), per carità: ci saranno decine di opere che non meritano e altrettanti capolavori lasciati fuori. Ma so che Cervantes, Dostoevskj, Melville o Pessoa “espandono la nostra coscienza” (senza pretendere di cambiare il mondo, questo è un dettaglio importante), King ci intrattiene un pomeriggio. 

    P.S. Bloom, che scrive da dio, dovrebbe esserti simpatico quantomeno per il suo odio verso ogni forma di political correctness (che in tema di critica letteraria diventa rifiuto di giudicare un’opera con criteri politici, morali o etnici).Â
    http://www.corriere.it/cultura/09_marzo_05/farkas_bloom2_92bb178a-09d1-11de-84bf-00144f02aabc.shtml (in italiano in rete non si trova granché)

    • amlo

      io penso che mettere me nello stesso commento di gente di questo livello sia una bestemmia

      • Val

        Ehhhhh ma io mica ti paragono a Cervantes e nemmeno a McCarthy! Faccio un paragone un po’ forzato con Harold Bloom che è un gran critico e più volte se l’è presa con quelli che, a spanne, sono gli equivalenti dei nostri moralisti e conformisti intellettualoidi di sinistra.
        Certo lui è americano e laggiù c’è davvero chi pensa seriamente di leggere e giudicare Dante o Shakespeare con le lenti del femminismo, della rivendicazione razziale, della correttezza politica ecc. Bloom la chiama “Scuola del Risentimento”. Laggiù un caso come quello di Silk Coleman (il professore di letteratura protagonista del romanzo di Roth, La macchia umana) è meno fantasioso di quello che sembra. 

  14. Nessuno tocchi il Re. (Muuu).

  15. Giordamas

    Se mai potremmo lamentarci del fatto che il successo del film di Zalone è dipeso anche dal fatto che è stato distribuito in oltre 5mila sale. Ci sono forse intere province italiane dove al cinema danno solo quello. Successe anche a “Baaria” anni fa. Questo non è né sano né corretto. E’ come se qualcuno decidesse: oggi guardate questo film, domani quello. E così, poi, finisce che Checco Zalone e Fabio Volo da un lato, i sinistrorsi dall’altro diventano I modelli.

  16. Val

    Post Scriptum: ho appena iniziato a leggere Aristodem. L’incipit è (chiedo scusa per l’aggettivo abusatissimo) davvero folgorante. Se mantiene quello che promette, sono proprio soldi spesi bene! Grazie davvero per la segnalazione!!!

  17. Peppo

    Compagni, parliamo dei rapporti di distribuzione!

  18. Peppo

    Compagni, parliamo dei rapporti di distribuzione!Â
    [vetero-desinistra]

  19. klement

    Certo che il popolo è bue, se a Milano vota sì al referendum per la riesumazione dei navigli dopo 60 anni buttando all’aria la città per lo scimmiottamento di Amsterdam, e poi va a urlare contro il nuovo canale dell’expo2015

  20. Massimo

    Mi sono permesso di riportare un paio di tuoi post in Facebook:
    https://www.facebook.com/gambinomassimo/posts/10202790093944972