Simpatia canaglia.

Parlavo con un paio di amici dei libri di una scrittrice considerevolmente cagna, una a cui non affiderei il compito di lavare le scale del mio portone perché molto probabilmente userebbe marmellata invece del detersivo, per quanto è idiota, e tutti e due mi hanno detto la stessa cosa: eh però è tanto caruccia, dài, dove per caruccia intendevano gentile e simpatica. Poi ci sono andato ripensando e mi sono ricordato che una sera anche un altro paio di persone in gamba mi avevano detto più o meno la stessa cosa, aggiungendo: ti piacerebbe.

E invece no, non mi piacerebbe affatto, risposi, facendo la mia solita figura da stronzo.

Perché mentre i miei amici ne vantano le qualità umane come la cortesia, la buona educazione, il sense of humour, io non riuscivo a pensare ad altro se non che stavano parlando di una persona pericolosissima. Vedete, ci sono due tipi intellettuali in questo ambiente. Il primo è il trombone tonitruante, il più amato dagli italiani: tronfio, vanaglorioso, pienissimo di seissimo (cit.): scarso a scrivere, capace di parlare per ore senza dire un cazzo, ma con la querela facile e amicizie nei posti giusti. Un beta travestito malamente da alfa, che ha bisogno della copertura di un intero sistema di babbà per andare avanti; rancoroso, perché ancora gli brucia il fatto di essere stato un mezzo scemo che preso scamette tutta la vita. Ce ne sono centinaia, così: centinaia sul serio. Ora, siccome non so perché, ma la gente ha la curiosa abitudine di raccontarmi i cazzi suoi, so per certo che perfino nel loro ambiente li schifano tutti. Non ne possono fare a meno, gli leccano il culo, ma li schifano.

Poi c’è quella tanto caruccia, che se possibile è anche peggio. Perché magari non è odiosa, si rende disponibile, ti fa anche fare la risatella, ma è una mafiosa uguale. Non è Luca Brasi, magari è Clemenza, che ride e scherza con te: poi però con la scusa di andare a pisciare ti fa sparare in testa dal primo scagnozzo. Perché un gangster è un gangster, e quando mi sparano in testa a me me ne fotte poco che prima mi fai fare due risate. Mi dispiace per i miei amici, persone intelligenti ed educate che si fanno fottere dal cavallo di troia della falsa buona educazione della intelligenza da scuola elementare, ma in queste cose il meglio di niente non esiste. Essere ricoperti da un chilo o una tonnellata di merda è, alla fine, uguale: sempre puzzolente ne esci. Questi se la cavano perché abbiamo abbassati i nostri standard al fatto che, sì vabbe’ dai puzza di merda, ma è solo un chilo. Il fatto è che a me la merda non piace, pure quando è poca.

Per questo, da oggi in poi è inutile che mi venite a dire è tanto caruccia, perché vi risponderò l’unica cosa possibile: Ah, è caruccia? E chiavatèlla.

 

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5 Commenti

  1. livia

    bella citazione!

  2. Val

    E vabbuò ma che vita di merda la tua…

  3. Cesaretto

    Adesso vogliamo il nome di questa qui, però.