Per favore non fate figure di niente.

Chi mi segue un po’ sa che Marco Ciriello fa parte della mia personale mafia a perdere, quel gruppo di persone con cui sono diventato amico solo dopo averne apprezzato il lavoro e dopo essermi accertato che non si trattasse di gentaglia travestita da amico. Ora, il fatto è, lo avrete letto, che Marco ha appena pubblicato un libro, Per favore non dite niente, che è molto liberamente ispirato alla vicenda umana di Prandelli, il nostro commissario tecnico. Ora, io e lui di questo libro ne parliamo da un bel po’, e vi posso garantire che con la storia di Prandelli, nel senso del suo personale dramma umano, non c’entra un beneamato cazzo. Se vogliamo, si è trattato di uno spunto, preso per puro caso da quel gesto umano così grande e allo stesso tempo inconsueto: non importa chi l’ha fatto. La storia di Prandelli è la storia di migliaia di persone, che sacrificano tutto per stare vicino a queli che amnano. Però, siccome Marco è un appassionato di calcio, e i suo libro parla di calcio, è ovvio che il pensiero vada a Prandelli.

Breve riepilogo della storia: Marco Ciriello, scrittore e blogger irpino, manda alle stampe il 22 maggio Per favore non dite niente (Chiarelettere), imperniato su una vicenda che ricorda molto da vicino quella di mister Cesare Prandelli, allenatore della Nazionale di calcio. Gli avvocati della Figc però alcuni giorni prima dell’uscita prevista intimano alla casa editrice di bloccare la diffusione del testo con tanto di diffida «verso qualsiasi utilizzo del nome di Cesare Prandelli o anche solo accostamento della sua figura al romanzo del Signor Ciriello o alle iniziative di comunicazione e di lancio del libro».

Il bello è che Marco aveva mandato il libro a Prandeli, tutto contento. Il suo ragionamento era: è più che chiaro che non si tratta di lui, ma non potrà che apprezzare che il libro sia ispirato a quel gesto così bello che ne ha fatto un modello per tanta gente. Io, che sono una merda, invece gli avevo detto: eh ocazz, mo vedi se non ti manda gli avvocati. E siccome su queste cose è difficile che mi sbagli, ho avuto ragione io. Il bello è che questa storia sta, paradossalmente, facendo un casino di pubblicità al libro e al suo autore, ma: adesso vi racconto una cosa, così capite chi è Marco Ciriello.

Invece di star lì a fregarsi le mani e azzupparci per essersi trovato al centro di una polemica con il ct azzurro a pochi giorni dal Mondiale, mi scrive in privato addoloratissimo e incredulo (inutile dire che lui non sa che sto raccontando i cazzi suoi privati), ma perché fanno così? Ma ti rendi conto che manco l’hanno letto il libro? Che peccato, che peccato. Cioè, se non lo avete ancora capito: in un mondo di schifosi come quello letterario, dove la gente letteralmente si vende le sciagure che capitano ad amici e familiari per di avere una recensione, questo si lamenta, perché a lui interessa di più che il libro venga capito, piuttosto che il link su Dagospia e le decine di articoli sui giornali.

Nello stretto ti ammisuri, e mi sa che con questa vicenda abbiamo preso le misure a molta gente. Detto questo, il libro io l’ho letto, ed è bellissimo, perché è un libro che parla di calcio e  di dolore senza mai scassarti le palle col calcio e  senza mai vendersi il dolore. E mi è piaciuto anche perché io, una cosa così, non la saprei scrivere, proprio perché ho una diversa sensibilità, e mi fa piacere vedere le cose da un punto di vista che non possiedo.

Ancora due cose. La prima, compratevi il libro.

La seconda, cazzo, il prossimo libro lo faccio direttamente sulla Figc, così mi faccio un po’ di pubblicità aggratis.



7 Commenti

  1. Guido B

    quanta bella ricchionità, po dite a me.
    Mi iscrivo alla mafia a perdere solo se mi mettete nel Clan di Argenziano.

  2. Asdrubale Borgozzi Pinelli Amodio degli Stalattiti di Riviera del Garda

    Non so niente della storia di Prandelli. Mo me la vado a googliare.
    Per quanto riguarda il libro prima o poi devo ricominciare a leggere, pare che in giro ci siano cose interessanti.
    Però ho paura di riprendere il vizio daa lettura. Sarebbe uno scuorno per i miei.
    Ciao.

  3. dr. Gonzo

    Con Argenziano in panchina la semifinale era garantita.
    FIGC = MERDA

  4. Giordamas

    Divagazione che non c’entra assolutamente niente (non ricordavo sotto quale post io avevo menzionato Woody Allen in un commento al quale tu avevi risposto con sarcasmo): mi fa piacere che ti sia ravveduto su di lui, anche se, beninteso, è vero che sono anni che sbaglia film (è perché li fa con stanchezza):
    http://temi.repubblica.it/ilmiolibro-holden/non-solo-cinema-woody-allen-scrittore-in-dieci-citazioni/

    • amlo

      non ho bisogno di ravvedermi. ha tutto il diritto di fare film di merda, resta comunque un grande, ma si deve dire che i film da un po’ fanno schifo. se la maerità, la sincerità