I NUOVISSIMI Dieci Peggio di Natale 2022 PRIMA PARTE

1) IL PANETTONE GOURMET. E va bene che ormai un panettone normale lo schifano pure alla Caritas, ma forse è il caso di riabilitare l’orrido candito, che ormai tra ricotta e pere, muso di porco e fichi, cioccolato vegano e fessa di mammeta, il vecchio cedro (che poi ormai i cedri li coltivavano solo per farli a canditi, nessuno ha mai visto un cedro vivo) quasi ci manca. Il bello dei panettoni gourmet è che almeno si vendicano costando ormai come un chilo di caviale beluga; altra caratteristica dei panettoni gourmet è che il migliore lo fanno a Positano o a Catania, mentre si sa che il caffè migliore si beve a Bolzano e se ti vuoi mangiare una sfogliatella come si deve solo da Amburgo in su.

2) L’APERITIVO DELLA VIGILIA. I vecchi ubriaconi, spina dorsale del paese, schifano come la peste queste occasioni d’incontro tra ritardati mentali. Il temuto aperitivo della vigilia nasce come scusa per farsi gli auguri di Natale prima del coma calorico della notte del 24 dicembre; esso è in realtà una scusa per ubriacarsi male, senza la dignità di coloro che si chiavano in corpo un campari e jeans alle otto della mattina: maschi vestiti da pederasti (alcuni osano il tabarro, credendosi briganti meridionali, manca solo il trombone) e case cadute che si alternano a quadri di lontananza che giocano a fare le brillanti mentre perdono l’ultimo brandello di dignità davanti a un tagliere con salumi di asino del Todis, strafocandosi manco fossero sbarcate da un gommone a Lampedusa.

3) LA TOMBOLATA DE SINISTRA. Nel mondo esistono molti oggetti brutti, e moltissimi oggetti molto brutti. Essi, che vengono schifati anche da chi li produce con esclamazioni del tipo mamma del carmine e che merda che mi è venuto sto coso, non vengono -come dignità e buongusto imporrebbero- dati alle fiamme, ma messi in palio in orride tombolate de sinistra con migranti (obbligatori), profughi ucraini (facoltativi), rattusi (in caso di presenza di profughi femmine) e vecchie femministe andate a male coadiuvate da giovani femministe tutte, indistintamente, somiglianti alla strega Nocciola.

4) LA FIDANZATA CHE TI PORTA A VEDERE LE LUCI D’ARTISTA. Essa comincia a scalpitare recriminando già da fine novembre, al grido di e non facciamo mai niente, stai sempre buttato sopra a un divano, guardati fai schifo, incurante del fatto che  la abbiate portata a) all’Ikea, b) in Qatar a vedere i mondiali, c) al funerale della regina Elisabetta e d) ovunque la pazza abbia avuto intenzione di recarsi esattamente nel giorno in cui avevate deciso di starvene un poco per i cazzi vostri. L’infame pucchiacchifera decide così di obbligarvi a un tour per ammirare delle Luci d’Artista, laddove per artista si intende un guaglione di bottega di Ercolano che monta delle lune cinesi a cazzo di cane, gloria e vanto di ogni amministrazione comunale che voglia far credere al mondo di aver fatto le scuole alte.

5) PORTARE I CRIATURI AL VILLAGGIO DI BABBO NATALE. Quando eravamo piccoli noi chi cazzo lo sapeva a Babbo Natale, che quelli i regali li portava la Befana (che adesso conduce, insieme alla amiche, una campagna per l’uso dello schwa contro il patriarcato), per cui il natale lo passavi a sperirti aspettando i regali che comunque facevano non solo schifo al cazzo ma arrivavano pure quando ricominciava la scuola e quindi manco ci potevi pazziare metti giù quel cazzo di lego o ti cionco le gambe (il lego lo avevi se desideravi il meccano e viceversa). Invece adesso già da fine agosto è un proliferare di villaggi di babbo natale, un trionfo di elfi renne lucine colorate ubriaconi che urlano HO HO HO e il criaturo non sia mai gliene fanno perdere uno, fosse anche a Helsinki, poi è ovvio che questi crescono tutti ricchioni.

 



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