I nostri e i loro.

Quando ero giovane, Aldo Moro non mi stava per niente simpatico. Era un democristiano come gli altri ( e ce n’erano di fantastici, a quei tempi: Fanfani, Donat-Cattin, il mitico Misasi), con una marcia in più: quando parlava, per quanto ti sforzassi, non riuscivi mai, e dico mai, a capire un beneamato cazzo. Certo, c’era la vulgata che fosse una specie di genio; noi giovani ultrasinistrati ci eravamo fatta la nostra idea, cioè che fosse un genio sì, ma in qualche materia a noi oscura, come la fisica nucleare o l’ippica azteca. Questo, sempre perché quando parlava lui non si capiva un cazzo, però poi ti trovavi Andreotti ministro. Ed è forse per il suo essere così simpaticamente democristiano che non lo consideravamo uno dei nostri, ma un avversario. Quando lo hanno ucciso ho pensato subito ad Alberto Sordi nella Grande guerra (Che, s’ammazza la gente così?) e insomma, io lo penso ancora, che non s’ammazza la gente così, e che, in generale, non s’ammazza la gente. Quindi, ricordando  quando dicevamo di lui, ma questo quando parla non si capisce un cazzo di niente, mi viene pure una puntina di vergogna, ma insomma, l’hanno ammazzato, un po’ di rispetto, che cavolo. E questo ho pensato oggi, quando ho visto un manifesto commemorativo con la sua faccia e ho pensato toh Casini si è ricordato, però pure questi cianno un cuore, non credevo. E invece.

E invece il manifesto era del PD.

Ora, condannare il suo assassinio (e magari anche quello dei poveracci morti con lui) mi trova d’accordo. Perfino Almirante andò a rendere omaggio alla salma di Berlinguer. Al limite, anche andare in chiesa, per chi ci crede (e non ha figli piccoli), può trovarmi consenziente. Solo che io penso, e certamente mi sbaglio, che a rendere omaggi esagerati ai morti degli altri, beh, è così che i nostri morti, alla fine, diventano i mortacci nostri.



2 Commenti

  1. mp

    “ippica azteca.”

    da domani parliamo solo di questo.

  2. amlo

    inutile dire che era una citazione, eh.